Mario Giuliacci, meteorologo di fama nazionale, a partire da quest’anno è diventato insegnante all’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli di Bergamo. Con poche domande abbiamo cercato di scoprire quello che è stata la sua carriera e cosa lo ha spinto a intraprendere questa professione.
Come è nata la sua passione per la meteorologia? Aveva altri sogni da bambino?
Da bambino e fino a 20 anni la mia aspirazione più grande fu quella di intraprendere la carriera di medico, ma una volta iniziata la vita da universitario decisi nel 1960 di iscrivermi al corso di fisica all’università “La Sapienza” a Roma. Feci questa scelta perché in quegli anni l’Italia, insieme agli Stati Uniti, divenne leader nel campo delle conoscenze della fisica nucleare e di conseguenza si cercavano persone con competenze riguardanti questo settore. Sfortunatamente dopo due anni di studio e formazione arrivò la doccia fredda: l’Italia decise di rinunciare alle centrali nucleari. Per un anno sono vissuto in una specie di limbo poiché ero amareggiato e non sapevo quale lavoro potessi fare. La fortuna volle che un mio amico mi facesse scoprire il corso universitario che in quel momento stava seguendo lui, ovvero fisica dell’atmosfera: ha iniziato a piacermi talmente tanto che decisi di scrivere la mia tesi di laurea proprio su questo argomento. Nel 1969 iniziai la mia carriera vincendo il concorso che aveva indetto l’Aeronautica Militare e poi dal 1983 al 1990 ho diretto il centro meteo di Milano-Linate. Nel 1990 ebbi il grande onore di diventare colonnello ma, per non lasciare la mia famiglia sola a Milano, decisi di non lavorare a Roma alla sede del centro meteorologico bensì di essere un libero professionista.
Quali studi servono per diventare meteorologo?
Per essere un meteorologo bisogna prima di tutto essere laureati in Fisica con specializzazione post laurea in fisica dell’atmosfera.
Quale fu il suo primo incarico in questo campo?
Ho dovuto fare i turni (mattina, pomeriggio e notte) come meteorologo alle prime armi accanto a una figura più esperta di me all’Ufficio meteorologico Aeroportuale di Milano-Linate. In questo ambito elaboravo mappe, previsioni e avvisi di sicurezza destinati alla Navigazione aerea e anche marittima per tutto il Nord Italia.
Da quanti anni fa questo mestiere?
Dal 1970 fino a oggi.
Per quali reti televisive ha lavorato?
Quando vestivo la divisa negli anni ’80 ho fatto vari interventi TV con la Rai e anche con Telelombardia. Una volta poi creato il Centro Epson Meteo le mie comparse dovevano essere limitate solo alle reti Mediaset e in particolare a Canale 5. Nel 2010 ho lasciato il Centro Epson e per due anni ho deciso di svolgere il mio mestiere negli studi di La7 al sabato e alla domenica.
Ha trovato solo aspetti positivi nel suo lavoro?
Non c’è dubbio che questa mia professione mi abbia portato enormi soddisfazioni professionali e sicuramente di gran lunga superiori a quelle che a priori mi potessi aspettare dalla vita.
Preferisce svolgere la professione di meteorologo o quella di insegnante?
Sono due professioni entrambe per me ricche di soddisfazione. È ovvio che non rinuncerei mai alla mia professione di meteorologo non solo perché mi occupo della gestione del mio sito Internet, ma pure perché per me è anche un piacevole hobby. D’altra parte mi piace insegnare ai giovani, e infatti per dieci anni ho insegnato in un Liceo Scientifico a Milano e per trenta all’Università
Che consigli si sente di dare a un neodiplomato che vuole intraprendere questa carriera?
Prima di tutto gli consiglio di fare un bell’esame di coscienza per chiarire con se stesso se la matematica e la fisica sono state le sue materie predilette alle scuole superiori e quelle in cui ha ottenuto i migliori risultati. La professione di meteorologo a mio giudizio troverà nel futuro altri numerosi sbocchi, specie nel ramo ambientale e energetico.
Claudia Cobilita, 4 A Ls