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Bullismo e cyberbullismo: serve parlare

Posted by admin On Agosto - 31 - 2021

Nella maggior parte delle scuole italiane (e non) si registrano purtroppo episodi di bullismo. Bullismo non vuol dire sfociare per forza nella violenza fisica: anche gli insulti vengono considerati allo stesso livello, siccome possono danneggiare la stabilità mentale della vittima.

Ma perché si arriva bullizzare? Diversità, questa è la parola chiave. E se sei diverso, molto spesso, questo ti porta essere messo da parte, in un angolo, da solo. E con la parola diversità non si intende parlare solo del colore della pelle, dell’origine o della cultura, ma ci si può riferire anche al fatto, per esempio, di essere studiosi o meno, quindi l’essere “secchione”; o ancora il provenire da una famiglia benestante o, semplicemente, perché agli occhi dei bulli sei “brutto”, perché non sei come loro.

Molte di queste situazioni, purtroppo, finiscono tragicamente, a volte addirittura con il suicidio: e trovarsi davanti a un ragazzo o una ragazza che si toglie la vita perché non ne può più di essere preso in giro, o di essere preso a spintonate o calci o pugni, è davvero raccapricciante.

La scuola, come l’ambiente esterno, dovrebbe essere un posto sicuro, un posto che dovrebbe garantirci un futuro, non un luogo che ti porti a farla finita a causa della prepotenza di altri.

Un lato oscuro di questo argomento è rappresentato i social, che portano all’aumento di questi numeri. Si parla soprattutto di social alla nostra età: Instagram, Snapchat, Tik tok e altre, che spesso sono la causa del nostro stare tanto tempo al cellulare. Bastano una foto o un video condivisi per rovinare la reputazione di un ragazzo: da lì a poco il video o la foto sarà condiviso e ri-condiviso, fino a quando tutti non l’abbiano visto.

Basta poco per porre fine alle proprie giornate: presi dalla vergogna o dalla paura dei giudizi altrui, molti non ci pensano due volte. Tutto ciò, insieme a insulti, incitazioni a morire, ecc, è la parte più oscura del difficile e delicato mondo dei social: il cyberbullismo.

Purtroppo è meno controllabile rispetto al bullismo: se vedi un bullo picchiare qualcuno, e hai un minimo di cuore, vai a proteggere la vittima, ma il cyberbullismo non è una cosa concreta, almeno finché non ti capita. È una situazione meno visibile e i ragazzi di oggi tendono a tenersi tutto dentro, non parlandone con nessuno. Per questo motivo non è così facile da individuare, ma l’unica cosa che aiuta davvero è proprio parlarne.

Sfogarsi con le persone a cui si vuole più bene, che possono essere i propri genitori ma anche amici, aiuta. Parlatene.

Viviana Lupascu, 2 A Tecnico

 

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