Perché il problema come sempre è l’ignoranza, la disinformazione che porta agli sbagli. Continuiamo a correre in soccorso di coloro che abbandonano le coste del “continente nero” con nulla in tasca ma migliaia di sogni nella testa: chi mosso da disperazione, chi in fuga dalla guerra, chi con un proprio “american dream”.
Loro cercano salvezza verso le nostre coste. Centinaia di migliaia di persone dedicano la loro vita per potersi pagare un biglietto, un posto su un barcone per poter raggiungere la Sicilia o la Grecia con la speranza di raggiungere ed esaudire desideri di una vita, che a noi sembrano banali, ma che per loro sono quasi inimmaginabili, come per esempio una casa propria, un lavoro, condizioni di vita umane.
Se arrivano, appena toccata terra si renderanno conto che i sogni erano tutte fantasticherie.
Saranno raccolti in centri che li tratteranno come merce, per denaro: lì loro non sono persone, ma solo i mezzi per ricevere agevolazioni statali.
Tutto potrebbe cambiare, potremmo far cessare gran parte di questi sbarchi clandestini informandoli, smentendo i loro sogni sul nostro Paese, per poterli però realizzare nel loro.
Se tutto ciò che desiderano, se tutto ciò per cui sono spinti a solcare quelle paurose e, ormai, sanguinose acque lo portassimo noi da loro? Se migliorassimo noi le loro condizioni di vita, non sarebbe meglio?
Noi ci lamentiamo del loro continuo afflusso, ma non cerchiamo soluzioni; cerchiamo al massimo soluzioni al nostro problema, ma non al loro.
Dobbiamo pensare alla causa che porta allo scaturire di tutti questi flussi migratori. Spendiamo milioni per il loro soccorso e sostentamento, ma se li spendessimo per costruire case, pozzi o per cessare guerre non sarebbe forse meglio e più utile?
Marcello Colombi, 3A Ls