Il razzismo credo sia una forma acida e datata di odio, che riesce purtroppo a ferire sempre più persone ogni giorno nel mondo. Penso che tutto parta da un presupposto: non si può criticare, giudicare o, peggio, offendere qualcuno per qualcosa su cui non ha potere decisionale. La propria nazionalità, come il colore della pelle, rientra tra quelle cose che sfuggono al nostro controllo: chi può scegliere infatti in quale Paese nascere?
Per questo penso che chiunque abbia comportamenti razzisti o ferisce qualcuno solo per la sua provenienza debba essere punito: perché nel 2019, anno in cui lo scambio culturale tra le popolazioni è molto forte, non si può accettare chi a sua volta non tollera una persona proprio per le sue diversità culturali.
Uno dei problemi principali di oggi è che le persone generalizzano senza conoscere e, generalizzando, rendono difficile l’integrazione tra culture diverse. Noi stiamo vivendo in un’epoca e in un Paese in cui stanno avvenendo moltissimi cambiamenti e, per questo motivo, il razzismo va fermato al più presto.
Penso che l’uomo abbia paura di quello che non conosce: per questo motivo si mostra “forte” con insulti e malvagità e questo porta solamente a violenza. Nella vita ricevi quello che dai: se dai odio riceverai odio, se aiuti sarai aiutato.
Fabio Bizzotto, 2 A Scientifico
Italia intollerante: arretrata, vittima di ignoranza e invidia
Il razzismo esiste in varie forme in Italia, e penso che l’Italia sia razzista: la maggior parte delle volte la causa è l’ignoranza, perché noi italiani spesso tendiamo a banalizzare su questi argomenti e non pensiamo magari, in relazione ad esempio agli immigrati, da cosa stiano scappando, perché, e cosa stiano lasciando.
Poi a volte subentra l’invidia mista a ignoranza, come quando un italiano accusa un immigrato di prendere 35 euro al giorno dallo Stato senza fare niente, senza sapere che in realtà di quella cifra 32 euro vanno alle associazioni che li ospitano. Altri italiani accusano gli stranieri di rubare il lavoro, ma sanno benissimo, ormai, che gli immigrati svolgono spesso quei lavori che noi non abbiamo più voglia di fare.
Sotto questo profilo l’Italia, secondo me, è ancora molto arretrata.
Lorenzo Palazzari, 2 A Scientifico