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Coco Chanel: da orfana a mito

Posted by admin On Maggio - 31 - 2014

“Una moda che non raggiunge le strade non è moda”, diceva Gabrielle Bonheure Chanel, più conosciuta come “Coco”, importante stilista francese moderna i cui modelli sono ancora oggi ispirazione per stilisti e fashion blogger.

Nata a Saumur, in Francia, il 19 agosto 1883 (secondo fonti irriverenti visto che lei non rivelava facilmente la sua età), ebbe un’infanzia molto triste, trascorsa in orfanotrofio. Il padre, Henri-Albert Chanel, era un venditore ambulante per i mercati dell’Auvergne, nella Francia sud-orientale; la madre, Jeanne De Volle, figlia di un locandiere, diede alla luce Coco all’età di diciannove anni, fuori dal vincolo matrimoniale: nacquero poi Alphonse, Antoiniette e Lucien. Alla morte della madre,  le sorelle Chanel vennero affidate all’orfanotrofio di Aubazine.

L’infanzia “errante” ha condizionato fortemente le collezioni di Chanel: “Si può percepire l’influenza degli anni di vita monacale –  scrive Karen Karbo, scrittrice, nel suo libro “The gospel according to Coco Chanel”- Le suore hanno ispirato nella Mademoiselle l’amore per il bianco e nero e l’austerità”.

La prima svolta nella vita di Gabrielle è l’incontro con Etienne de Balsan, amante e finanziatore che la portò a intraprendere una pseudo carriera come cantante. Pare che durante una esibizione in un locale abbia cantato “Qui qu’a vu Coco?”: da qui il soprannome. La loro storia durò sei anni e in questo periodo Coco incominciò a creare cappelli nell’appartamento parigino in Boulevard Malesherbes, e a crearsi un nome nell’alta società grazie ai suoi semplici modelli, lontani dai cappelli sontuosi, ricoperti di piume e impossibili da indossare tipici del tempo.

“L’amore della sua vita” però arrivò dopo: si chiamava Boy Capel, un industriale di Newcastle con cui andò a vivere a Parigi, dove aprì la sua prima boutique al 21 Rue Cambon, vendendo sia vestiti che cappelli. L’apertura di un secondo negozio nella località balneare di Deauville le ispirò la moda marinara, mentre la prima Guerra Mondiale fu il suo trampolino di lancio: la Chanel Modes decollò per la sua praticità e funzionalità. Il jersey (fino a quel momento utilizzato per la biancheria) irrompe nei suoi capi nel 1916, il suo look con taglio corto (tra l’altro realizzato in modo accidentale dopo essersi bruciata i capelli su un fornello), e il suo più famoso profumo, Chanel N° 5: sono questi solo alcuni dei suoi epocali cambiamenti.

Ma sono solo una piccola parte: una rivoluzione al femminile fu l’introduzione del pantalone garçonne, il black-dress, l’orlo della gonna al ginocchio, e la vita di conseguenza abbassata: una moda alla portata di tutte le donne. Realizzò costumi, gioielli, contagiò con il suo marchio ogni ambito del look modaiolo. Chiuso durante la seconda Guerra, il Chanel Modes verrà riaperto solo alla fine del conflitto, e il ritorno in Maison comportò una nuova sfida: dar lotta a quella moda addobbata e ingombrante promossa da Dior, nuovo stilista emergente. Vinse ancora, e lo fece con un abito realizzato con una semplice tenda.

Morì a 87 anni, in una camera dell’Hotel Ritz di Parigi, dicendo alla cameriera “Vedi, così si muore”, prima di lasciarsi alle spalle una moda rivoluzionaria che anche oggi condiziona le donne.

Morena Serapilha D’Horta, 5A Ls

 

Alle donne dell’epoca diede abito e sprint per vincere

“Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri”. Coco ne era sicura, e il suo lavoro, la sua vita, lo dimostrarono. È lei la stilista che prese il modello di donna che stava emergendo – dinamica e lavoratrice, slegata dalla Belle Époque –  e le diede il vestito giusto per sopravvivere e voltare finalmente pagina nella Storia.

Per l’utilizzo di materiali umili e l’ispirazione dalle figure legate alla vita lavorativa, Chanel venne soprannominata la regina del genre pauvre, una “povertà di lusso” molto moderna, snob e assolutamente alla moda, che liberò le donne da stretti corsetti, impalcature per cappelli, gonne lunghe, scarpe basse e strette, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per una vita quotidiana dinamica.

Non si volle mai definire femminista, ma la sua rivoluzione coincise con l’esplosione del movimento femminista. Famosissimi di Chanel sono anche i profumi, come “Chanel N° 5”: un’insieme di raffinatezza e di determinazione dedicato a una donna del tutto nuova e libera, come lei stesse voleva. Lo stile che Chanel aveva inventato era stato amato e adorato ai suoi tempi, ma tutt’oggi i suoi trucchi, il suo modo di essere, vengono ancora utilizzati. Perché Chanel non ha solo innovato, ma precorso i tempi.

Francesca Parimbelli, 5A Ls

 

 

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