Si può provare a sperimentare Bangkok al proprio ritmo, ma la città non ve lo permetterà. Essere nella capitale thailandese significa avere tutti i sensi in un costante stato d’assedio. Il caldo e l’umidità ti pestano e schiacciano sul marciapiede fino a quando senti i brividi alle ossa per l’aria condizionata. Il naso è assalito da odori alternati di acqua putrida e carne alla griglia, poi di nuovo cadi sconvolto da una nube di “gas lacrimogeni” diffusi da una padella calda piena di peperoncini.
Essere a Bangkok vuol dire essere in mezzo a contrasti. Strisciano auto di lusso tra grattacieli e centri commerciali scintillanti, treni supersonici e moderni traghetti, eserciti di una fiorente classe media che torna dal lavoro.
In basso, soffoca, nei vecchi autobus, la classe povera, intrappolata nel caldo traffico di questa giungla urbana. A Bangkok i contrasti coesistono, il vecchio e il moderno, il ricco e il povero, l’Occidente e l’Oriente.
Essere a Bangkok è un pugno nella coscienza e, all’ora di pranzo, un pugno nell’intestino. Può essere bello, brutto, piacevole e terribile, e spesso tutte queste sensazioni in un giorno, in un minuto, in un solo secondo.
Bangkok può sopraffarvi o, meglio ancora, lasciatevi sopraffare voi. Vagate tra le stradine della città, la vita notturna, sfrecciate sopra ogni pericolo coi tuk-tuk. Mangiate, per strada o al quarantesimo piano di un’ostile albergo a cinque stelle.
Non vi sentirete mai così vivi e persi come vi potete sentire a Bangkok.
Quello che definisce Bangkok è l’energia. Si percepisce l’impossibile, in una città dove tutto è possibile. Ferrari della mafia giapponese corrono fianco a fianco alle auto della corrotta polizia, scuotendo chiunque essi possano.
Girate l’angolo, e troverete le persone più genuine e ospitali che abbiate mai visto. A volte sembra abbiano un chip, non toccatelo: l’ingenuo si può trasformare in cinico, e vi sputeranno addosso tutto l’odio più sincero che possiate ricevere.
Ma il calore è ancora sotto tutto questo ed è sufficiente un sorriso per strappare al popolo Thai quella corazza che, come una tartaruga spaventata, indossa.
Dodici milioni di persone spingono questa città per andare avanti, per avere una vita migliore di quella dei loro genitori o per dare una vita migliore ai loro figli.
E tutti, dal più ricco al più povero, trovano tempo per mangiare e bere. Vini Bordeaux sono abbinati ai migliori piatti nei ristoranti internazionali; fuori, noci di cocco e birre cinesi siedono accanto a fumanti zuppe.
Bangkok non è per tutti. Quando la città ti ha macinato, quando il caldo e gli odori ti accerchiano in un tubo senza uscita: ecco quando scopri chi sei e se sei capace di gestire questa overdose sensoriale.
Bangkok è un trambusto: tutto quello che puoi cercare di fare è tenere il passo. E sorridere.
Federico German Escobar, 3B Ls