“S’è fatta l’Italia, ma non si fanno gli italiani”. Era questo ciò che diceva sul Bel Paese Massimo d’Azeglio, grande patriota, pittore e politico italiano. Non posso dargli torto. Siamo sempre stati divisi su tutto, sulle nostre origini, sui nostri ideali e sulle nostre verità. Da anni, anzi, decenni, non facciamo altro che litigare su tutto.
Vedo allo stadio tifoserie puntarsi pugnali e pistole, vedo nei bar giovani e anziani urlarsi contro, vedo persone parlar male degli altri alle loro spalle. E questo è triste, molto triste. È un peccato, per un paese così bello, essere depredato da un popolo barbaro come il nostro. Oramai non facciamo altro che vivere in una società controversa, in cui la massa di nullafacenti e disonesti la fa sempre franca, mentre quella piccola, minuscola parte di gente per bene a malapena riesce a sopravvivere e ad arrivare a fine mese. Non è una favola, il bene non vince più contro il male. Siamo in un Paese in cui si devono usare vie illegali per potersi permettere cose legali.
Tuttavia viviamo in un Paese bellissimo. La nostra nazione ricopre solamente lo 0,002% delle terre emerse, siamo insignificanti a confronto di nazioni come la Russia o gli USA, ma deteniamo all’incirca il 50% del patrimonio artistico mondiale, e con 53 siti UNESCO siamo primi al mondo. Siamo anche conosciuti sul globo per le famose 3 F, le tre grandi eccellenze italiane: food (cibo), fashion (moda) e furniture (mobilia).
Come non citare il fatto che l’Italia sia stata centrale durante lo sviluppo economico e culturale dell’umanità? Da lì affiorarono numerosissimi generi letterari, come la lauda e la poesia siciliana. Rinascimento e Umanesimo nacquero in Italia, non in Cina o in Messico.
E noi come trattiamo questa nostra ricchezza culturale? Oddio, che scempio! Povera Milano, piena di cultura, smog, e viadotti pericolanti. Povera Roma, città di cultura e arte, antico glorioso impero, ora sporca, inquinata, e che, per la mancata manutenzione, tra qualche decennio farà la fine di Pompei. Famoso il detto “Vedi Napoli e poi muori”, che in questi anni, grazie alla camorra, è diventato pura realtà. Povera Venezia, città bellissima e conosciuta in tutto il mondo, che tra qualche anno, grazie al cambiamento climatico, diventerà la nuova Atlantide. E la lista continua.
Per non parlare del fatto che noi giovani non potremo goderci la bellezza del nostro Paese: in Italia, l’unico futuro che possiamo realizzare è fare i mantenuti e vivere sulle spalle dei nostri genitori. In Italia la disoccupazione sotto i 24 anni è salita al 31,8%, mentre in Germania si aggira sul 6,2%. È imbarazzante vedere come l’Italia, da “faro d’Europa”, sia passata, in pochi decenni, a “fanalino di coda d’Europa”. E noi cosa facciamo? Niente. Assolutamente niente. Sbraitiamo “viva l’Italia!”, ma da decenni non facciamo niente per rendere questo posto migliore. Noi, disperati, siamo ancorati al nostro glorioso passato per non pensare al nostro futuro di decadenza economica, politica e, soprattutto, sociale.
Filippo Mancuso, 3 A Scientifico