Quando si pensa alla musica classica, i primi nomi che ci vengono in mente sono Wolfgang Amadeus Mozart. Oppure Ludwig Van Beethoven. O anche Fryderyk Chopin. La musica classica italiana, invece, è collegata a Giuseppe Verdi, Antonio Vivaldi o ancora Gioacchino Rossini. Un compositore che invece magari pochi conoscono, ma che fa parte dei grandi italiani, è Gaetano Donizetti, originario di Bergamo.
Domenico Gaetano Maria Donizetti nasce il 29 novembre 1797 nella città dei Mille da una famiglia povera. A 9 anni inizia a partecipare alle “lezioni di musica caritatevoli”. Subito il suo maestro, Mayr, si accorge che il bambino è particolarmente dotato, così inizia a seguire personalmente la sua istruzione musicale. Dopo qualche anno si sposta a Bologna, per completare gli studi da Stanislao Mattei, il maestro di Rossini. Nel 1817 Gaetano ritorna a Bergamo, dove gli vengono commissionate quattro opere. Il suo esordio avviene un anno dopo, a Venezia, con Enrico di Borgogna. Nel 1822 esordisce alla Scala, presentando Enrica e Serafina, che però sarà un disastro.
Il vero debutto arriverà più tardi, quando il suo primo insegnante rifiuterà una commissione e convincerà i committenti a dare un’occasione a Donizetti. Così nasce Zoraida di Granata, che viene accolta con entusiasmo. Nel 1830 presenta a Londra, Parigi e Milano il suo primo grande successo: Anna Bolena. Due anni dopo produce una delle sue opere più conosciute: L’elisir d’Amore, con cui diventa uno tra i più acclamati operisti del tempo. Nel 1834 firma un contratto con il teatro San Carlo di Napoli, che prevede di scrivere un’opera seria ogni anno. Nel 1842 assiste alle prove del Nabucco di Verdi, da cui rimane impressionato.
Alla fine del 1845 è colpito da una grave paralisi cerebrale, indotta da sifilide e da una probabile malattia mentale. Muore tre anni dopo, quando ormai è in grado di emettere solamente qualche monosillabo. Alla fine della sua vita l’instancabile compositore lascia circa 70 opere tra serie, miniserie, buffe, farse, gran opéra e opéra-comiques.
La caratteristica principale di Donizetti è quella di produrre le proprie opere di getto, capacità acquisita durante gli studi con Mayr, che credeva che la fantasia creativa dovesse essere sollecitata e non messa da parte. Bergamo ricorda questo grande artista con un teatro a lui dedicato, ora in ristrutturazione, e un museo situato in Città Alta.
Viola Ghitti, 1 A Scientifico