Manca la neve, ma fioccano i “quattro”: sedici insufficienze e due sufficienze sono l’epico risultato riguardo la facillima versione “Il ritratto di Cesare” che è stata svolta come verifica dai diciotto alunni della II B Liceo Scientifico per recuperare gli “splendidi” voti accumulati durante l’anno. Mentre le prove venivano riconsegnate il silenzio era massimo e gli sguardi bassi come se alla cattedra ci fosse stata la reincarnazione di un vendicativo Cesare a cui l’actus ingenius, come riporta la versione, era stato offeso. Vedendo questi voti marchiare le prove ci sono state diverse reazioni da parte dei ragazzi: c’è chi è caduto in un silenzio di tomba pensando al momento in cui avrebbe divulgato il voto ai genitori; chi era sì taciturno, ma pensando a come non divulgarlo; chi ha iniziato a cantare e a ridere come un demente e chi ha iniziato bisbigliare parole che non oso riportare per rispetto alla sensibilità dei lettori. Si sa infatti che le reazioni si manifestano in vari modi a seconda del singolo. Purtroppo i genitori degli studenti non sono stati entusiasti del risultato e hanno scelto di ripudiare le perle di saggezza latine “mal comune mezzo gaudio” ed “errare è umano” di Cicerone e Seneca. Probabilmente gli indegni ritratti della personalità del grande Giulio Cesare proposti dai molti alunni della 2°B avrebbero fatto rivoltare Cesare nella tomba se fosse stato sepolto anziché cremato. Comunque molti sonni dei ragazzi sono ancora infestati dalla visione della professoressa armata di gladio pronta a gerere bellum al primo caso sbagliato o al primo tempo verbale errato. Situazioni simili nelle versioni di latino, tuttavia, sono ormai un’ affermata abitudine nella 2°B, anche se questa prova è stata sorprendente. Solitamente, infatti, nelle scorse versioni e nelle prove dell’anno scolastico passato le sufficienze erano circa cinque o sei su diciotto. Come suggerito dalla professoressa concludiamo “calando un velo pietoso” sull’accaduto.
Alberto Arrigoni
II B Liceo Scientifico
