La raccolta differenziata? È questione di cultura, e si può anche a scuola.
Si tratta di un sistema di gestione dei rifiuti, praticata in Italia da circa un ventennio, ma nata in realtà grazie all’operato di Eugène Poubelle, prefetto della regione della Senna dal 1883 al 1896, che decretò di differenziare carta, vestiti, vasellame e conchiglie.
Quest’abitudine era già frequente nel Nord Europa quando una direttiva della CEE (Comunità Economica Europea) del 1975 ha imposto di promuovere il recupero e il riuso dei rifiuti ai Paesi membri. In Italia si è diffusa con notevole ritardo impiegando molti anni prima di raggiungere livelli accettabili: oggi al Nord si ricicla il 50% della spazzatura, mentre al Centro e al Sud la situazione è drammatica poiché mediamente più del 70% dei rifiuti va in discarica.
In cosa consiste oggi la raccolta differenziata? Si tratta di dividere la propria spazzatura in diverse frazioni in modo che possano essere trattate e recuperate per creare nuovo materiale utilizzabile, comportando un minore dispendio di energie e risparmio di materie prime. Infatti, le risorse del mondo si stanno esaurendo sempre più velocemente e poiché non esiste un pianeta simile alla Terra più vicino di venti anni luce, dobbiamo iniziare a riciclare, riusare e risparmiare ciò che ci rimane.
Si possono fare molte cose nel nostro piccolo per proteggere il pianeta su cui viviamo, come chiudere l’acqua mentre ci si lava i denti, non buttare via i fogli su cui si sono presi solo pochi appunti, spegnere completamente gli elettrodomestici non lasciandoli in stand-by, spegnere le luci di una stanza quando non siamo presenti, ma soprattutto raccomandare agli altri di mettere in pratica questi piccoli accorgimenti.
Piccoli accorgimenti che, in realtà, possiamo iniziare anche a scuola: per esempio si potrebbe introdurre la raccolta differenziata in tutte le aule con i cestini per la carta, le lattine e la plastica (come già si fa nei corridoi), oppure ricordarsi di spegnere computer, proiettore e luci quando si lascia l’aula.
Altra cosa importante è non maltrattare il materiale proprio, della scuola e dei compagni in modo da non doverlo sostituire, non stampare diapositive o pagine di libri non necessarie quando possono essere scannerizzate o fotografate e messe sull’iPad.
Applicando questi e altri piccoli gesti potremo consegnare ai nostri figli un pianeta migliore rispetto a quello di oggi: se volete che rimanga così, è meglio mettersi all’opera.
Federico Toller, 2B Ls