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Formule E, guida sporca ma green

Posted by admin On Aprile - 10 - 2020

Da anni lo sviluppo di automobili stradali deriva dall’esperienza nelle corse automobilistiche delle case produttrici: pensiamo come un’utilitaria del giorno d’oggi sia molto più veloce di un’auto da Formula 1 degli anni Cinquanta.

Oggi nel mondo delle auto da corsa si tentano di sviluppare soprattutto l’aerodinamica e la tecnologia ibrida: le massime categorie, come le LMP 1 (Le Mans Prototype, le auto da corsa endurance) e le Formula 1, utilizzano motori classici a combustibile solitamente turbo alimentati abbinati a motori elettrici. Lo scopo non è solo lo sviluppo di una tecnologia che permetta di sfruttare energia elettrica ed energia generata dalla combustione, ma trovare un modo di diminuire al minimo la dispersione di energia e aumentarne il recupero.

Per quanto riguarda lo sfruttamento dei motori elettrici nelle automobili, un campionato in particolare sta studiando profondamente l’implemento della sola energia elettrica: la Formula E.

Questo campionato rientra nei campionati Formula, ovvero monoposto a guida centrale dalle ruote scoperte. L’idea nasce nel 2011, quando il presidente della FIA Jean Todt propone di creare una categoria dedicate solo alle automobili elettriche che dovevano correre in circuiti cittadini. Nel 2012 l’ex pilota di Formula 1 Luca di Grassi diventa primo pilota collaudatore. Qualche mese dopo vengono ordinate ben 42 autovetture. Dopo numerosi test viene finalmente dato il via al primo campionato, nella stagione 2014-2015. Nella prima stagione le vetture erano tutte identiche tra loro, ma a partire dalla seconda stagione cambio, motore e inverter vengono fabbricati dai team stessi, differenziando così le varie monoposto.

Il “weekend” di gara si svolge in linea di massima in realtà in una sola giornata, per ridurre al minimo l’impatto sulla città, ma alcune volte sono necessari fino a due giorni. Le gare hanno una durata di 45 minuti, a cui va sommato un giro allo scadere del tempo.

Le autovetture hanno una potenza di 200 kW, tranne per alcuni piloti privilegiati dal FanBoost o che utilizzano l’Attack Mode. Il FanBoost è un aumento di kW che viene dato ai cinque piloti più votati online dai fans mentre l’Attack Mode è una modalità che permette ai piloti di incrementare la potenza della loro vettura di 25 kW, attraversando una zona della pista fuori traiettoria.

Molti spettatori di motorsport screditano questa categoria per la sua natura elettrica. Personalmente penso che la categoria sia coinvolgente come la “classe regina”, la Formula 1: nel campionato di Formula E i piloti hanno uno stile di guida molto particolare, oserei dire “sporco”, che porta a numerosi scontri tra le autovetture che rendono imprevedibile e eccitante ogni corsa; quei 45 minuti di corsa sono più esaltanti ed emozionanti di molte corse di Formula 1, anche se non si tifa un team o un pilota in particolare. Inoltre, in questo periodo nel quale tutti sono attenti alla salvaguardia dell’ambiente, guardare una di queste gare può essere un piacere anche per un’attivista come Greta Thunberg, no?

Alessandro Donina, 4 A Scientifico

 

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