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Marina mercantile, sacrificio e crescita

Posted by admin On Gennaio - 22 - 2018

Marina e Aeronautica all’apparenza stanno agli opposti, ma possono trovare molti punti di contatto: ne sa qualcosa il nostro istituto “Antonio Locatelli, che se a Bergamo ha la parte aeronautica, in quel di Grottammare mantiene quella navale. Abbiamo intervistato, lo scorso 27 luglio, la direttrice dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile, Daniela Fara.

Direttrice, prima di parlare dei corsi che offrite, le chiederei di presentare l’Accademia.

L’Accademia della Marina Mercantile Italiana vuole essere una risposta alle ambizioni dei ragazzi che voglio intraprendere la carriera del mare e inizia la sua attività nel 2005 su iniziativa di istituzioni pubbliche come il Comando Generale della Capitaneria di Porto, la Provincia di Genova, l’Istituto Nautico “San Giorgio” e la Confederazione Italiana Armatori. Nasce dell’esigenza di qualificare maggiormente i futuri Ufficiali di coperta e di macchina della Marina Mercantile e di accompagnarli in questo progetto: la nostra mission è dunque quella di formare, aggiornare, qualificare e riqualificare il personale marittimo della flotta mercantile Italiana.

Fate selezioni mirate, mi risulta.

Noi selezioniamo con i concorsi annuali per gli allievi un numero di ragazzi in base a quelli che sono i posti messi a disposizione dalle varie compagnie e su questi numeri formiamo le classi, così da garantire a ciascun allievo l’imbarco previsto dal percorso formativo. Provengono prevalentemente dagli Istituti Trasporti e Logistica, e viene loro garantito l’imbarco da allievi ufficiali di 12 mesi, obbligatorio per conseguire il titolo di ufficiale. Questo percorso ha la durata di 2 anni ed è articolato in 1500 ore in aula con corsi di formazione teorici e corsi internazionali.

Più nello specifico, per quanto riguarda i corsi di macchina e coperta, quali sono i requisiti, quanti imbarchi vengono fatti, cosa si studia?

Per accedere al concorso bisogna non aver superato il 26° anno di età, essere cittadini comunitari, avere la qualifica di allievo ufficiale (macchina o coperta) e essere in possesso dei corsi BST (Basic Safety Training) e Security Awarness. insieme al possesso della visita medica biennale in corso di validità che stabilisce se il candidato possiede quei prerequisiti fisici per ricoprire il ruolo di allievo ufficiale e in seguito di ufficiale. La selezione ha una parte scritta e una orale: si valutano sia la conoscenza tecnica appresa durante il percorso di studi sia la conoscenza della lingua inglese, fondamentale, sia una certa capacità di ragionamento logico. Durante l’esame orale viene effettuato un test che indaga il profilo della persona e un colloquio dove si analizza nuovamente la conoscenza dell’inglese, approfondendo anche l’aspetto motivazionale e culturale del candidato. Chi supera le selezioni viene ammesso in un percorso fortemente caratterizzato dall’alternanza scuola lavoro, con quattro periodi a terra alternati con tre a bordo. Alla fine ci sarà la verifica finale che attesterà o meno l’idoneità dell’allievo sia all’esame per acquisire il diploma sia all’esame per ottenere la qualifica.

Si parla di ufficiali di macchina e coperta che provengono da istituti nautici ma chi avesse fatto un liceo scientifico o un istituto tecnico ad altro indirizzo può comunque iscriversi?

Nel 2007 è stato introdotto un modulo di allineamento per permettere la loro partecipazione: nel 2016 è stato riformato e adesso si può svolgere o negli ex istituti nautici, oggi I.T.T.L, nell’ambito del normale percorso di studi oppure può essere erogato da istituti, come l’Accademia, che sono accreditati a erogarlo; le ore sono 700 per il corso coperta e 800 per il corso macchina. I risultati sono stati ottimi e i ragazzi si sono avvicinati maggiormente alla sezione coperta piuttosto che a quella di macchina. Un problema potrebbe essere il finanziamento del corso: fino all’edizione conclusa a maggio 2017, l’Accademia lo poteva erogare gratuitamente grazie al finanziamento del fondo nazionale marittimi; a oggi le risorse stanno scemando e quindi non sarà più possibile presumibilmente, il che complica le cose per chi, ad esempio, viene da zone lontane.

So che da circa un anno avete iniziato a formare anche altro personale per la parte Hotel di bordo con i corsi nella sede di Arenzano e con i corsi nella sede di Lavagna. Ce ne parla?

Abbiamo iniziato con Costa Crociere a Arenzano e poi a Lavagna con Msc. Le figure che formiamo attualmente sono quelle di pasticcere, panettiere e cuoco di bordo per Costa, tecnico multimediale e Middle Manager per Msc. Tutte le nostre attività nascono da un’esigenza delle aziende: questo garantisce formazione mirata e occupazione e imbarco a fine corso. Con Costa Crociere sono state previste anche figure che hanno necessità di una formazione più breve, come animatori, guest-service e così via. A settembre il corso fotografi. I requisiti variano dalla figura: è evidente che per fare il cuoco di bordo sarà necessario o il diploma alberghiero o un’esperienza professionale; per l’animatore sarà invece necessario un diploma di scuola superiore. Tuttavia quello che sempre è indispensabile è la conoscenza delle lingue..

L’Accademia ha anche una collaborazione stretta con Grandi Navi Veloci per formare assistenti d’ufficio.

