Leggendo il libro “La storia ci ha mentito” di Arrigo Petacco, che si prefigge di mettere in dubbio alcune certezze storiche, ho letto un argomento che mi ha incuriosito e che molti ignorano.
Ogni persona cerca di emulare il proprio idolo, perfino i più famigerati dittatori della storia.
È il caso perfino del Führer: il modello da seguire per Adolf Hitler fu Benito Mussolini.
Già prima della nomina a cancelliere della Germania, Hitler desiderava incontrare il Duce, per avere consigli in merito ai suoi progetti politici.
Mussolini era infastidito dalla figura di Hitler, mentre il Führer nutriva nei suoi confronti una venerazione che a quanto sembra non venne mai meno. Il primo incontro tra Hitler e Mussolini si tenne a Venezia il 14 giugno 1934.
Il colloquio, stando alle fonti, fu freddo e molto formale, si tenne in lingua tedesca e senza interpreti: il Duce si vantava di conoscere il tedesco, anche se in certi casi esagerava. La svolta del rapporto tra il Duce e il Führer fu nel 1935, quando Francia e Gran Bretagna sanzionarono l’Italia per l’invasione dell’Etiopia.
Mussolini, sentendosi tradito dalla dura reazione che le due super-potenze coloniali avevano avuto contro l’Italia, si avvicinò a Hitler.
Nasce in questa occasione l’amicizia tra il Duce e l’ex caporale austriaco, la cui figura diventerà sempre più dominante nel rapporto tra i due dittatori: l’apprendista riesce a superare il maestro.
Riccardo Bernocchi, 3B Ls