“Una piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa”. È questa la frase con cui Primo Levi descrive Rita Levi Montalcini, neurologa, accademica e senatrice a vita italiana che ha vissuto in Italia durante il 1900 ed è mancata il 30 dicembre del 2012, a 103 anni.
Ha rinunciato a un marito e a dei figli per dedicare la sua intera vita alla scienza: infatti a lei si deve, tra le tante cose, anche la scoperta del fattore di accrescimento della fibra nervosa, o più comunemente noto come NFG, scoperta che le ha permesso di vincere il premio Nobel per la medicina nel 1986.
Fin da piccola ha sempre voluto intraprendere gli studi universitari, nonostante il padre fosse contrario e, durante il suo trasferimento in Belgio a causa delle leggi razziali emanate nel 1938, ha intrapreso gli studi presso la facoltà di Neurologia all’università di Bruxelles, studi che proseguirà nel laboratorio domestico che ha allestito nella sua camera da letto una volta tornata a Torino nel 1940.
Rita ha sempre affermato di sentirsi una donna libera e ha sempre sostenuto come le donne e gli uomini avessero le stesse potenzialità, sebbene le donne fossero ancora lontane dal raggiungimento della piena parità sociale.
A sostegno delle donne, infatti, durante gli anni Settanta l’Italia l’ha vista partecipe del Movimento di Liberazione Femminile per la regolamentazione dell’aborto, promuovendo quindi la libertà di pensiero, come le era stato insegnato dal padre. In memoria di quest’ultimo, Rita e la sorella Paola, nel 1992, hanno istituito la Fondazione Rita Levi Montalcini volta a promuovere la formazione tra i giovani, conferendo borse di studio a studentesse africane con l’obbiettivo di creare donne che potessero assumere un ruolo da leader nella vita sociale e scientifica del proprio Paese.
Inoltre, nel 1998 si è schierata a favore della fine del proibizionismo, aderendo all’appello finalizzato alla legalizzazione delle droghe leggere per sottrarre i giovani al mercato illegale, anche se successivamente ha affermato che l’utilizzo di droghe leggere può favorire l’utilizzo delle droghe pesanti.
All’età di 90 anni è diventata parzialmente cieca, e nel 2009, all’età di 100 anni, ha modo di pronunciare una frase che diventerà molto nota: “Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”.
Durante il primo decennio del 2000, inoltre, lo Stato ha deciso di intitolarle un concorso volto a promuovere la ricerca scientifica tra i giovani per portare avanti tutti gli ideali a cui Rita Levi Montalcini ha dedicato la sua intera vita, portandola a essere una fonte di ispirazione per le donne di oggi.
Rachele Franzini, 3 A Scientifico