L’OMS, organizzazione mondiale della sanità, attraverso uno studio probabilistico e statistico inizia la sua guerra contro la carne, definendo le carni lavorate cancerogene per l’organismo umano e inserendole nel gruppo 1 delle sostanze che causano cancro e con pericolosità ai livelli di fumo e benzene, mentre le carni rosse sono poste nel gruppo 2A, ovvero come possibili cancerogene.
La professoressa Fabiana Riva, insegnante di biologia e chimica dell’Istituto Aeronautico “Locatelli”, chiarisce come questa notizia non debba essere presa alla leggera; nonostante le informazioni sulla dannosità della carne nella dieta siano note da diverso tempo, l’indagine svolta ha recentemente affermato che le carni lavorate sono fortemente collegate alla formazione di tumori intestinali e in parte dello stomaco.
“Le carni lavorate, quali würstel, salame, bresaola o salsiccia, sono dannose per l’organismo umano ed è consigliabile essere cauti sul loro consumo, che dovrebbe essere limitato a 1 o 2 volte a settimana per non aumentare il rischio di ammalarsi. La probabilità si aggira statisticamente tra il 5 e l’8 per cento in più del normale, ma è soggettivo: aumenta infatti al 15 per cento per chi è geneticamente predisposto”.
La professoressa Riva invita gli studenti a non sottovalutare le scoperte fatte dall’OMS poiché, anche se le carni lavorate e le carni rosse non fanno forse male quanto il fumo di sigaretta, l’abuso di queste potrebbe esporre la popolazione a un eventuale rischio.
Conta anche lo stile di vita: 4 tumori su 10 derivano da abitudini sbagliate come alimentazione scorretta e uso di tabacco. Una precauzione è quella di consumare una quantità limitata di carni lavorate e di stare attenti alla cottura poiché le carni rosse molto cotte sono più pericolose; è quindi consigliabile assumere carne cucinata al sangue o non tropo cotta poiché le carni cucinate a griglia e barbecue sono più nocive.
Pietro Daminelli, 4A Ls