È incredibile a che punto si sia arrivati. Gli interventi e le soluzioni riguardanti il bullismo sono inefficaci e, in ogni caso, non abbastanza sostanziosi. Non è possibile che un genitore debba mandare il proprio figlio a scuola o da qualsiasi altra parte col timore che venga preso di mira e “bullizzato” da bambini o ragazzi che compiono atti di violenza morale per sentirsi più forti verso i più deboli. Tutto questo perché? Perché si è omosessuali? Perché non si è magri e “fisicati” come altri? Perché non si fa quello che fa il resto del gruppo? Perché e, soprattutto, c’è una soluzione a tutte questi comportamenti violenti?
Secondo gli psicologi si tratta di una vera e propria emergenza, che può essere combattuta a partire dall’intervento a scuola. È proprio così, bisognerebbe stabilire un programma di prevenzione del bullismo in tutte le scuole, facendo in modo che abbiano uno psicologo di riferimento da cui i ragazzi possono recarsi in caso di problemi. Anche i genitori devono stare attenti, hanno il compito di accorgersi se sta succedendo qualcosa al proprio figlio.
Bisogna soprattutto stare attenti al cyberbullismo, che è causa della maggior parte dei suicidi adolescenziali. Ma come fa un genitore ad accorgersi se il proprio figlio è vittima di cyberbullismo? Deve stare attento agli atteggiamenti del figlio: se utilizza troppo internet, se chiude le finestre aperte sul computer quando si entra in camera, se si rifiuta di usare internet, se ha comportamenti diversi dal solito, se ha disturbi del sonno e dell’alimentazione, se invia molto spesso compiti svolti e se si ricevono chiamate frequenti da scuola per farsi portare a casa etc.. In questi casi il figlio potrebbe essere soggetto a cyberbullismo. Genitori state attenti! Che si inizi a lavorare sotto l’aspetto scolastico e al controllo degli atteggiamenti quotidiani del figlio per contrastare questa ingiustificabile forma di violenza.
Stefano Macchia, 2 A Scientifico