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Impaginare? Un’arte

Posted by admin On Maggio - 13 - 2017

Forse non molti di voi si saranno interessati a questo argomento ma penso sia giusto che lo affrontiate almeno una volta: cercherò di illustrarvi alcune regole base che vi possono aiutare a ottenere un buon risultato finale, dando per scontato che l’argomento  della tesina sia già scelto e ben conosciuto, visto che è su quello che arriva la valutazione. Una piccola nota: la prima di copertina è la pagina del titolo, la seconda di copertina è la pagina successiva, mentre la terza e la quarta di copertina sono le ultime due pagine del vostro lavoro.

Il primo consiglio è di giustificare il testo, non utilizzate l’allineamento sinistro, orribile e antiestetico; inoltre sarebbe l’ideale impostare la sillabazione automatica del testo. Per centrare il testo non utilizzate la barra spaziatrice ma l’apposita funzione.

Il secondo consiglio è di utilizzare un unico font (carattere) per il corpo del testo che magari non sia il classico Times New Roman impostato di default: io personalmente userei un font formale (sarebbe meglio utilizzare font con grazie, come il Garamond o il Linux Libertine, entrambi gratuiti e reperibili online). Per i titoli dei capitoli, sezioni e sottosezioni utilizzerei un font senza grazie (ad esempio il Linux Biolinum). Cerchiamo inoltre di utilizzare tutte le potenzialità del font e quindi utilizziamo le legature del testo (per chi possiede un iMac questa cosa avviene in automatico) e le lettere maiuscole accentate: non scriviamo e’ o E’ che sono davvero molto brutti. Inoltre non superiamo il calibro 12 di grandezza: è davvero antiestetico e, se possiamo, stampiamo fronte e retro (molto più elegante).

Un’altra buona norma è quella di iniziare sempre un nuovo capitolo sulla pagina dispari dunque lasciando eventualmente una pagina bianca: inoltre il numero delle pagine dovrebbero essere a multipli di quattro (soprattutto per chi ha in mente di stampare il suo lavoro in tipografia). La seconda di copertina dovrebbe essere lasciata libera e sulla pagina immediatamente successiva si crea l’indice dove si riportano i capitoli, le sezioni e le sottosezioni (anche qua variamo il corpo: per il capitolo usiamo un grassetto, per la sezione il font normale mentre per le sottosezioni usiamo l’italic). Cercate dunque di suddividere il testo in capitoli, sezioni e sottosezioni per rendere più ordinato e organizzato tutto il vostro lavoro numerando in questo modo: il numero singolo (1) per i capitoli, la numerazione (1.1) per indicare la sezione e infine la (1.1.1) per indicare la sottosezione.

Nel caso in cui si debbano inserire immagini bisognerebbe sempre cercare quelle di migliore definizione e qualità per evitare sgranature. Ogni volta che si inserisce qualcosa nel testo (figure, tabelle, grafici) bisogna sempre mettere una numero (Fig. 1.1, Tab. 2.3) seguito da una breve descrizione: le numerazioni sono indipendenti e dovrebbero seguire il numero di capitolo ed inoltre sarebbe bene citarle almeno una volta nel testo.

Tenete anche a mente queste regole sulla punteggiatura e sulla spaziatura: per prima cosa non usiamo la barra spaziatrice per fare tabulazioni, esiste l’apposito tasto; lo spazio non va prima dei segni di punteggiatura (.,!?) ma ci va dopo; quando si aprono o chiudono le parentesi non si deve lasciare lo spazio e il segno che chiude la frase deve stare dopo la chiusura della parentesi; stesso discorso per le virgolette.

Un altro consiglio è quello di impostare il numero di pagina in basso, alternato a destra o sinistra a seconda che sia pagina dispari o pari; nella prima, seconda, terza e quarta di copertina, nella prima pagina dell’indice, di capitolo e di bibliografia il numero di pagina non va. La numerazione inoltre dovrebbe partire dal primo capitolo e dunque tutto ciò che sta prima dovrebbe, di norma, seguire un’altra numerazione, magari con i numeri romani minuscoli (i, ii, iii, …, xix).

Per impaginare al meglio la vostra tesina avete molte strade. La prima è quella di utilizzare Word o OpenOffice: il primo fa parte della suite a pagamento Microsoft Office mentre il secondo è un programma open-source che può essere scaricato gratuitamente da internet. In entrambi i casi il risultato che si ottiene non è sempre quello che si vorrebbe; soprattutto man mano che le pagine aumentano ci si accorge che diventa sempre più complesso gestirle. La seconda soluzione che propongo è quella dei software desktop publishing: anche qui esistono software proprietari, come Publisher (suite Office), InDesign di Adobe (il mio preferito), QuarkXPress, Pages (solo per utenti Mac), e software open-source come Scribus (l’unico degno di nota). In entrambi i casi il risultato sarà tanto migliore tanto più diventerete pratici del software: fate molte prove e vi consiglio di visionare anche qualche manuale che può esservi utile per le prime volte; alla fine l’esperienza e i trucchi che imparate da soli sono comunque migliori di qualsiasi documento.

La terza via è quella più complicata, ma garantisce risultati davvero eccellenti: sto parlando del software di composizione tipografica LaTeX. Personalmente è quello che preferisco in assoluto: è molto versatile e fa veramente di tutto, l’unico grosso problema è che va imparato. Questo ambiente di lavoro è davvero molto diverso perché ciò che si scrive è un vero e proprio codice sorgente che, una volta compilato, produce un file in output (generalmente in formato pdf). È utilizzato sia in ambiente scientifico che in ambiente umanistico per la sua estrema versatilità. Nel caso in cui vogliate utilizzare questo strumento vi consiglio di leggere bene, dato che la ritengo davvero un buon punto di partenza per imparare, questa guida: www.lorenzopantieri.net/LaTeX_files/ArteLaTeX.pdf.

Concludo ricordandovi ancora una volta che questi aspetti sono “secondari” e che si affrontano generalmente solo quando si è giunti ad un buon punto con gli argomenti che si sono decisi di trattare. Ad ogni modo, se volete maggiori dettagli su InDesign o su LaTex potete scrivermi una e-mail a questo indirizzo: mirko.mondini@studio.unibo.it e sarò ben felice di rispondere ai vostri dubbi. Non mi resta che augurarvi un buon lavoro.

Mirko Mondini, diplomato 2014

 

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