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Balestra, si vola in Grecia

Posted by 2als On Aprile - 14 - 2012

“Fin da piccolo il mio sogno è stato quello di entrare nel mondo dell’aeronautica civile. L’Istituto Locatelli mi ha spalancato le ali”. Ora le ali di Andrea Balestra, 27 anni, bergamasco, volano nei cieli d’Europa, pilota istruttore nella scuola Egnatia Aviation, a Kavala, in Grecia. “Ogni anno formiamo un centinaio di piloti, sono 600 diplomati in 6 anni”. Andrea è in Grecia da tre anni  ma non ha dimenticato le radici, la prima pista di decollo.

L’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli di Bergamo, dal ‘98 al diploma nel 2003. È qui che è nata la sua passione per il volo? Che cosa l’ha accesa?

“Fin dalle Elementari avevo questo obiettivo, forse perché mio padre viaggiava molto, io andavo spesso a prenderlo all’aeroporto e quando tornava mi portava sempre un regalo. Perciò devo aver collegato il regalo all’aeroporto e il resto è venuto di conseguenza. Una volta arrivato all’Istituto Locatelli, dal quarto e quinto anno non ho più avuto dubbi su quello che sarebbe stato il mio futuro. Volare”.

 

Dopo il diploma lei è volato a Miami, negli Stati Uniti: com’è nata l’idea di andare in America?

“Volevo ottenere la licenza privata e per finanziarmi ho fatto parecchi lavoretti, indispensabili perché la licenza ha un certo costo. Non ho avuto problemi con l’inglese: l’ho perfezionato mentre ero in Florida e lo utilizzo tutt’ora per insegnare visto che Egnatia Aviation è una scuola di livello internazionale. Ci sono allievi da 16 a 40 anni, i ragazzi arrivano da tutta Europa”.

 

Che aereo utilizza nei corsi?

“Abbiamo livelli di training differenti, quindi utilizziamo aerei diversi per ogni licenza, da quelli leggeri per la licenza base a modelli più sofisticati. In ogni caso li cambiamo spesso”.

 

Lei è istruttore, responsabile della parte teorica. Quanto ha inciso nella sua carriera la preparazione scolastica dell’Istituto Locatelli?

“Molto. Questo tipo di scuola porta a un alto livello di preparazione teorica. Solo in Italia ci sono scuole specializzate in questo campo, altrove l’aeronautica come materia di studio non è ancora molto diffusa e questo per noi italiani è certamente un vantaggio in termini di formazione“.

 

Cosa ricorda della nostra scuola?

“I primi giorni, il professor Noris e l’ora di teoria del volo, che per me naturalmente era una cosa del tutto nuova.  Grazie al preside Di Giminiani a scuola, pur in un ambiente professionale, si respirava un’aria familiare”.

 

Ci vuole raccontare un aneddoto divertente sulla sua esperienza scolastica?

“Ero in una classe molto particolare e passavo parecchio tempo fuori dall’aula. Ricordo che un giorno sono stato sbattuto fuori dalla professoressa d’italiano alle 8 e che per una successione di fatti sono rientrato nel pomeriggio, giusto per l’ora di educazione fisica”.

 

Insomma “volava” spesso fuori dall’aula. Ma la prima volta sull’aereo come andò?

“Il mio primo solo è indimenticabile. Ero a Miami dove ho fatto le licenze. Ero appena sceso dall’aereo dopo la lezione mattutina. L’istruttore mi guarda e mi dice: “Sei pronto per volare da solo, volerai questo pomeriggio”.

 

E lei che fece? Barcollò?

“Io naturalmente ero preso dall’eccitazione, ma quando mi chiesero i documenti mi accorsi di averli lasciati a casa. Allora presi un autobus, tornai a casa, presi i documenti necessari e tornai a scuola. Ma una volta arrivato iniziò a diluviare e così continuò per tutto il pomeriggio”.

 

E addio “solo”…

“No. Avevamo già posticipato il volo all’indomani, quando smise di piovere e il mio istruttore mi disse di uscire e di volare da solo”.

 

E così fu. Come hanno reagito i suoi genitori quando hanno saputo che sarebbe andato a lavorare in Grecia?

“In maniera quasi opposta. Mia madre è disperata tutt’oggi benché siano passati ormai quattro anni, mentre mio padre sembrava che stesse aspettando solo che cambiassi continente”.

 

Cambiate anche continente pur di volare: ci lascia con questo consiglio?

“Trovare lavoro sotto casa è molto difficile. Ma se ci tenete veramente inseguite sempre il vostro sogno, anche se vi potrebbe portare molto lontano da casa”.

Dominique Agarri Panigutti, Chiara Tiraboschi

II A Liceo Scientifico

 

 

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