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Centrali nucleari? Perché sì e perché no

Posted by admin On Gennaio - 22 - 2018

L’energia nucleare nacque nel 1934 con alcuni esperimenti sotto la guida di Enrico Fermi e fu portata avanti dal chimico Otto Hahn, che dimostrò la fissione atomica nel 1938.

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A quel tempo era ancora un’energia sconosciuta, ma il 6 agosto 1945, con lo sgancio della prima bomba atomica su Hiroshima, tutto il mondo vide la potenza dell’energia nucleare.

Quel giorno fu molto importante per l’uomo, sia a livello scientifico che economico, ma purtroppo a livello bellico la questione si faceva preoccupante.

Dagli anni Cinquanta in poi, il nucleare venne implementato anche nell’ambito civile, dove ebbe un grande riscontro, infatti intorno agli anni Settanta il nucleare produceva ben il 43% del fabbisogno energetico mondiale, mentre oggi solo il 16%. Nell’ingresso del nuovo millennio molti impianti nucleari smisero di funzionare e molti stati confermarono l’abbandono di questa energia a causa degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, che fecero dubitare della sicurezza delle centrali.

L’Italia era un grande produttore di energia elettronucleare: tanto che infatti agli inizi degli anni Sessanta contava 3 centrali ed era il 3° produttore mondiale. Oggi la produzione in Italia è cessata, abolita nel 1990.

L’energia nucleare presenta molti vantaggi rispetto ad altre energie rinnovabili e rispetto alla produzione tramite combustibili fossili. Il primo aspetto fondamentale è l’emissione di CO2, infatti questa energia, non emettendo questo gas nell’atmosfera,  può essere considerata pulita sotto il punto di vista climatico. L’altro aspetto fondamentale è il vantaggio economico che porta a uno stato:  infatti oltre a produrre di più di qualsiasi altra fonte energetica, la nazione, se non ha una certa materia prima per produrre energia sul proprio territorio, avrà meno bisogno di importarne dall’estero. L’ultimo aspetto positivo è la diminuzione dei conflitti nelle zone orientali: infatti ,come detto nel punto precedente, gli stati, soprattutto europei, avranno meno bisogno ad esempio di petrolio, che è la causa principale di molte guerre.

Gli aspetti negativi del nucleare sono altrettanti, ma con po’ di precauzione e attenzione si possono ridurre. Il primo aspetto che vediamo riguarda il caso di un incidente che, come il mondo ha già sperimentato, è uno scenario infernale, con molte ripercussioni negative sul clima e soprattutto sugli esseri viventi: per esempio dopo Chernobyl, in Europa non si è potuto mangiare alimenti provenienti dalla terra per colpa delle radiazioni. C’è da dire però che, da quando è avvenuto l’incidente di Chernobyl, i tempi sono cambiati e oggi la sicurezza degli impianti nucleari è aumentata molto. L’aspetto più preoccupante è lo smaltimento delle scorie radioattive, che deve seguire una procedura di decadimento negli appositi depositi geologici, che richiedono anni di studio per essere messi in sicurezza e un enorme spesa; inoltre le popolazioni non vogliono che questi depositi o centrali vengano costruiti sul loro territorio.

L’ultimo problema non è direttamente dovuto dall’energia nucleare ma è una complicazione che, negli ultimi anni, sta diventando preoccupante: il terrorismo. Non è infatti da escludere l’idea di un attacco alle centrali, perciò i nuovi impianti in costruzione hanno già adottato metodi per prevenire e impedire questi attentati.

A mio parere l’energia nucleare è una fonte energetica che, se deve essere usata, deve essere per tutti; se invece deve essere abolita, dovrebbe essere abbandonata da tutto il mondo. Prendiamo come esempio l’Italia: non ha impianti nucleari attivi, ma è al confine con la Francia che ha ben 59 centrali, quindi, se dovesse avvenire un incidente, le radiazioni arriverebbero pure in Italia. Perciò vale la pena riattivare il nucleare anche nel nostro paese, cosa che in questo periodo darebbe un grande contributo economico.

Manuel Carlucci, 3 A Scientifico

 

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