La figura dell’assistente d’ufficio non è adottata da tutti: Grandi Navi Veloci invece ne ha fatta una figura centrale nella propria organizzazione e abbiamo fatto già due corsi; ora è aperto un bando per assistente d’ufficio addetto alle telecomunicazioni, una figura ancor più specifica e molto strategica. Accademia è diventato centro di formazione continua per GNV: la compagnia ha fatto della formazione una delle policy aziendali, non solo con formazione in ingresso ma anche riqualificazione e aggiornamento. Per questo finanzia interamente il corso. Questa figura opera nel settore hotel ed è, sostanzialmente, l’assistente diretto del commissario di bordo; quello addetto alle telecomunicazioni nasce invece  dall’evoluzione del marconista e del radiotelegrafista che oggi non esistono più. In questo caso l’assistente d’ufficio addetto alle telecomunicazioni ha, su ordine degli ufficiali di coperta, ha il compito di seguire le comunicazioni. Questa cosa è propria di GNV che ha pensato di sostituire il radiotelegrafista con l’assistente d’ufficio addetto alle telecomunicazioni, aprendo una possibilità di occupazione a soggetti diversi dall’ufficiale di coperta, perché normalmente questo ruolo di operatore è affidato a loro Per fare questo corso occorre il diploma di scuola media superiore e non occorrono requisiti particolari se non la conoscenza delle lingue.

Sembra che la conoscenza delle lingue sia fondamentale in questo settore.

Assolutamente. Senza l’inglese qui non si lavora. Per i settori tecnici, quindi macchina e coperta, è essenziale l’inglese ben parlato e ben compreso, perché è fondamentale soprattutto in situazioni di sicurezza dare e comprendere ordini. Nel settore hotel invece una lingua non basta. Va recuperato un approccio migliore a queste materie: nella tradizione italiana c’è sempre stata scarsa propensione allo studio delle lingue straniere.

I nostri allievi a Bergamo e a Grottammare sono avvantaggiati rispetto ad altri perché già dalla prima superiore hanno un’ora dedicata alla madrelingua inglese e soprattutto iniziano lo studio di una seconda lingua, lo spagnolo, con la possibilità di ricevere le certificazioni internazionali come il Dele e il First.

Secondo me questa è la strategia del futuro, non solo per questo settore specifico dove è fondamentale, ma anche per altri settori.

Parliamo del tasso medio di occupazione dei vostri allievi:  l’Accademia ha sempre formato occupati, laddove molti corsi formano invece disoccupati.

Noi siamo oltre il 92% per quanto riguarda gli ufficiali di coperta e di macchina e, a oggi, al 100% di occupati per quello che riguarda i corsi fondo sociale europeo, quindi corsi più brevi nel settore hotel, elettricisti e operatori meccanici. Siamo in generale sopra il 90% per tutti i nostri corsi e ci tengo a ribadirlo. Quando abbiamo capito, nel tempo, di aver avviato corsi che non portavo a questi risultati, li abbiamo cessati. Noi vogliamo fare occupati e non disoccupati: questo settore fortunatamente, nonostante la crisi, ha retto molto bene e continua a dare occupazione.

Cosa si sente di dire ai nostri allievi?

Il settore del trasporto marittimo in generale è un settore dove si può trovare ancora occupazione, ma che ha due caratteristiche: una è il sacrificio, mentre l’altra è la gratificazione. Non solo perché si ottengono occupazione e lavoro, ma anche perché ci sono sia soddisfazioni economiche che possibilità di carriera. Ho detto anche sacrificio perché è davvero un sacrificio stare a bordo: non è una vita normale e ha caratteristiche a cui non tutti sono portati. Quello che mi sento di dire è guardarsi in uno specchio e chiedersi se si pensa di avere un futuro a bordo, tenuto conto che questo lavoro ha la caratteristica del sacrificio, dell’impegno, a volte della solitudine; infine ha la caratteristica di necessitare un grande equilibrio, perché si deve saper stare soli ma anche confrontare a volte con molte persone e altre sempre con le stesse venti, e si è li per mesi, con i problemi da risolvere sul posto. Si incontrano molte nazionalità, molte culture e quindi oltre all’equilibrio ci vuole molta apertura mentale, considerazione delle diversità culturali, rispetto degli altri, senso della gerarchia. Diciamo che la vita di bordo è un mondo che incontra tutti gli aspetti che si possono incontrare nell’ambito di una vita globale nei vari settori. Credo che un ragazzo debba quindi chiedersi: “Io mi ci vedo a bordo? Penso di farcela? Penso di avere queste caratteristiche?”. Perché se una persona tiene molto a stare vicino alla famiglia, agli amici, tiene a fare una vita “normale” – cosa legittima e lo voglio sottolineare -, questa non è la vita per lui. Dopo ciò deve sapere che il sacrificio e l’impegno sono grandi: si trova, come dicevo prima, in un unico contesto tutto quello che si può trovare in più contesti nella vita. A bordo, come a terra, non viene regalato nulla e come ci si comporta è fondamentale per gli altri e per la loro sicurezza; se non si è a servizio della squadra, altra caratteristica che si deve possedere per lavorare a bordo, si viene emarginati. Credo quindi che questo settore sia una bellissima e grande opportunità che dà gratificazioni economiche e di ruolo sociale, ma che richiede grande sacrifico e dove nulla viene regalato: a partire dal sacrificio per la formazione iniziale fino ad arrivare a quello per tenersi aggiornati e avere continuamente voglia di studiare. Non tutti sono portati e non è una colpa non esserlo.

Mirko Mondini, diplomato 2014

 

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