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Clima e meteo: qualche distinguo

Posted by admin On Giugno - 29 - 2016

Clima e tempo meteorologico

Una delle cause per cui il cambiamento climatico è divenuto uno dei temi di punta del primo decennio del XXI secolo è principalmente sociologica: qualsiasi episodio meteorologico estremo, o comunque fuori dall’ordinario, sebbene non abbia nulla a che vedere con un cambiamento climatico può essere ripreso con un comunissimo smartphone e caricato senza troppi problemi sui social network.

Così, per esempio, i mezzi di comunicazione attribuirono al cambiamento climatico i danni causati dallo tsunami in Indonesia nell’ormai lontano 2004 o dall’uragano Katrina a New Orleans nel 2005.

Il problema è che questi due fenomeni con il cambiamento climatico non centrano nulla: infatti il primo evento è stato causato da un terremoto a 30 chilometri di profondità di magnitudo 9.5 sulla scala Richter (uno degli eventi più estremi dell’era moderna), mentre il secondo non è imputabile all’uragano Katrina, che è stato sì molto violento ma che quando ha raggiunto New Orleans aveva ormai perso molto di intensità e se la città si è trovata sommersa dal Mississippi è stato solo a causa della fragilità degli argini che lo avrebbero dovuto contenere (si parla di circa venti brecce che si sono formate).

Forse, la prima cosa da fare è imparare la differenza tra tempo e clima, ossia tra la meteorologia e la climatologia. La differenza deriva dalla diversa scala temporale a cui ciascuno di essi fa riferimento.

Più esattamente il tempo è lo stato della atmosfera in un luogo e in un momento ben determinati a differenza del clima che è lo stato dell’atmosfera osservato per anni.

Il clima è invece per definizione lo stato medio dell’atmosfera che è stato osservato come tempo meteorologico per più di trent’anni.

Il clima è dunque la successione periodica di tempi meteorologici in un luogo, che determina uno stato più frequente, ossia “meno anomalo”, dell’atmosfera su di esso.

Di conseguenza gli eventi straordinari come tsunami o uragani (ovviamente non parliamo di quelli che si sviluppano con regolarità in date aree geografiche del pianeta), non hanno nulla a che vedere né col clima né con il cambiamento climatico.

Il riscaldamento globale

Ma, allora, cos’è il cambiamento climatico? Esiste o non esiste?

In realtà il clima è cambiato, cambia e cambierà perché si tratta di un meraviglioso sistema dinamico che per definizione non può fare altro che modificarsi continuamente nel tempo.

Per esempio, alla fine del X secolo, i vichinghi migrarono in Groenlandia: una terra verde (lo dice il nome stesso), ricca di pascoli e decisamente carente di ghiaccio, dove fondarono una ricca e prosperosa colonia. Verso la metà del XVI secolo sopraggiunse però la cosiddetta “piccola glaciazione”, durata all’incirca fino alla metà del XIX secolo (sebbene non vi sia una concordanza tra gli studi), che provocò un brusco calo delle temperature medie nell’emisfero boreale. I nostri amici vichinghi furono così costretti ad abbandonare quella Grønland (il nome in danese, che significa appunto terra verde) che oggi ha tutto meno che verdi pascoli.

Ci sono altri esempi che si possono fare: dopo la fine della piccola glaciazione la temperatura media della Terra ha continuato a crescere fino ai giorni nostri, tranne per un periodo che va dal 1940 al 1975 circa in cui si è registrato un lievissimo calo delle temperature e fa strano pensare che qualcuno (animalisti, ambientalisti, ecologisti, giornalisti e chi più ne ha più ne metta) sosteneva che stavamo entrando in una pesantissima glaciazione. La verità, invece, è che la temperatura media della Terra in questi ultimi anni si sta innalzando.

Al giorno d’oggi, la teoria del cambiamento climatico si compone dall’unione di tre ipotesi che non sempre vengono distinte tra loro, anche se ciascuna di esse possiede un grado diverso di dimostrabilità. Questi sono i tre pilastri: in primo luogo esiste un riscaldamento globale della Terra; in secondo lugo la causa principale del riscaldamento globale è l’effetto serra; infine le cause principali dell’effetto serra sono le emissioni di CO2 (anidride carbonica) di origine umana.

Per arrivare ad elaborare questa teoria ci sono voluti decenni di studio e di cooperazione tra Meteorologi (quelli seri, non quelli sparano a giugno che il 27 gennaio alle ore 12,07 a Bergamo cadranno 10 metri di neve o che a maggio ti sanno dire che a ferragosto ci saranno 30 gradi con cielo sarà limpido a Bari) e Climatologi. Si spera ora che qualcuno si svegli e inizi a considerare il cambiamento climatico non come una chiacchiera da bar ma come una questione seria da affrontare quanto prima.

Mirko Mondini, diplomato 2014

 

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