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Medicina, tra scoperte moderne e antiche

Posted by admin On Settembre - 5 - 2020

Un felice incidente

Nel 1928 circostanze impreviste portarono alla scoperta della penicillina. Come una delle colture batteriche di sir Alexander Fleming fosse rimasta contaminata dalla muffa è ancora ignoto, ma questo caso segnò un punto di svolta per la medicina moderna. Infatti quando il microbiologo scozzese controllò la coltura, scoprì che i batteri attorno al fungo erano morti. Senza volerlo aveva scoperto la penicillina. Prima della sua scoperta si moriva per banali infezioni, ma dopo la sua produzione di massa, a partire dal 1940, furono guarite molte malattie in precedenza mortali. La penicillina fu solo il primo antibiotico, che spinse la scienza a cercarne sempre di nuovi: è l’età degli antibiotici, in cui viviamo.

Respirare meglio

La sperimentazione su stessi ha una lunga storia nella ricerca medica. Infatti se oggi possiamo usufruire del salbutamolo, farmaco anti-asmatico, si deve anche alla decisione del suo inventore di sperimentarlo su di sé. L’asma è quella condizione cronica che colpisce oltre 235 milioni di persone nel mondo: comporta l’infiammazione dei condotti respiratori, che gonfiandosi riducono l’afflusso di aria ai polmoni. Nei primi anni del ’900, gli scienziati scoprirono che l’adrenalina aiutava a decongestionare i condotti respiratori, ma vi erano controindicazioni come l’immediato aumento del battito cardiaco. Alla fine degli anni ’60 alcuni ricercatori inglesi sintetizzarono il farmaco che replicava gli effetti dell’adrenalina sulle vie respiratorie, ma con esiti collaterali: nel 1969 il salbutamolo fu messo in commercio e personalmente testato da David Jack, che ne determinò il giusto dosaggio.

La medicina multiuso

Oggi l‘aspirina rappresenta un must have negli armadietti dei medicinali domestici, ma è importante precisare che l’umanità usa l’acido salicilico, il principio attivo dell’aspirina, da oltre 4000 anni, ricavandolo dal salice e dal mirto. L’aspirina è presente nel mercato dal 1899, ma fu solo dagli anni ’70 che il ricercatore inglese Sir John Vane scoprì come funzionava effettivamente. Infatti l’aspirina tende a bloccare la produzione di prostaglandine, che giocano un ruolo fondamentale nei processi infiammatori e nella trasmissione dei segnali del dolore. Inoltre tale medicinale rende anche il sangue più fluido, ragione per cui molti l’assumono quotidianamente per prevenire infarti e ictus. Ovviamente non tutti possono assumere l’aspirina: in eccesso e/o senza parere medico potrebbe portare a ulcere nello stomaco. Comunque la sua storia sembra si stia evolvendo: alcune ricerche dimostrano che, se assunta giornalmente, potrebbe prevenire diversi tipi di cancro, compresi tumori allo stomaco e all’intestino.

Bloccare il dolore

Ricavata dal papavero da oppio, la morfina rappresenta un altro farmaco dalla lunga storia. Antidolorifico ed euforizzante, agisce sul sistema nervoso centrale bloccando i dolori più intensi: legandosi ai recettori oppioidi nelle cellule nervose del cervello, della colonna vertebrale e dell’intestino, silenzia i segnali del dolore. Gli effetti del papavero sono conosciuti dal 4000 a.C., anche se l’uso medico risale al 1800, con il primo isolamento chimico della morfina. Può avere effetti collaterali seri e causare dipendenza, dunque il suo utilizzo va limitato a casi molto gravi.

Spezzare il ciclo delle psicosi

Fino agli anni ’50 non esistevano farmaci per le malattie mentali, per cui i pazienti con disordini mentali venivano rinchiusi in istituti e trattati, senza grandi risultati, con elettroshock o psicoterapie. Nel 1952 le cose cambiarono con l’avvento della clorpromazina che rivoluzionò lo scenario. Inizialmente questa sostanza era prescritta per superare lo shock delle operazioni chirurgiche, ma poi, grazie allo psichiatra francese Pierre Deniker, il suo utilizzo fu promosso negli istituti per malati mentali. Nel 1954 il farmaco fu approvato dalla Food and Drug Administration e ribattezzato Torazina: blocca i recettori delle dopamine nel cervello e in molti casi permette a pazienti che soffrono di psicosi di vivere normalmente.

Il propanolo

Il propanolo è stato il primo beta-bloccante efficace. Si tratta di una famiglia di farmaci usati per curare problemi cardiaci come aritmie o attacchi di cuore. La loro azione è fondamentale e consiste nel bloccare i recettori per gli ormoni adrenalina e noradrenalina, rallentando il battito cardiaco e riducendo la pressione del sangue. Il responsabile di questo farmaco fu lo scienziato britannico James Blanck, che nel 1964 vinse il premio Nobel per la medicina. Recentemente il propanolo è stato sostituto da altri farmaci con minori effetti collaterali, ma il propanolo ha trovato altri impieghi come la riduzione degli stati ansiosi e la paura da palcoscenico negli attori, ed è consigliato anche per le emicranie.

Elvira Bellicini, 5 A Scientifico

 

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