La crisi attuale non è una crisi di passaggio: riguarda non solo il mercato dei titoli di borsa, ma il mercato globale. Tanti la paragonano alla crisi del ’29, detta la grande depressione: non hanno tutti i torti, perché come detto questa crisi non riguarda solo la borsa ma tutto il mercato di produzione; e gli effetti della crisi del ’29 durarono fino al decennio successivo, tanto che all’inizio della seconda guerra mondiale l’America era appena uscita quasi totalmente da questa grande crisi.
Come la grande depressione, anche questa crisi di oggi è scoppiata a New York, più precisamente a Wall Street subito dopo il fallimento della banca americana multimilionaria Lehman & Brothers. Il suo fallimento fece crollare il mercato azionario, le borse di tutto il mondo caddero in poco tempo grazie alla globalizzazione e a causa della connessione tra i mercati finanziari internazionali, quindi le sue ripercussioni si avvertirono molto velocemente in tutto il globo. Quanto basta per temere un lungo periodo di crisi e quindi di recessione economica, il che significa sacrifici e difficoltà economiche per miliardi di persone e milioni di famiglie.
Anche l’Italia è stata colpita da questa crisi? Ebbene la risposta è sì, anche se siamo riuscita ad “attutire il colpo” paradossalmente proprio grazie alla nostra arretratezza economica: ma questo solo nel settore degli investimenti in borsa, dove in Italia le banche sono i “sovrani”, altrettanto non si può dire nel settore delle piccole, medie imprese, dove il lavoro è sceso notevolmente e in certi casi anche sparito totalmente.
Le crisi nel mondo non sono una cosa nuova, ma si ripetono continuamente; sono in qualsiasi forma, sia finanziare che non, ma torniamo sulla retta via: ogni crisi ha una soluzione, e grazie al progetto New Deal, emanato dal presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt si è riuscito a “ridurre i danni” della grande depressione.
Per la crisi del 2008 non è mai stato attivato un vero piano di recupero su scala globale dei paesi colpiti da codesta crisi, ma ogni paese ha dovuto adottare alcune proprie “misure” per cercare di ristabilire l’economia interna.
Gli effetti di questa devastante crisi segneranno una cicatrice incancellabile dall’economia moderna.
Xavier Salvini, 2 C Tecnico