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Cinque “famosi” italiani “sconosciuti”

Posted by admin On Dicembre - 23 - 2015

In pochi sanno che l’Italia ha contribuito enormemente alla fisica del ’900 con personaggi che sono passati alla storia per quello che hanno fatto: tutti sanno chi è Albert Einstein, ma in pochi conoscono la grande figura di Edoardo Amaldi. Già, chi era Amaldi? Beh, un personaggio da nulla, se non fosse per il fatto che ha contribuito alla nascita dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), del Centro Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Oltre ad Amaldi, che è un esempio come tanti che se ne potrebbero fare, c’è stato un gruppo di giovani ragazzi che si dedicarono appieno alla fisica ottenendo risultati davvero straordinari.

Questo gruppo, nel quale c’era anche Amaldi, era capitanato da un giovane e promettente scienziato: tale Enrico Fermi. Fu uno studente modello, selezionato dalla Normale di Pisa, dove si laureò a pieni voti con la lode. Già allora stupì la sua grande preparazione matematica e fisica. Nel 1925 venne chiamato da Mario Corbino, direttore del centro di Fisica di Roma, a ricoprire la prima cattedra di Fisica Teorica d’Italia. Subito dopo essersi insediato a Roma Fermi volle creare un centro di ricerca d’avanguardia per l’Italia e con l’aiuto di Corbino riuscì nel suo intento. Il gruppo era formato dai fisici Edoardo Amaldi, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti, Emilio Segrè, Ettore Majorana e dal chimico Oscar D’Agostino.

Questi “ragazzi”, oltre a essere ottimi scienziati, erano anche ottimi inventori e molti di loro sapevano soffiare il vetro. Dobbiamo immaginare che negli anni ’30 non c’erano negozi, come ci sono ora, dove si potesse acquistare il materiale necessario per fare gli esperimenti e quindi bisognava costruirseli da sé. Molti di questi oggetti sono ancora visibili presso il museo di via Panisperna a Roma (oggi parte del comprensorio del Viminale).

Inizialmente le loro ricerche riguardavano la spettroscopia atomica e molecolare, anche se successivamente si orientarono allo studio sperimentale dei nuclei atomici. In particolare scoprirono come rendere radioattivi in modo artificiale numerosi elementi stabili.

Dal punto di vista teorico, invece, Fermi e Maiorana chiarirono molti aspetti sull’atomo e sulle forze che interagivano in esso, pubblicando nel 1934 un importante studio sul decadimento β.

Tutti questi studi sull’atomo portarono Fermi a vincere il premio Nobel per la fisica nel 1938 per “l’identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti”. Dopo aver ritirato il premio Nobel, Fermi se ne andò dall’Italia a causa delle leggi razziali emanate da Mussolini e il gruppo si sciolse definitivamente con molti dei “ragazzi” che emigrarono all’estero per le stesse ragioni.

Grazie alle ricerche di questi giovani ragazzi la fisica fece un balzo netto in avanti: quando qualcuno vi dice che non siamo buoni a niente, ricordatevi di questi ragazzi.

Mirko Mondini, diplomato 2014

 

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