L’articolo 21 della Costituzione Italiana dice che tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La libertà di pensiero, e di stampa, però, non esiste in tutte le Nazioni: infatti, in paesi come Eritrea, Corea del Nord, Cuba e Iran, per fare qualche nome, la stampa è monopolizzata dal governo e addirittura la Turchia è stata recentemente definita come “la più grande prigione di giornalisti”. Questo perché ogni qualvolta qualcuno prova a non seguire gli ordini del governo viene processato e successivamente imprigionato.
Fortunatamente in Italia questo importante articolo della Costituzione è stato approvato dall’Assemblea Costituente il 14 aprile 1947. Prima, la situazione in Italia sotto il regime fascista era ben diversa: vi era una censura che impediva ogni tipo di comunicazione e permetteva al Duce di circuire facilmente le menti del popolo.
Oggi quell’articolo è alla base anche dell’operato dei giornalisti: rappresenta il fondamento su cui nasce e si sviluppa tutto il loro lavoro.
Personalmente, il solo pensiero di vivere in un periodo con questo tipo di restrizioni mi terrorizza: restare all’oscuro di quello che succede attorno dev’essere sconfortante.
Penso che le idee di tutti vadano rispettate e che mai nessuno dovrebbe sentirsi giudicato per queste. Ma vi è un limite a questa libertà?
La risposta è sì: questi limiti si dividono in espliciti, cioè come il buon costume, e impliciti, come quello dell’onore e della reputazione, della riservatezza, dell’identità personale e altri.
Insomma, qualcuno pensa che non bisognerebbe mettere alcuna una limitazione alla libertà di parola, ma io penso che, nonostante questo sia un diritto fondamentale, siano necessari alcuni paletti per favorire la pacifica e civile convivenza umana.
Bisogna sempre riflettere sul fatto che dietro alle parole c’è molto altro, possono pesare e causare problemi. Ricordiamo l’accaduto del 7 gennaio 2015, quando Charlie Hebdo – il settimanale satirico francese – è diventato oggetto di un attacco terroristico che ha portato ben diciassette morti: il tutto a causa della pubblicazione di alcune vignette satiriche su Maometto.
Albert Einstein diceva che la libertà d’insegnamento e di opinione, nei libri e sulla stampa, sta alla base dello sviluppo sano e naturale di ogni popolo: ed è proprio così, perché una società senza questi diritti mai riuscirebbe a evolversi.
Camilla Shnitsar, 2 A Scientifico