Roberto Quaranta è un allievo vigile del fuoco da dieci anni. L’anno prossimo compirà diciotto anni e sarà costretto ad abbandonare il gruppo allievi per diventare un vigile dell’Associazione vigili del fuoco Verola. Ciò che ha fatto conoscere a Roberto l’Associazione, è il fatto che suo padre fosse, e sia tuttora, un vigile del fuoco da molto tempo. È stato proprio il padre di Roberto, Fausto, a creare il gruppo allievi e ne è ancora il principale istruttore. Appena è partita l’iniziativa Roberto si è quindi iscritto: aveva otto anni.
Gli addestramenti a cui vengono sottoposti gli allievi preparano i ragazzi proprio al lavoro del vigile del fuoco , ma lo fanno con il divertimento. Roberto, per esempio, ha imparato a salire una scala, ad avvitare i tubi e a tenere in mano e usare molti strumenti specifici di questa importante professione.
“Quello che ritengo più importante – ha detto Roberto durante un’intervista – è il fatto di aver imparato a non mollare e a fare tutto con impegno e fervore”.
La festa più importante per tutti gli allievi dei vigili è quella del 1° maggio. Tutte le prove che il gruppo di Verola fa sono finalizzate proprio a questa manifestazione. Roberto ci spiega che tutto inizia con un corteo delle varie associazioni che parte dalla piazza principale del paese, Verola appunto, per arrivare fino al locale distaccamento dei vigili del fuoco. Dopo numerose cerimonie, per concludere la festa vengono mostrate le originali composizioni che gli allievi fanno con le scale. La manifestazione dell’anno scorso è la preferita di Roberto perché, per l’occasione, sono stati invitati anche gli allievi di Lissone e alcuni del Trentino.
La scala che il gruppo allievi di Verola mostra più spesso è chiamata “Le Dolomiti”. Questa composizione è formata da due scale gemelle ai lati e da una scala singola verticale al centro. “Mi piacciono numerose scale, prima fra tutte la scala Dolomiti. Questa scala è il nostro distintivo, visto che l’abbiamo creata noi – spiega Roberto – Per iniziare disponiamo per terra un binario per non far scivolare le scale, poi arriviamo marciando e, dopo aver legato le scale, le tiriamo su. Questa in particolare è composta da due scale laterali e una scala Controventata centrale, ovvero una scala singola verticale”. Un’altra scala importante è la “Controventata italiana”, ovvero una scala verticale singola alta dieci metri.
“Salire su scale così alte è un’emozione fantastica – ha detto alla fine dell’intervista – Ogni volta che salgo, nonostante lo faccia da tempo, è come se fosse la prima volta. Dopo aver superato la paura ci si sente imbattibili: tutto da lassù è fantastico.
Sara Lucia Zappulla, 2B Ls