Quando ero in prima pensavo: “Ah, quanto mi piacerebbe essere in quinta”. Ora la quinta è finita davvero e la scelta che ho fatto me la porterò dietro per tutta la vita: non che non si possa cambiare, certo, ma bisogna fare ciò che piace perché penso che non ci sia cosa più brutta che fare un lavoro che non ti appartiene.
L’idea di voler far mia la matematica è nata col tempo e certamente è molto fuori dal comune. Non ha pressoché nulla a che vedere con quella che si fa al liceo o al tecnico e sicuramente non sarà un percorso facile ma alla fine, io penso che ne sarà valsa la pena.
L’Università di Bologna, una tra le più antiche d’Europa, offre una scelta molto ampia per quanto riguarda gli indirizzi di studio: il Dipartimento di Matematica è uno tra i più piccoli (in totale siamo circa in 3400) .
È un mondo totalmente diverso rispetto a quello della scuola secondaria. Già la struttura è diversissima: le aule, che si sviluppano verticalmente, sono enormi e possono contenere anche 1300 persone (immaginate che caos); i banchi “non esistono” ma ci sono lunghe file di sedie a scomparsa, molto scomode, e un piccolo spazio davanti per poter appoggiare i fogli per prendere gli appunti.
Dal punto di vista relazionale conosci tante persone che hanno la tua stessa passione, che sono lì per studiare quello che anche a te piace e relazionarsi è semplice. Ovviamente non si conoscono tutti, però gli amici che ti fai sono persone con le quali leghi davvero molto.
Il metodo di insegnamento è molto simile a quello delle superiori: puoi essere chiamato alla lavagna per fare un esercizio; puoi chiedere spiegazioni; puoi, se il docente lo permette, dibattere sui concetti che sono stati esposti; ci sono verifiche di autovalutazione per capire a che punto è la tua preparazione; inoltre, se vuoi, puoi prendere un appuntamento con il docente che sarà ben lieto di rispiegarti quello che non hai capito. Quindi bisogna dare l’esame finale (generalmente scritto e orale), che ti permette di proseguire con la tua carriera. I libri si usano poco perché gli appunti, integrati alle dispense dei professori bastano e avanzano, tuttavia se vuoi approfondire un concetto, nessuno ti vieta di andare in biblioteca e cercare un volume che fa al caso tuo. Ci sarebbero mille altre cose da dire, ma perché svelarvi tutte le carte? Venite in Università, iscrivetevi, approfondite ciò che vi piace e vedrete che ne resterete felici per tutta la vita.
Mirko Mondini, diplomato 2014