Uno dei punti di forza del “Locatelli” è la presenza, un po’ come nei college inglesi e americani, di un punto di appoggio stabile per gli studenti: si tratta del convitto, luogo dove, dopo la scuola, possono soggiornare, studiando e giocando. Silvano Lodovici è uno dei due responsabili del convitto dell’Istituto Aeronautico “Antonio Locatelli”, a Madone. In questa intervista ci racconterà del perché abbia deciso di aiutare il preside della scuola in questa impresa un po’ particolare.
Signor Lodovici, quale era il suo precedente lavoro prima di approcciarsi con i ragazzi del convitto ?
Io facevo tutt’altro, il venire a cena con voi è un piacevole modo per trascorrere alcune ore della serata, chiaramente in quei giorni in cui vengo a cena con voi; prima di professione facevo il consulente aziendale.
Come mai ha deciso di venire in questo convitto, a seguire ragazzi che non conosce, e come ha fatto a conoscere il preside Giuseppe Di Giminiani?
Il preside lo conosco da più di 20 anni, ci conosciamo da moltissimo tempo. Questa avventura è cominciata così per caso, quando quasi per “scherzo” ha iniziato a chiedermi: “Vieni a cena con me in convitto?”. E ovviamente è partito anche come un’occasione per stare con i ragazzi. Proprio da lì è cominciata da qualche anno questa esperienza decisamente piacevole, sia per “tenermi giovane” che per essere in contatto con i ragazzi, dato che i miei figli sono ormai grandi e mi sembra in questo modo di tornare un po’ indietro nel tempo, a quando mi divertivo con loro. Proprio per questo mi fa piacere a venire a cena con voi.
Quando il preside le ha chiesto di venire alcune sere della settimana a “controllare” i ragazzi, lei cosa ha pensato all’inizio?
Come vi dicevo prima, è stata una proposta del preside, del tipo “vieni a cena, vedi il nuovo convitto”, perché io conosco – come dicevo prima – Di Giminiani da più di venti anni. Mio figlio ha fatto l’Aeronautico e si è diplomato nel 2009. Il convitto prima era distribuito su alcune palazzine a Bergamo: vi era una palazzina vicino al vecchio ospedale, e poi vi erano gli appartamenti vicino al supermercato Esselunga, dove anche voi magari andate qualche volta. Quando è nata questa struttura a Madone, quindi, mi aveva proposto di vedere il nuovo convitto e poi mi aveva invitato a cena. Da lì ha preso a dire “ma vieni qualche serata in più”. Ecco perché un paio di volte alla settimana vengo a cena con voi: infatti nessuno viene per controllarvi, ma perché è un piacere stare con voi. La cosa piacevole in particolare è il poter trasmettere dei valori, delle abitudini e dei comportamenti, che anche lo stesso professor Di Giminiani cerca di trasmettere.
Cosa si aspetta che ottengano questi ragazzi ?
La più grande soddisfazione mia come quella del vostro preside è che alla fine di questo percorso annuale o quinquennale vi rimanga qualcosa, che le buone regole di comportamento come valore morale vi rimangano e che possiate farne buon uso in futuro, perché questi punti chiave, cioè le buone abitudini e l’educazione, all’università e nel mondo del lavoro aprono ogni porta.
Enrico Barin e Mattia Vegetti, 2 B Ls