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Riforma del Copyright: analisi in corso

Posted by admin On Aprile - 1 - 2019

Al giorno d’oggi sul web vengono caricati illegalmente molti video o film senza che l’autore venga retribuito o informato. L’Unione Europea ha così deciso di aiutare produttori e artisti contro la pirateria 2.0, ormai sempre più diffusa in rete, mediante la proposta di direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale: creata apposta per la protezione del diritto d’autore, non proteggerebbe solo i creatori di video e canzoni, ma anche scrittori, blogger e giornali.

La proposta, approvata il 20 giugno 2018 dalla commissione giuridica del Parlamento Europeo, si compone di vari articoli, ma solo tre potrebbero essere veramente nocivi e velenosi per il web: stiamo parlando degli articoli undici, dodici e tredici.

L’articolo 11, “Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale”, renderebbe obbligatorio per piattaforme online che pubblicano link o snippet (frammenti di codice informatico estratto da un programma e reso pubblico) acquistare una licenza rilasciata dal creatore di quanto pubblicato. Sarebbe quindi un problema per siti come Google e Facebook, che sono saturi di traffico di questi dati che diventerebbero proibiti. Il creatore del contenuto potrebbe richiedere una quota di compenso simile alla link tax spagnola, relativa alla proprietà intellettuale.

L’articolo 12, “Richieste di equo compenso”, si ricollega in parte all’articolo undici, dato che grazie alla loro unione la link tax può esistere. È importante sottolineare che il compenso è valido solo se il contenuto è utilizzato a scopo di lucro e che, nonostante stiamo parlando di leggi sul copyright, la direttiva non comprende alcuna licenza Creative Commons, ente che si occupa della protezione del diritto d’autore e che si trova tra gli oppositori della direttiva.

Arriviamo ora all’articolo che ha fatto più di tutti imbestialire il Web, il 13: “Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti”. Proteggerebbe il web dall’upload di materiale soggetto a copyright, verificando preventivamente ogni contenuto caricato. Ma come? Con un filtro, simile al ContentID di YouTube (che avvisa chi subisce un plagio), chiamato BlueFilter: non avviserebbe solamente il plagiato, ma eliminerebbe il contenuto o lo mostrerebbe solo con pubblicità assai invasiva.

Contro questa proposta molte piattaforme online si sono opposte: tra tutte Wikipedia Italia ha spiccato, oscurando il sito per tre giorni e lasciando una pagina dove esponeva il problema della direttiva, con solo le due pagine  degli articolo 11 e 13 linkate. Perché questa chiusura? Wikipedia, come altre piattaforme, pubblica articoli e testi scritti da persone che non firmano, andando quindi contro la proposta europea e negando il proprio diritto d’autore.

La direttiva è stata rinviata al 12 settembre durante un’assemblea del 5 luglio 2018 che ha trovato più voti a favore che a sfavore: tra i voti a favore, sarebbe risultato solo un politico italiano, mentre il vicepremier Luigi di Maio si è dichiarato contrario. Il 12 settembre il Consiglio dell’UE si è riunito e la legge è passata, con l’articolo 13 ancora integro; la link-tax è passata pressoché invariata. Il che vuol dire che i due problemi più importanti riscontrati dalla maggior parte delle piattaforme restano: gli autori di meme dovranno pagare per ogni contenuto che pubblicano, Wikipedia rischierebbe di chiudere (dato che non dichiara l’autore dei propri contenuti), Google potrebbe avere problemi, soprattutto per la piattaforma Google News (poiché riporta titoli delle principali testate giornalistiche senza apportare alcun cambiamenti) e altre piattaforme potrebbero venir bloccate, tra cui alcuni siti utilizzati dai liceali, come Splash Latino.

Entro l’inizio di gennaio 2019 la riforma dovrebbe entrare in vigore, anche se la maggior parte dei web-creators coinvolti sperano in una burocrazia molto lenta e lunga, dato che è necessario trovare un modo per aggirare in parte questi controlli (soprattutto il BlueFilter) che, anche se necessari per proteggere scrittori e cantanti, sono superflui e troppo ferrei per il web, che si troverebbe violato della libertà che lo ha sempre caratterizzato.

Alessandro Donina, 3 A Scientifico

 

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