Adolescenza: una parola così semplice, ma con un significato così complicato, così vasto. Ognuno dovrebbe “interpretarla” a modo suo, per il semplice fatto che non tutti la vivono allo stesso modo. Secondo me, è quel periodo in cui si è totalmente confusi, non si sa cosa si voglia, veramente, dalla vita; tutto ci sembra senza senso: la vita, la scuola, la famiglia, tutto.
Si vuole avere ogni cosa, ma non si ha niente; crediamo che tutto sia così monotono, pensiamo di essere rinchiusi in un edificio chiamato scuola, senza uno scopo, senza un vero senso.
Noi adolescenti siamo così dannatamente fragili ma allo stesso tempo forse più forti degli adulti: siamo talmente insicuri da cercare la sicurezza in ogni cosa; ci soffermiamo talmente tanto sull’aspetto esteriore da pensare che niente possa renderci belli. Non badiamo quasi più a ciò che abbiamo dentro, a ciò che forse conta di più.
Vorremmo essere perfetti, ma non capiamo che la perfezione non esiste: possiamo però essere perfetti per qualcuno, nonostante i mille e mille difetti che abbiamo.
A quest’età commettiamo molti errori, è come se non riuscissimo a distinguere il bene dal male, e spesso feriamo chi ci sta accanto, senza accorgercene. Altre volte, invece, feriamo noi stessi, lasciando che gli altri facciano di noi tutto quello che vogliono.
Cerchiamo così tanto qualcuno su cui contare, che ci vanno bene tutti: solo che, quando ci feriscono, ci chiudiamo in noi stessi sempre di più. È anche l’età dei primi amori, delle prime sconfitte, dei primi “no”, delle prime uscite. L’adolescenza è tutto questo: un miscuglio di sentimenti e un periodo in cui non si capisce più nulla. Ma è un’età stupenda.
Rawane Miftah,1 A Scientifico