Parecchi scienziati dicono che il 2025 sarà l’ultimo anno in cui potremo fare ancora qualcosa per salvarci, altri smentiscono tutto. Entrambe le fazioni sembrano aver ragione, dopotutto hanno prove concrete come sostegno delle loro teorie, ma allo stesso tempo sono in netto contrasto. È per questo motivo che l’argomento in questione sembra non trovare soluzioni.
È certo il fatto che la temperatura terrestre stia aumentando vertiginosamente: basta vedere le previsioni dell’estate scorsa fornite dai meteorologi. Anche nelle varie mete sciistiche italiane si registravano temperature afose, mentre nel Meridione molte persone anziane morivano per il caldo. Basta pensare che in Sardegna e in alcune aree della Sicilia la temperatura registrata arrivava a toccare i 50° Celsius. Ogni estate, meteorologi di tutt’Italia annunciano, tristemente, che quello sarà il periodo più caldo mai registrato. Sappiamo che esiste il riscaldamento globale, ma siamo veramente a conoscenza delle sue cause? Secondo le teorie più accreditate, tutto ciò accade a causa delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’eccessivo utilizzo di combustibili fossili da parte dell’uomo.
Ma questa affermazione non è assolutamente vera. Secondo diverse analisi effettuate dal climatologo statunitense John R. Christy, l’uomo riesce a produrre solamente l’1% di tutta l’anidride carbonica già presente, in natura, nell’atmosfera.
Nonostante ciò, si è comunque registrato un forte aumento dell’anidride carbonica nell’aria. Questo perché vi sono fenomeni naturali, come le eruzioni vulcaniche, che portano al suo eccessivo rilascio. Secondo Carl Burch, studioso al MIT di Boston, ciò che produce ancora più anidride carbonica sono gli oceani: più la temperatura dell’acqua sale, più gas verranno rilasciati nell’atmosfera.
C’è da dire che, se il surriscaldamento globale fosse veramente causato dall’uomo, il fenomeno si sarebbe dovuto verificare solamente dopo il 1850, con la Seconda Rivoluzione Industriale, quando l’uomo ha iniziato a usare petrolio in grandi quantità. Ma non è così. Addirittura si sono avvertiti forti cali di temperatura: leggendo un giornale di quell’epoca, si potrebbe notare come la gente pensasse a un’imminente glaciazione piuttosto che a un aumento della temperatura. Al contrario, è stata molto più alta in periodi in cui l’uomo doveva ancora scoprire perfino come accendere un fuoco.
Non sto dicendo che l’inquinamento non esista: vi sono città, come Londra, New York o Milano, in cui a volte non si può davvero respirare. In Cina, addirittura, le persone usano la mascherina per non far entrare nel proprio corpo, respirando, sostanze nocive. Vi sto solo ricordando che, a volte, vi sono persone che, per guadagnare il consenso degli altri e per diventare famose, dicono solamente pagliacciate, non capendo che l’inquinamento è un tema assai difficile da trattare e che non si può ridurre ad affermazioni lapidarie: a comporlo sono invece innumerevoli aspetti.
Filippo Mancuso, 2 A Scientifico