“Trieste ha un cuore italiano, ha braccia slave e una tavola imbandita venuta dall’Austria” (A. Cazzullo)
Domenica: Redipuglia Noi alunni abbiamo raggiunto il Monte Sei Busi e visitato la Dolina dei Bersaglieri. Il tragitto era caratterizzato da una vegetazione aspra e secca, per via delle rocce calcaree tipiche del carso. La dolina era sede di un posto di primo soccorso del quale si possono visitare i resti, attraversando vari camminamenti costruiti dai soldati nel corso della I Guerra Mondiale e poi restaurati dai volontari di Sentieri di Pace. Talvolta è ancora possibile ritrovare proiettili tra i vari camminamenti. Dopodiché ci siamo spostati al Sacrario dei Centomila, inaugurato il 18 settembre 1938 e costruito per onorare il sacrificio e custodire i corpi di circa 100mila soldati caduti tra il colle dei Sei Busi e il colle di Sant’Elia. La struttura è composta da tre livelli, allegoria della discesa dell’esercito guidato dal proprio comandante dal cielo, per percorrere la Via Eroica. Nel livello più vicino al cielo vi sono tre croci che richiamano la crocifissione di Cristo e dei due ladri.
Aquileia: oggi piccola cittadina, ieri importante porto fluviale romano. Qui sono resti di abitazioni del periodo repubblicano di Roma con parti di mosaici decorativi pavimentali, pozzi e tubazioni, ma la visita è ruotata all’interno del centro storico e principalmente attorno alla Basilica di Santa Maria Assunta, i cui resti più antichi risalgono al IV secolo. L’attuale basilica fu costruita nell’XI secolo e ristrutturata nel XIII, quando è stato terminato il campanile.
Lunedì: Base aeronautica di Rivolto L’appuntamento con la pattuglia acrobatica nazionale era alle 8,30. Ma il tempo inclemente ci ha regalato un primato non voluto: siamo stati l’unico gruppo, da quattro anni a oggi, a non poter assistere all’esibizione dei piloti, soprattutto per le forti e improvvise raffiche di vento e la scarsa visibilità. Nonostante la pioggia e tutto il resto ci è stata mostrata l’area di manutenzione degli aeromobili, spiegando poi i vari tipi di intervento svolti su di essi. In una sala riunioni ci sono state indicate e spiegate le attività che la P.A.N. compie, dalle manifestazioni alle opere di beneficenza. Abbiamo lasciato la base a mezzogiorno, destinazione piazza principale di Trieste, pizzeria.
Trieste: doveva essere una camminata guidata di tre ore, ma il meteo ha colpito ancora, costringendoci a stare in bus. Girando per i quartieri di Trieste abbiamo conosciuto la storia di una città che ha molto da raccontare e dai tanti volti. Abbiamo terminato con la visita alla Basilica di San Giusto, l’edificio cattolico più importante di Trieste. Ciò che m’ha più colpito di questa cattedrale sono le decorazioni con la tecnica del mosaico bizantino.
Martedì: sentiero Rilke e foiba di Basovizza Abbiamo iniziato la giornata dal sentiero più bello e suggestivo del golfo di Trieste, quello che collega i paesi di Sistiana e Duino: ci ha regalato magnifiche vedute, nonostante il tempo ostile e ci ha condotti in un bunker costruito nel corso della I Guerra Mondiale e riutilizzato nella II, composto da due sezioni principali delle quali una si affaccia sul mare, come fosse un balcone. Prima di raggiungere poi la foiba di Basovizza abbiamo fatto una breve escursione alle risorgive del Timavo, un fiume che percorre ben 40 km sottoterra e 90 km totali per tutto il Carso, sfociando vicino Trieste. Poi abbiamo raggiunto la foiba di Basovizza, monumento nazionale. Qui furono gettati numerosi corpi di persone considerate potenzialmente pericolose per i partigiani jugoslavi: la foiba è ricoperta da un blocco di Corten, un acciaio che sembra arrugginito. Nello stesso luogo c’è un blocco di pietra con 97 nomi di militari uccisi dagli jugoslavi.
Risiera di san Sabba: dopo la foiba abbiamo raggiunto un gruppo di edifici costruiti nel 1913, che in origine venivano usati per la pilatura del riso, ma diventati poi un campo di concentramento ed eliminazione durante la II Guerra Mondiale. Qui venivano deportati nemici politici, partigiani e ebrei. Non aveva quelle che vengono comunemente chiamate docce, ma una specie di forno crematorio, originariamente un impianto a caldaia che dava energia al complesso.
Mercoledì: Castello di Miramare Ultima tappa del viaggio d’istruzione: un magnifico castello in stile barocco, costruito tra il 1856 e il 1860 come residenza di Massimiliano d’Asburgo e della moglie Carlotta. Bisogna fare una premessa: Massimiliano era innamorato del mare e delle navi, ed entrò a far parte della marina asburgica come ammiraglio; era però anche appassionato di botanica. Lì, sul golfo di Trieste, univa perfettamente le sue passioni: bonificata la zona, ha dato vita a un giardino di circa 22 ettari dove ha fatto crescere molte piante anche d’Oltreoceano, conosciute durante i suoi viaggi con la nave Novara, ricreata all’interno del castello che, al piano terra, ricorda una nave da esplorazione, dettaglio per dettaglio. Invece il piano superiore, terminato quando stava per diventare imperatore del Messico, è più sfarzoso e ha come colori principali il rosso (potere) e l’oro degli ornamenti (ricchezza). Ciò che m’è rimasto più impresso sono sicuramente i paesaggi che si vedono dalla residenza, dal mare al magnifico parco.
E così è terminata la gita, con una tappa – mondana questa – in un outlet vicino Venezia e un ringraziamento ai prof Valentino Savoldi e Veronica Lattaruli, alle guide e, ultimo ma non meno importante, all’autista “Gianpy”.
Stefano Macchia, 3 A Scientifico