Marianna Ruggeri, 16 anni, ex studentessa del Liceo Scientifico Aeronautico, dopo un faticoso concorso è riuscita a guadagnarsi un posto nella prestigiosa scuola superiore militare “Giulio Douhet” a Firenze. La sua determinazione, la sua passione e i numerosi sacrifici la stanno portando a realizzare giorno dopo giorno il suo sogno: raggiungere lo spazio.
Ciao Mary, come stai? Da quest’anno, dopo molta fatica, hai intrapreso un nuovo percorso alla Giulio Douhet. È dura?
Ciao. Ora sto bene. Ma il primo periodo è stato durissimo: la nostalgia di casa e degli amici, abituarsi ai ritmi e a tutte le cose da fare… in soli due mesi ho iniziato a fare cose che mai avrei creduto possibili.
Sicuramente quelle che era la tua vita quotidiana è cambiata parecchio. Ora com’è la tua “giornata tipo”?
È completamente diversa… Sveglia alle 6,30 (7,45 la domenica), i minuti di “pratiche” dipendono dall’anno (il primo in genere deve arrivare a 8). Bisogna fare il cubo del letto, lucidare le scarpe, mettersi la divisa e scendere in adunata. Poi, alle 7,10 c’è l’alzabandiera e a seguire colazione. Le lezioni iniziano alle 7,40 e possono essere 6, 7 o 8 ore al giorno: dipende dalla classe e dal suo andamento, se è necessario vengono aggiunte lezioni extra. Generalmente dalle 15,10 alle 17,15 se si è specializzati in qualche sport si ha allenamento oppure vengono proposti incontri, riunioni o altre attività. Il tempo per studiare va dalle 17,30 alle 20 circa, ora di cena. Successivamente c’è ancora tempo per studiare oppure altre attività, come canto o strumento. Il silenzio suona alle 22,30 e i minuti di “pratiche” dipendono anche qui dall’anno. La sera bisogna farsi la doccia, lucidare le scarpe, cubare la divisa e fare il letto… è tutto scandito non al minuto, ma al secondo.
Decisamente più dura di quanto ci si aspetti.. ma facciamo un passo indietro. Per quale motivo hai deciso di intraprendere questo percorso e tentare di entrare alla Douhet?
Sin da piccola mi incantavo a guardare il cielo e le stelle, sognavo di raggiungere lo spazio. E il sogno è sempre rimasto quello, motivo per cui mi ero iscritta all’Aeronautico. Al primo anno di liceo, sentendo parlare alcuni ragazzi che volevano tentare il concorso, sono venuta a conoscenza della Douhet. Così ho deciso di andare a vedere la scuola: è stato amore a prima vista, ero certa di volerci entrare.
E parlando di Aeronautico, ti manca il Locatelli? E i tuoi compagni? Come ti trovi con quelli attuali?
Mi mancano tantissimo! Come del resto un po’ mi mancano anche tutte le comodità di una vita normale… Come corso e classe mi trovo molto bene, siamo 18 ragazze e 27 ragazzi (credo uno dei corsi con più presenza femminile in assoluto), e, del resto, vivendo ogni momento della giornata insieme stiamo diventando come fratelli.
Affrontare ogni difficoltà con loro sicuramente vi porta a essere come una grande famiglia. Ma riguardo la scuola, ti aspettavi che sarebbe stata così dura?
Non completamente. È difficile immaginarsi concretamente una vita diversa da quella di tutti i giorni. E, se devo essere sincera, il primo mese è stato devastante: ci hanno un po’ messi alla prova, per vedere chi era in grado di resistere. Ma, superato quello, è diventato tutto più “leggero” e quotidiano.
Un consiglio che daresti a chi volesse tentare di prendere la tua stessa strada?
Mettere impegno in tutto quello che si fa fin dal primo momento. Studiare sempre con costanza e non lasciare tutto a fine anno pensando di studiare a memoria la banca dati. Perché recuperare è difficile, soprattutto qui dentro, visto che il tempo per studiare è veramente limitato. E poi metterci passione e determinazione, perché se ci si pone un obiettivo e lo si vuole raggiungere a tutti i costi, la costanza e l’impegno già ci dovrebbero essere.
Gaia Bassi e Filippo Mondonico, 3 A Scientifico