Con l’avvento dei Social la nostra vita è cambiata e non poco: basti pensare che con un solo movimento del polso, riusciamo a tirare fuori dalla nostra tasca l’intero mondo… o forse è solo quello che i media ci fanno credere?
Messenger, un applicazione di una manciata di megabyte di peso che riesce a condizionare migliaia di tonnellate di uomini: passiamo secondi, minuti, ore davanti a uno schermo di 5 pollici in cerca di una notizia, di un contatto, di un’amicizia, ma in verità cio che noi crediamo amicizie o conoscenze sono solo sequenze di codici alfanumerici che vengono e che vanno.
“Eppure siamo sicuri di esprimerci e non semplicemente di chattare col resto del mondo? Siamo sicuri di osservare e non stare semplicemente a guardare? E, ancora, siamo sicuri che le amicizie che puntualmente coltiviamo soltanto tramite Internet non siano una mera illusione?” (Chimerarevo). Eppure… siamo proprio sicuri che la colpa sia della tecnologia e dei tanti che hanno contribuito a svilupparla? I Social, come tutto d’altronde, hanno lati positivi come lati negativi. Possono riavvicinare amici o parenti, permettono di contattare la propria anima gemella anche a distanza di migliaia di chilometri, ma possono pure allontanare persone che si trovano magari solo a un paio di metri di distanza.
La colpa è dell’utilizzo che noi ne facciamo: potremmo usarli solo per lo scopo per cui vennero inventati, come per Facebook il riavvicinamento di amicizie di vecchia data, oppure, come facciamo ormai quasi tutti, occupare ogni momento libero della nostra giornata a guardare cose che nemmeno ci interessano davvero.
Non è l’evoluzione della tecnologia o il continuo aumentare delle piattaforme di Social Network il problema, ma la nostra incapacità di controllore questo potentissimo strumento. “La scelta di essere completamente azzerati da una rete onnipresente nella frenesia di tutti i giorni o di vivere una vita reale fatta di rapporti reali e non solo di finestre di chat sta solo ed esclusivamente a noi. Ammetterlo è il primo passo verso la “guarigione”. (Chimerarevo).
Marcello Colombi, 2A Ls