Stiamo vivendo un periodo a cui verrà sicuramente dedicato un capitolo in uno di quei noiosi libri di storia che i nostri nipoti dovranno studiare e che noi racconteremo con l’enfasi con la quale nostro nonno ci racconta dei tempi della Seconda Guerra Mondiale. L’emergenza Covid-19 ci ha tolto la libertà (e ad alcuni, purtroppo, anche di più), ma ci ha donato altro: in questi anni si era magari perso il rapporto con genitori, fratelli o sorelle, e dover passare intere giornate con loro ha ristabilito un legame che magari era andato perso o si era logorato.
In questo periodo dovevano anche aver inizio i due massimi campionati motoristici: MotoGP per il motociclismo e Formula 1 per l’automobilismo. Anche in questo caso il virus ha tolto, ma ha anche dato: infatti nonostante i vari gran-premi siano stati posticipati o annullati, i piloti non hanno abbandonato la pista, almeno virtualmente.
Sin dall’inizio della pandemia il giovane pilota della scuderia McLaren Lando Norris ha continuato ad allietare le serate di quarantena dei suoi fan guidando virtualmente in diretta su Twitch (il maggior provider di streaming online). Nel giro del primo mese numerosi colleghi piloti (tra cui Charles Leclerc, il più promettente giovane della Formula 1 e attualmente pilota Ferrari), vari altri sportivi e alcuni youtubers si sono uniti a lui nelle streams serali.
Attualmente il mondo degli e-sports si sta espandendo e sta guadagnando una propria dignità all’interno del panorama sportivo, soprattutto grazie alle stelle del motorsport che ne stanno facendo un assiduo utilizzo anche per restare allenati mentalmente: Charles Leclerc ha affermato durante una diretta che “per girare forte serve concentrazione e allenamento” in quanto con gli attuali software e periferiche il realismo percepito alla guida di un simulatore casalingo è molto elevato.
Le gare a scopo ludico sono culminate a metà aprile nella Race for the World series: piloti, sportivi e youtubers hanno preso parte a sei gare per raccogliere denaro da devolvere in beneficenza, in particolare all’ONU per permettere la ricerca di un vaccino contro il virus che ci sta mettendo in ginocchio e per aiutare i più bisognosi in questo periodo di crisi. Il risultato di questa iniziativa sono stati 70 mila dollari, contro un obiettivo di 100 mila: è ancora però possibile fare donazioni.
Un messaggio di speranza dato da giovani ragazzi che, oltre a donare risate, spettacolo e intrattenimento, hanno avviato una raccolta fondi che, seppur modesta rispetto ad altre, sarà sicuramente ricordata negli annali della Formula 1 e, soprattutto, ha aumentato il budget che l’Onu può devolvere alla ricerca.
Alessandro Donina, 4 A Scientifico