Un tema che ormai da anni è presente nella vita lavorativa, ma anche quotidiana in generale di ognuno di noi, è il sessismo, in particolare verso le donne. Purtroppo, a oggi, in buona parte del mondo viene ancora utilizzato un sistema maschilista, cioè che mette in difficoltà la carriera degli individui di sesso femminile a causa del loro genere.
Difatti nella maggior parte di queste zone la donna non ha e non può ottenere vere opportunità lavorative, in determinati casi neanche pari diritti di fronte alla legge. Nonostante la nostra venga definito una società moderna, anche negli stati più civilizzati e industrializzati si può notare comunque una minoranza di donne che ricoprono ruoli centrali.
I problemi non si limitano all’ambito lavorativo, ma toccano anche quello quotidiano. Si stima che dal 2016 circa 7 milioni di donne in Italia abbiano subito violenze, circa 4 milioni stalking e altri due milioni molestie e ricatti sul lavoro.
Ogni anno vengono uccise tra le 100 e le 130 donne in Italia. Dal 2013 i dati si mantengono sempre sullo stesso livello e ciò solleva un interrogativo: qual è la causa di questo diffuso comportamento nei confronti del sesso femminile? Molti esperti relazionano la misoginia, come il sessismo, a una fondamentale ignoranza, caratterizzata da una mentalità arretrata, che idealizza la donna come un essere docile privo di difese.
Personalmente ritengo che serva un cambiamento culturale radicale nel modo di relazionare i due sessi. Questo cambiamento deve essere dapprima attuato nelle famiglie, dove i bambini, le generazioni future, apprendono i concetti di base della convivenza. Penso che il cambiamento debba anche essere esteso alle scuole, dove i ragazzi dovrebbero seguire progetti di sensibilizzazione contro il sessismo, in particolare dovrebbero imparare a dialogare e a esternare le proprie emozioni in maniera pacifica.
Michele Bramati, 2 B Scientifico