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Leningrado, 900 giorni di assedio

Posted by admin On Maggio - 24 - 2017

L’illusione nazista di una vittoria contro l’ex capitale degli Zar stroncata dall’accanita resistenza russa e dal gelido inverno del 1941 Quarantacinque tonnellate di cibo al giorno e l’unione della cittadinanza portano due anni dopo alla liberazione dalla prigionia

Già dall’agosto del 1941, quella che era stata la capitale dello Zar con il nome di San Pietroburgo era stretta dalla morsa tedesca: sull’altro fronte però oltre un milione di persone presero parte alla difesa di Leningrado. Vennero costruite trincee, buche e fosse anticarro.

I tedeschi ritenevano che la città, sotto bombardamento aereo e terrestre perenne, non sarebbe durata a lungo, ma né il comandante militare di Leningrado, Kliment Efremovič Vorošilov, né la popolazione, erano intenzionati a capitolare così facilmente di fronte all’attacco nazista.

Quando le divisioni tedesche cominciarono a penetrare nei sobborghi della città, si resero conto che la conquista di Leningrado avrebbe comportato sia un grande impiego di mezzi, sia una grande quantità di tempo.

Alla difesa di Leningrado presero parte anche più di 400.000 donne che si sostituirono agli uomini non solo nelle fabbriche in genere, ma anche nella costruzione di apparati difensivi. Convinto che Leningrado non avesse più alcuna possibilità di resistere, Hitler affermò “Leningrado cadrà da sola, come un frutto maturo” e lanciò il grosso delle truppe tedesche contro Mosca.

L’inverno del ’41 fu molto rigido e i russi, per inviare provviste e materiale alla città, utilizzarono alcuni grandi aeroplani. Questi aerei riuscirono a portare nella città assediata 45 tonnellate di viveri al giorno. Venne creato anche un corridoio sul lago Ladoga, grazie al quale i camion russi poterono rifornire la città.

Anche i tedeschi, però, dovettero combattere contro la fame e il freddo. La guerra lampo, punto di forza dell’esercito nazista, era diventata una guerra di posizione contro due nemici: i russi, arroccati nelle rovine della città, e l’inverno, che congelava i mezzi e uccideva migliaia di soldati.

Stalin ordinò a Georgij Konstantinovič Zukov, il più grande generale dell’Armata Rossa anche se spesso da lui contrastato, di continuare la difesa della città: fu proprio lui a organizzare le truppe sovietiche e a permettere la resistenza della città, nonostante la sproporzione tra le forze. Riuscì a tal punto, grazie anche alle condizioni climatiche, che nel 1943 furono i tedeschi a trovarsi assediati dall’Armata Rossa.

I Russi tra il ’43 e il ’44 spazzarono via i tedeschi dalla zona di Leningrado. Per questo successo Zukov ottenne il grado di Maresciallo dell’Unione Sovietica dallo stesso Stalin.

Dopo 900 giorni d’assedio, finalmente il cielo sulla città non era attraversato da bombardieri e da granate: l’assedio di Leningrado era finito.

Riccardo Bernocchi, 3B Ls

 

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