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La semplicità del non avere. Pensiamoci

Posted by admin On Settembre - 7 - 2020

La felicità si compra oggi giorno: una banconota in tasca renderebbe qualsiasi uomo lieto perché il denaro è divenuto con il passare del tempo sinonimo di felicità. Amore, famiglia, intelligenza e speranze non hanno più alcun valore e per questo sono considerati futili, inutili alla formazione dell’individuo.

Nel corso della storia si è passati da una rivoluzione antropocentrica copernicana (Rinascimento) fino a una fase in cui la scienza dominava il mondo (Positivismo). Ora la fase terminale pone al centro il denaro, capace di comprare tutto fuorché quegli oggetti e quei valori che non riesce a prendere sotto il proprio dominio. Le estremità si toccano, ma come raggiungere allora la felicità che non si compra? Liberandosi da tutto ciò che è inutile all’essenza umana per vivere in armonia con se stessi.

La felicità comprata è rimpiazzabile e corruttibile dal tempo, quella invece nata da relazioni interpersonali è incorruttibile e raramente si esaurisce nel tempo. Certo, i beni materiali possono renderci felici temporaneamente, ma è necessario non basare la propria gioia solamente su quella felicità effimera.

Questo periodo di quarantena mi ha permesso di leggere un libro particolare, intitolato “Un nuovo mondo” di Eckhart Tolle: è stato il primo libro di crescita personale che ho letto. I suoi capitoli mi hanno svegliato dall’irrealtà che sto vivendo. Meglio dire: che stiamo vivendo. Il volume spiega i nostri comportamenti, le nostre reazioni, e analizza il ruolo dell’ego in tutto ciò. La frase che più colpisce il lettore, secondo me, aprendo in lui un nuovo mondo, recita: “L’Ego tende ad equiparare l’avere con l’essere: io ho, dunque io sono. E più ho, più sono. L’Ego vive attraverso il paragone, il modo in cui vi vedono gli altri diventa il modo in cui vedete voi stessi. Se ognuno vivesse in un palazzo e fosse ricco, il vostro palazzo o la vostra ricchezza non vi servirebbero ad accrescere il vostro senso del sé. In quel caso vi potreste trasferire in una semplice capanna, dare via la vostra ricchezza e riconquistare un’identità considerandovi e venendo considerati più spirituali degli altri. Come siete visti dagli altri diventa lo specchio che vi dice come siete e chi siete”.

In questo periodo di sospensione credo che dovremmo tutti fermarci a riflettere, anche solo per un minuto, su ciò che la vita ci ha donato e che noi, abbagliati dal mito del soldo, non siamo stati in grado di percepire e interiorizzare. Saresti felice nell’avere solo quello di cui hai davvero bisogno nella vita? Pensiamoci.

Michael Symon Jaafar, 2 A Scientifico

 

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