Il 17 dicembre 2015 è stato un giorno decisivo per il mondo e per l’utilizzo dei Social Network. In tema di protezione dei dati personali, è stato infatti presentato un nuovo emendamento, che è stato poi votato il 18 dalla commissione per i diritti civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo.
Questa nuova legge prevede l’innalzamento del tetto minimo di età per l’utilizzo dei principali Social Network come Facebook e Twitter, oltre che dei principali servizi di messaggistica, come WhatsApp e Telegram.
Nel giro di poco tempo quindi, a seconda della velocità dei legislatori, milioni di minori di 16 anni potrebbero non essere più legalmente autorizzati a utilizzare in modo libero social media o chat, a meno che non abbiano ricevuto un’autorizzazione espressa da parte dei loro genitori. Fino ad adesso, tutti i leader del settore tra cui quelli di Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat e Google avevano impostato questo limite di età a soli 13 anni, per rispettare le norme statunitensi ed europee.
I passaggi successivi alla approvazione dell’emendamento sarebbero la ratifica ufficiale da parte del Parlamento stesso e successivamente tutti i Paesi dell’Unione Europea – Italia compresa quindi – avrebbero due anni di tempo per recepire la nuova normativa e per farla entrare in vigore concretamente.
I colossi del Web potrebbero però avere delle serissime difficoltà a far applicare questa normativa per i loro numerosissimi servizi: infatti, dall’entrata in vigore della nuova legge in avanti, qualsiasi persona al di sotto dei 16 anni di età in Europa si troverebbe costretta a richiedere il consenso dei genitori per potersi iscrivere a un qualsiasi Social Network, e perfino prima di scaricare un’app, in particolare di messaggistica, o anche solo di utilizzare un banale motore di ricerca.
Ma abbiamo dei dubbi riguardo l’effettiva applicazione di una norma simile. Basta fare un giro su Facebook per rendersi conto di quanti ragazzini si aggirino sulle pagine del social di Mark Zuckerberg e del fatto che i genitori spesso non conoscano affatto le dinamiche del Web. Sicuramente, se questa norma dovesse divenire realtà, un aumento del limite di età così improvviso da 13 a 16 anni spingerà probabilmente molti ragazzini a mentire sulla loro vera età per continuare ad accedere, piuttosto che chiedere il consenso ai propri genitori. Per ora non ci sono aggiornamenti maggiori sulla approvazione o meno del provvedimento, ma ci (e vi) terremo informati.
Debora Filini, 2A Tecnico