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Avanti con la formazione

Posted by admin On Marzo - 13 - 2021

Il Covid-19 e le limitazioni conseguenti hanno colpito un po’ tutti in Italia, ma in particolare – prima come ora – nel mirino, nel bene o nel male, è sempre finita la scuola. In particolare quella superiore: che proprio nei giorni scorsi, dopo un avvio di apparente normalità, ha dovuto in molte regioni, tra cui la Lombardia, chiudere le porte: nella nostra scuola il Liceo Scientifico, il Liceo Quadriennale e il Tecnico sono stati costretti quindi a tornare in Didattica a distanza (Dad): un provvedimento inizialmente previsto fino al 13 novembre (ordinanza regionale), poi fino al 24 dello stesso mese (su decisione del Governo) e ora, mentre andiamo in stampa, in situazione di nuovo di lock-down totale regionale fino al 3 dicembre. Non così per il Liceo Coreutico (sotto la direzione artistica dell’etoile Carla Fracci), grazie al tipo di attività più laboratoriale e, quindi, meno facilmente attuabile a distanza. Sul punto abbiamo sentito la professoressa Elena De Laurentiis, ballerina, coreografa e docente del Coreutico fin dalla sua formazione.

Professoressa, arriviamo da un periodo di didattica a distanza durante il lock-down che per il Liceo Coreutico in particolare non è stato facile da superare. Come sono andate quelle lezioni a distanza? Quali sono state le maggiori difficoltà per loro e per voi insegnanti?

Noi abbiamo avviato la didattica a distanza immediatamente: già dal 2 di marzo, grazie alla forte informatizzazione dell’Istituto Locatelli, eravamo pronti con la piattaforma online e abbiamo avviato una didattica a distanza anche relativamente alla materie pratiche. Naturalmente, per quanto riguarda il Coreutico, il contesto casalingo non ha le stesse comodità, requisiti e agevolazioni e caratteristiche necessarie per poter fare attività di danza: mancano pavimentazioni adeguate nelle abitazioni, manca il giusto attrito, la flessibilità, non ci sono specchi o sbarre. Non ci sono soprattutto gli insegnanti che ti seguono da vicino e ti correggono. Non c’è il pianista dal vivo. Nonostante queste difficoltà siamo riusciti comunque a trovare un buon compromesso e un sistema di insegnamento per mantenere la forma e le capacità: non siamo purtroppo riusciti a far progredire tecnicamente il programma, proprio a causa delle mancanze tecnico logistiche e di sicurezza, come la sala di danza attrezzata e l’insegnante che ti può correggere. Abbiamo fatto tanto potenziamento muscolare, allungamento, stretching, esercizi e molto altro, ma non abbiamo potuto fare programma di salti  e punte, per esempio, altrimenti avremmo leso muscoli dei danzatori a causa delle condizioni non adeguate a casa.. Abbiamo creato tanto e usato molta fantasia per sviluppare la creatività artistica degli alunni, tanto che abbiamo realizzato un video che racchiude un po’ il lavoro fatto a distanza anche per farli uscire mentalmente dalla situazione che stavamo vivendo tutti quanti e creare. I risultati sono stati molto interessanti e abbiamo distratto i ragazzi dalla triste realtà che ci circondava, primo fra tutto il suono costante delle ambulanze che anche noi docenti sentivamo durante le  lezioni online, visto che la maggior parte dei ragazzi vive in Lombardia. Tutti sono stati bravi ed entusiasti.

Come hanno ripreso le nostre ballerine in queste prime settimane in presenza?

In questo momento i ragazzi del Coreutico si sentono privilegiati e fortunati, perché possono fare lezione in presenza, proprio come previsto dall’ultimo Dpcm (24 ottobre, ndr): questo ha permesso loro di potersi allenare e procedere con il programma e la formazione, cosa che era la loro preoccupazione più grande per loro. Questa è un’età importante per i giovani danzatori, in cui il tempo che si perde difficilmente si recupera, in cui il corpo si forma, si plasma e si modifica e più si avanza più diventa difficile cambiare: ora invece è il momento migliore perché si è più duttili e plasmabili. Ciò che apprendono ora è più immediato anche dal punto di vista dell’ottenimento del risultato. Avevamo necessità di provare e tornare alla nostra sbarra e alla nostra sala di danza. Mi auguro che questo si possa fare per il massimo del tempo possibile, condizioni di sicurezza e ordinanze permettendo.

In quanto attività laboratoriale a loro è concesso lavorare in presenza: come funziona? Sono preoccupate? Sentono la mancanza del resto della scuola?  

Al momento la situazione a scuola è gestibile, quindi siamo in serenità: noi docenti lavoriamo con le mascherine per garantire la sicurezza nostra e dei nostri danzatori, che lavorano in aula danza con i due metri di distanziamento previsti per chi svolge attività pratica e sportiva, anche perché come indicato nell’ultimo Dpcm non indossano la mascherina durante l’allenamento. La rimettono invece quando rientrano nelle loro aule scolastiche. La capienza e l’ampio spazio della nostra sala di danza ci consentono di mantenere la distanza assoluta e quindi la sicurezza. Sicuramente mancano i ragazzi dello scientifico e la vita quotidiana con loro, ma è un momento difficile per tutti e di sacrificio comune: sappiamo che più di così non si può fare e che anzi già stiamo facendo più del possibile e terremo duro, sapendo che riabbracceremo presto anche i compagni. E che torneremo prima o poi alla normalità.

Come va con le attività esterne come i concorsi e gli spettacoli? Tutto fermo da febbraio? Che prospettive ci sono?

Per quanto riguarda le attività extrascolastiche ci stiamo concentrando per ora sulla preparazione dell’open day dell’Istituto Locatelli: di solito facciamo esibizioni di tecnica della danza classica e contemporanea e anche di laboratorio; tutto sarà nel rispetto del protocollo, ma riusciremo comunque  a dare una buona rappresentazione agli spettatori e a chi è interessato a conoscere il nostro liceo coreutico. Le altre attività laboratoriali, con i teatri dove venivano effettuate chiusi, sono ferme purtroppo. Stiamo comunque lavorando, creando e progettando nell’attesa della riapertura dei teatri per calcare nuovamente le scene: è un’attività che ci manca tanto perché è uno stimolo fondamentale per la formazione dei nostri danzatori. Anche a me come insegnante e coreografa manca il pubblico, l’adrenalina e manca soprattutto poter vedere i nostri ragazzi che si emozionano e che si divertono sul palco mentre si donano facendo ciò che amano di più.

Un messaggio per il nostro corpo di ballo?

Al momento è importante tenere i piedi piantati per terra  e concentrarsi sul lavoro che stiamo facendo: purtroppo ritengo sia un dispendio inutile di energie pensare a cosa fare quando ritorneremo in scena: dobbiamo aspettare, queste riflessioni non possiamo farle finché il virus non sia debellato. L’importante è lavorare, restare uniti, concentrati sugli obiettivi, e progredire con la formazione. Se tu avanzi con la formazione fisica, fortifichi il carattere, persegui gli obiettivi, non perdi la motivazione e lo stimolo, quando i teatri riapriranno sarai pronto; in caso contrario avrai ancora tutto da fare e perderai altro tempo. Stiamo quindi con i piedi ben piantati a terra e stiamo lavorando sodo per creare e costruire. Poi del doman non v’è certezza, diceva qualcuno: mi auguro spero presto si possa tornare alla normalità e che i nostri teatri tornino a splendere, ma temo purtroppo che ci vorranno ancora tempo e pazienza, sperando non ci siano troppe perdite a causa i questo virus.

 

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