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Un anno di studio in Cile: Intercultura

Posted by admin On Aprile - 26 - 2013

Agostino Trovò ha scelto questa esperienza per trascorrere in Sudamerica quest’anno sei mesi  “Volevo vedere uno Stato diverso – racconta – Qui la scuola è vita, impegna e regala avventure”

Agostino Trovò frequenta il quarto anno del liceo scientifico all’Aeronautico Locatelli, ma quest’anno ha avuto l’opportunità di frequentare, grazie al progetto Intercultura, sei mesi di scuola all’estero:  lui ha scelto come meta il Cile, e da poche settimane ha fatto rientro in Italia.

Qual è il motivo della sua decisione di partire con Intercultura?

Volevo vedere uno Stato lontano, diverso da tutto quello che conosco, diverso da tutte le consuetudini a cui mi hanno abituato e che ho seguito per 17 anni.

Quanto tempo è stato in Cile?

Ci sono stato dall’agosto del 2012 fino a gennaio di quest’anno.

Come le è sembrato e che ricordo le ha lasciato?

In un battito di ciglia mi sono trovato in quella striscia di terra che collega l’Equatore e la Patagonia, i vulcani, la pianure desolate, i ghiacciai e l’Oceano: paesaggi tutti diversi tra loro. In quanto straniero in un Paese, mi sono sentito parte di un qualcosa che prima non conoscevo, che sentivo estraneo. In poco tempo però ci si rende conto di come anche questa diversità ti possa stupire con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue persone.

Come sono state le persone con lei?

Splendidi: mi hanno accolto come uno di loro fin dal primo giorno.

In che modo ha trascorso questi sei mesi?

Li ho trascorsi in modo positivo e sono volati. Soprattutto devo ringraziare i miei amici cileni: grazie a loro ho trascorso i sei mesi più intensi della mia vita; persone che grazie alle loro lacrime ti aiutano a capire quel magico legame che si può creare, un legame di fratellanza e di amicizia che non scioglierò mai.

È soddisfatto della sua esperienza?

Si, e infatti mi considero uno dei ragazzi più fortunati al mondo ad aver fatto un’esperienza di questo genere. Solo ora capisco che in me qualcosa è cambiato, non so di preciso cosa, ma qualcosa è cambiato. Comunque sono stato contento di aver potuto fare quest’esperienza e di aver potuto conoscere gente che non avevo idea potesse esistere e assaggiare nuovi piatti, scoprire nuove usanze che mai dimenticherò: tutte cose che mi hanno fatto crescere tantissimo.

Come era la scuola?

La scuola è diversa, non è solamente istruzione come in Italia: qui la scuola è vita, un posto che nonostante t’impegni per nove ore al giorno ti permette di fare esperienze e nuove indescrivibili avventure.

Come si è trovato con la famiglia che la ospitava?

La mia famiglia era speciale e, nonostante all’inizio non avessi avuto una buona relazione, il tempo si è dimostrato davvero di aiuto nei miei confronti e infatti dopo soli due mesi infatti potevo parlare con loro di tutto, senza vergogna o timidezza. Posso quindi concludere di aver trovato una famiglia speciale che mi ha sempre aiutato e mi ha voluto bene fin da quel magico momento in aereoporto in cui mi hanno abbracciato per la prima volta, un’emozione davvero indescrivibile e unica.

Francesca Parimbelli, 4A Ls

 

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