Negli ultimi tempi si è parlato di legalizzare le droghe leggere, cioè di creare veri e propri negozi per la vendita legale di tale tipologia di sostanze, con tanto di scontrino e tassa sul consumo.
Da un punto di vista economico la legalizzazione delle droghe favorirebbe un grande introito per lo Stato, vista la vastità dell’utilizzo. Inoltre si potrebbe combattere il fenomeno delle organizzazioni criminali, che si sono arricchite e continuano ad arricchirsi grazie alla vendita illegale di stupefacenti. Quindi legalizzare la produzione e la vendita al dettaglio delle droghe strapperebbe loro questo business, indebolendole considerevolmente.
Però la questione vera riguarda l’utilizzo di sostanze che recano danni seri agli individui che ne fanno uso e provocano principalmente lesioni gravi e irreparabili al cervello. Con la legalizzazione, acquistare stupefacenti sarebbe più facile e potrebbe aumentare drasticamente il numero di coloro che diverrebbero così dipendenti dalle varie sostanze: la società potrebbe non riuscire a farvi fronte.
Un altro fattore da tenere in considerazione è la costruzione delle strutture per la vendita delle droghe, chiamate “coffee shop”, che potrebbero pure diventare terreno di altra criminalità: questa considerazione purtroppo è da fare, considerata la disorganizzazione dello Stato, soprattutto nella costruzione di edifici utili alla società e vista la corruzione nelle gare di appalti. Il papa in un suo discorso ha ribadito un secco no alla legalizzazione delle droghe e in Italia si è solo aperto un dibattito su questo argomento. Possiamo trarre solo una considerazione certa da questo argomento, e cioè che “noi siamo i padroni del nostro destino”. Questa citazione, di Nelson Mandela, ci fa comprendere che resta a discrezione di ciascun individuo ogni decisione, che danneggi o meno se stesso, indipendentemente dalle scelte dei governi.
Nicolò Gelmi, 2A Ls