È finito il mondo! Peggio: è scomparsa Wikipedia. La notizia non ha nessun briciolo di verità. Ma prima o poi potrebbe succedere e cosa accadrebbe se sparisse la più grande enciclopedia online?
Per la prima volta nel 2011, per una protesta di legge sulle intercettazioni, la versione italiana si è auto censurata provocando il terrore di molti studenti italiani. La legge è stata poi “ammorbidita”, e il sito ha continuato a sfornare voci.
Grazie ai suoi 20 milioni di articoli scritti in 282 lingue diverse, Wikipedia rappresenta l’enciclopedia “vivente” più fornita del globo. Chiunque, in ogni paese del mondo vi può accedere gratuitamente per consultare le sue informazioni aggiornate di continuo, quasi in tempo reale.
Si tratta di un prodotto open source, di un’enciclopedia liberamente modificabile. Ovviamente non tutti possono integrare voci esistenti o crearne di nuove: per farlo bisogna farsi conoscere e dimostrare di essere attendibili.
Ma non tutto è rosa e fiori. In molti possono mettere le mani nel manuale e modificarne il contenuto e, dunque, non sempre si riesce a controllare nel modo dovuto un flusso così intenso e variegato di informazioni. Il risultato è che tra le innumerevoli notizie veritiere se ne celano altre sbagliate.
Per moderare i danni, gli operatori hanno introdotto regole precise, come l’indicazione delle fonti, oppure alcuni banner che avvertono della mancanza di collegamenti precisi o che indicano addirittura come quest’ultimi siano contraddittori. Ciononostante, queste avvertenze non bastano a convincere i tantissimi che visitano il sito. Esiste però una cura. Proviamo a far finta che Wikipedia non ci sia più.
Del resto mamma e papà non sono “nativi” del web, eppure se la cavavano bene. Come facevano? Si recavano in biblioteca, che è un luogo di ritrovo: ognuno l’ha vissuta e utilizzata in maniera diversa, le sue stanze stracolme di libri hanno rappresentato per le generazioni passate un punto fermo per parecchi anni, dal liceo all’università. L’avvento di Internet e degli e-book le ha sottratto questo primato, anche se in molti ancora rimpiangono il silenzio interrotto dai bisbigli che si percepiva in ogni suo angolo, e quel senso di pace e serenità che dominava tra gli scaffali polverosi, ma ai quali si era comunque legati da un affetto difficile da descrivere.
Elvira Bellicini, 2 A Ls