È l’inizio del 1942, piena Seconda Guerra Mondiale, le forze dell’Asse stanno vincendo su tutti i fronti: Europa occidentale, orientale, Africa del Nord e Oceano Pacifico con il recente attacco a Pearl Harbour, che scatena l’entrata degli USA nel conflitto globale.
In una base della Gran Bretagna, un gruppo di giovani, appena usciti dal loro addestramento militare, si fanno carico di un capolavoro dell’aeronautica: il gigantesco bombardiere Boeing 17. Il comandante Robert Morgan dipinge una donna con il nome Memphis Belle, la città di provenienza della sua ragazza. L’equipaggio si prepara già per le prime missioni e il 7 novembre del ’42 avviene il “battesimo” dell’equipaggio e del B-17: la cosiddetta fortezza volante prende il volo e si dirige verso Brest, nel Nord ovest della Francia. Nessun graffio sul bombardiere, letteralmente nessuno: un vero e proprio miracolo, perché l’80% dei bombardieri venivano colpiti e abbattuti. Questa impresa si ripete: Saint Nazaire, Lilla, Lorient, Rouen, Abbeville, Anversa (Belgio) e Wilhemshaven (Germania), a volte tornando più volte nello stesso posto.
Sono passati quattro mesi, il bombardiere si fa sentire nelle basi alleate, dimostrando di essere un vero esempio di valore e coraggio da parte di inglesi e statunitensi. Ma il governo USA, per non traumatizzare i soldati, stabilisce di congedare i militari dopo un certo numero di missioni, venticinque in questo caso: la Memphis ha già compiuto venti bombardamenti con pochi graffi, praticamente incolume.
Ma a questo punto il gioco si fa duro. Il 16 aprile, il comando incarica i piloti, appena rientrati da Lorient, di bombardare in pieno giorno la tedesca Brema, una delle città più protette. Lì si trovava una delle fabbriche più importanti della Germania, si producevano i Fw-190, i letali caccia della Luftwaffe. La vigilia di una missione così importante fa passare la voglia di dormire e la notte si trascorre in bianco. Verso le 6,30 l’equipaggio si prepara per partire, ma arrivati al B-17 ricevono l’ordine di fermarsi perché su Brema ci sono molte nuvole e non si vede l’obiettivo. Dopo due ore di attesa si parte con altri 11 bombardieri. La formazione è scortata fino al confine tedesco da una squadriglia di P-51 Mustang. I primi attacchi dei Bf-109 e Fw-190 riescono ad abbattere un paio di bombardieri. Arrivando a Brema, altri due vengono abbattuti dai precisi e numerosi colpi delle antiaeree. Durante il bombardamento, le nuvole creano problemi ai membri degli equipaggi per sganciare le bombe indirizzate alla fabbrica. Il problema può causare il fallimento: bisogna essere precisi, perché vicino al complesso industriale c’è una scuola con numerosi bambini e civili.
La Memphis Belle, al comando della formazione, decide di passare una seconda volta per bombardare precisamente le fabbriche. Durante il passaggio, viene abbattuto un bombardiere che riesce però a sganciare le bombe sull’obiettivo. Sembra tutto passato, ma al confine con la Francia spunta uno stormo di Fw-190 dal nulla. La Memphis Belle viene colpita a un motore e dopo una decina di minuti si spegne il secondo. Il ritorno a casa sembra escluso, ma la grande abilità dei due piloti del B-17 permette di arrivare in Inghilterra. Tutti pensano che i futuri eroi siano già morti, ma dalla pista si vede una scia di fumo nero proveniente da un B-17 che, dopo un problema al carrello d’atterraggio, riesce ad atterrare. È la Memphis Belle.
Il 17 aprile 1943, dopo un mese passato svolgendo cinque missioni “soft”, l’equipaggio secondo il regolamento viene rispedito in patria: dopo circa un anno di esperienze terribili e dopo 25 missioni, ottiene il primo congedo di un bombardiere pesante della Seconda Guerra Mondiale per meriti di guerra. Il B-17 ha volato 148 ore sganciando una sessantina di tonnellate di bombe. Negli anni ’50 il velivolo viene acquistato circa per quattrocento dollari dal sindaco di Memphis, salvandolo dalla rottamazione. Dopo qualche decennio viene trasferito in mostra vicino al fiume Mississippi, ma dal 2003, restaurato, riposa a Dayton. Il suo equipaggio: pilota Robert Morgan, co-pilota James Verinis, bombardiere e mitragliere Vincent Evans, navigatore Charles Leighton, operatore radio Robert Hanson, mitraglieri Harold Loch, Leviticus Dillon, Eugene Adkins, Clarence Winchell, Scott Miller, Casimer Nastal, John Quinlan e Cecil Scott.
Alberto Julio Grassi, 2 A Scientifico