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Lettera alle donne

Posted by admin On Aprile - 10 - 2020

Care donne del mondo, vi scrivo questa lettera perché voglio parlarvi. Anche io sono una donna. Non so se posso definirmi tale, dato che ho da poco compiuto i 15 anni, però mi sento una di voi. Sono italiana. Vivo in Lombardia, in un paesino di montagna dove ci si conosce tutti, proprio come si racconta nei film. Nonostante io viva in un posticino un po’ sperduto, vado a scuola a Bergamo, perché il mio sogno più grande è diventare un pilota delle frecce tricolori. Mi piacerebbe tantissimo sorvolare i cieli di tutto il mondo con la bandiera italiana e, soprattutto, essere l’orgoglio della mia nazione.

Mi definiscono una ragazza determinata e con le idee ben chiare in testa, e forse proprio per questo ho deciso di scrivere a tutte voi. Ho 15 anni, è vero, ma credo di aver vissuto più di alcune di voi. Quest’estate ho viaggiato in lungo e in largo da sola e mi sono resa conto che ho proprio una bella vita. La vita che dovrebbero poter avere tutte le donne. È così ingiusto che in certi posti del mondo il sesso femminile non possa comportarsi come gli pare e piace. È ingiusto che molte di voi in questo momento non possano leggere questa lettera solo perché, dove vivono, le donne non possono leggere i giornali o, ancora peggio, in quel paese non ci sia libertà di stampa.

Mi rivolgo soprattutto a voi, donne dell’Oriente. A voi che vivete molte volte violazioni dei diritti. A voi che siete obbligate a sposarvi giovanissime, quando a quell’età io pensavo solo a giocare e divertirmi con i miei amici. Mi rivolgo a voi che non potete lavorare, a voi che non avete la possibilità di votare e a tutte quelle di voi a cui non sono concesse le cose più semplici, come uscire di casa oppure vestirvi quando volete. La vita è una sola, dovete viverla come volete. Non fatevi ostacolare da nessuno e soprattutto fate sì che nessuno vi impedisca di vivere come vi pare. Vivere da sottomesse non è vita. La vita si può definire tale quando si ha la libertà di prendere le decisioni.

Fatevi sentire. Ribellatevi, se il modo in cui si rivolgono a voi non vi piace. Fate capire a quei vermi che vi trattano come oggetti che voi siete persone. Siete donne, fatevi trattare come tali: non lottate per essere trattate come uomini, lottate per essere trattate da donne. Perché noi non siamo come gli uomini, noi siamo diverse; come mai, sennò, saremmo due generi diversi? La donna è indispensabile alla sopravvivenza del genere umano, senza di noi l’essere umano si sarebbe estinto alla prima generazione. Siamo indispensabili, è vero, ma non dobbiamo sentirci superiori rispetto all’uomo: anche senza di lui non avremmo avuto futuro. Entrambi abbiamo compiti diversi, ma senza l’altro nessuno dei due sopravviverebbe.

Mi rivolgo anche voi che siete state abusate. Non abbiate paura di denunciare quello che è successo. Non vergognatevi. E se quel verme, o quei vermi, che hanno fatto su di voi qualcosa che non volevate, vi dicono che nessuno vi crederà, oppure che faranno del male alla vostra famiglia, non credetegli. Raccontate ciò che vi hanno fatto a qualcuno, non tenete il segreto dentro di voi. Ma più di tutto andate dalla polizia: denunciate ciò che vi è successo, per far sì che colui che ha abusato di voi la paghi. Non dico di vendicarsi, se lo faceste vi comportereste proprio come lui. Io dico di farlo mettere in prigione, per fargli capire la gravità di ciò che ha fatto. Se questo succede, però, non sentitevi vittime. Mai fare la parte della vittima, perché in questo modo lui ha raggiunto il suo scopo: ti ha fatta sentire inferiore e quindi debole e, di conseguenza, sottomettibile un’altra volta. Facciamo capire a questi uomini che abusano di noi che non ci abbassiamo. Facciamogli capire che noi siamo esseri umani, con sentimenti e emozioni. Quando qualcuno si avvicina, non abbiate paura a urlare. Fatelo con tutta la forza che potete. Gridate, per far sì che qualcun altro vi possa sentire e aiutare. Se neanche gridare funziona, allora iniziate a usare gli arti. Tirate calci, pugni, sberle. E se non funziona usate i denti: fate tutto ciò che è nelle vostre capacità per far sì che nessuno vi tocchi senza il vostro consenso.

Il corpo è sacro, è la cosa più intima che possiede una persona: non deve essere maneggiato a piacere. Io dico NO, a questa violenza. Io mi oppongo ai costanti sfruttamenti che le donne devono subire. Diciamo NO, a questi uomini che trattano le donne come oggetti di propria proprietà. Non è possibile che, nel ventunesimo secolo, le ragazze della mia età debbano avere paura a girare da sole perché non si sa mai che qualche uomo possa far loro del male.

Ma soprattutto mi rivolgo a tutte quelle donne che subiscono violenza in casa, a tutte voi che venite sfruttate o, ancora peggio, picchiate dai vostri mariti. Non è così che si deve comportare un uomo con la propria moglie. Un uomo deve rendere felice la propria donna, farla sentire importante: farle capire che lui, senza lei, non potrebbe essere la stessa persona; lui, senza lei, non riuscirebbe a vivere felice. Perché è questo che si prova quando si ama una persona e si è amati: non si può fare a meno di quella persona. Mi piacerebbe che tutte le donne avessero la forza di dire NO. Di rifiutarsi, di fronte a certe situazioni. Di avere la forza di stare da sole, piuttosto che stare con uomo che ti fa stare male. Di avere la forza di non sposare un uomo a cui non si vuole bene solo per far felice la famiglia.

Se le donne avessero un po’ di autostima in più le cose potrebbero cambiare, potrebbero non farsi più trattare come stracci da cucina. So che può non sembrare semplice, ma c’è sempre qualcuno pronto ad aiutare le persone, soprattutto le donne in difficoltà, e spero che, in futuro, aumentino sempre di più. Spero che da questa mia lettera tutte voi troviate il coraggio di ribellarvi e che queste mie poche parole possano farvi capire cosa è veramente importante.

Viola Ghitti, 2 A Scientifico

 

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