Saturday, November 1, 2025

  • Facebook Flickr Twitter YouTube

Monopattini e regole

Posted by admin On Marzo - 13 - 2021 Commenti disabilitati su Monopattini e regole

Quante volte ci è capitato negli ultimi tempi, anche fuori da scuola, di veder passare qualche ragazzo (o meno ragazzo) a bordo di un monopattino elettrico: c’è chi lo usa per andare a lavorare, chi per andare a scuola, chi invece ci ha fatto addirittura un viaggio. Ebbene sì, lo Youtuber Jacopo D’Alesio (in arte Jakidale) ha percorso più di seicento chilometri da Milano a Roma a bordo di un monopattino elettrico appositamente modificato per essere il più comodo possibile. Dotato di una seconda batteria di ricambio, ha percorso circa settanta chilometri al giorno, passando per Bologna e Firenze.

L’obiettivo dell’influencer era di documentare e condividere sul suo canale da più di un milione di iscritti il proprio viaggio, così da sensibilizzare i propri fan sull’argomento della mobilità elettrica.

Tutti i media tradizionali si sono attivati: testate giornalistiche come il Corriere della Sera o Milano Today hanno riportato la sua avventura, mentre il TG5 ha sfruttato l’avvenimento per parlare di mobilità elettrica.

Questa sensibilizzazione è dovuta al fatto che le leggi in vigore sono chiare ma alle volte troppo restrittive. Tra tutte le norme, quelle relative alla velocità sono tra le più difficili da rispettare: nei centri abitati si può circolare a  una velocità massima di 6 km orari. Entro tale limite, molti conducenti si trovano in difficoltà a condurre il proprio mezzo. In caso di infrazione, però, le multe vanno dai 100 ai 400 euro, in base a quanto grave è la trasgressione.

Inoltre, al giorno d’oggi, molte persone preferiscono utilizzare mezzi canonici anziché questi nuovi metodi di spostamento, nonostante in alcuni casi siano quasi più convenienti dei classici ciclomotori che circolano per le nostre città.

La versatilità, la leggerezza e la possibilità di portare, ad esempio, il proprio monopattino all’interno dei mezzi pubblici per grandi spostamenti o all’interno di edifici scolastici o lavorativi rendono questi veicoli estremamente comodi. Attenzione però al fatto che, sotto numerosi aspetti, sono molto simili alle bicilette da un punto di vista legislativo: devono quindi circolare sulle piste ciclabili qualora presenti, è necessario indossare un casco se si è minorenni e, di sera, è importante avere luci anteriori e posteriori e anche un apposito giubbino catarifrangente. Inoltre, come per ogni mezzo in Italia, questi mezzi non possono essere autocostruiti ma devono essere acquistati da un venditore autorizzato e certificato. Non solo: dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) anche rispettare il resto del traffico (intendendo auto ma anche pedoni) adeguandosi al codice della strada e viaggiando a velocità adeguata; in più dovrebbero (e di nuovo il condizionale è di rigore) rispettare gli spazi pubblici ed essere parcheggiati in modo da non essere di intralcio a nessuno. In effetti capita spesso di vederli sfrecciare a velocità folli, con rischio per tutti, e di vederli parcheggiati (soprattutto in questo caso quelli a noleggio) in ogni angolo possibile, marciapiedi compresi, con ovvio intralcio alla circolazione.

Con la loro enorme autonomia, la loro comodità e la possibilità di utilizzarli in ogni zona della città, a oggi sono tra i mezzi che in futuro entreranno sicuramente nelle case della maggior parte delle persone.

Alessandro Donina, 5 A Scientifico

 

Condividi questo articolo:

Electric car market is growing

Posted by admin On Marzo - 13 - 2021 Commenti disabilitati su Electric car market is growing

To keep up with the times, almost all car manufacturers have built their first electric vehicle. In fact, it now seems to be a fact: the electric car market is growing and is becoming increasingly popular all over the world.

According to the latest data, it seems that in Italy there has been a boom in the purchase of cars with zero emissions. In September 2020, compared to the same period last year, in our country there was an increase in sales of electric cars of 225.3%.

In first place as a unit sold, the French car manufacturer of Renault, which, since January, has sold as many as 3,440 electric cars of the Zoe model. The month of September sees as the undisputed protagonist the Tesla Model 3, with 880 registrations. Immediately after, the Renault Zoe was confirmed with 676 registrations and, following the Nissan Leaf and the Volkswagen ID.3 with a sale of 297 and 270 units respectively sold. Not bad also for the Peugeot 2-208, with 141 units sold, for the Mini Cooper SE, of which 108 registrations are recorded and 100 for the Opel Corsa E.

This exponential increase in sales of electric cars, which was recorded in the last period, is due to some factors. In addition to the many incentives that have driven customers to buy a zero-emission vehicle, to encourage this type of choice, has been a larger number of electric charging columns installed in recent months and a proposal of electric models, by car manufacturers, ever wider. So, it seems to be a long time ago that electric cars were not appreciated especially for their low autonomy.

The first cars that showed a first substantial change, were those produced since the new millennium, such as the Mitsubishi i-Miev or the two French Peugeot iOn and Citroën C-Zero.

Now most of the car manufacturers, to avoid meeting the anti-pollution laws that could negatively affect their market, are trying to look to the future with a view that focuses all on electric cars and zero emissions. Obviously, a greater production of electric models, implies a progressive decrease of the price of the vehicles even if, at least for the moment, are the few Houses that introduce on the market electric cars to a price inferior of 30.000 euros. However, both Volkswagen, Seat and Skoda have updated their price lists with cars that cost between 23,750 and 22,300 euros. In this regard, the new Dacia Spring Electric, which will be on the market in 2021, is the most anticipated electric car because it will have a very low price.

Stefano Macchia, 5 A Scientifico

 

Condividi questo articolo:

L’Apolli XI una bugia?

Posted by admin On Marzo - 13 - 2021 Commenti disabilitati su L’Apolli XI una bugia?

Lo sbarco sulla Luna del 1969  è stato uno degli avvenimenti più importanti della storia. Sono stati gli americani Neil Armstrong e Buzz Aldrin, con il programma Apollo XI, a fare il primo passo sulla Luna, ma c’è chi ancora sostiene che tutta l’operazione di allunaggio sia stata invece girata in un set cinematografico per vincere la concorrenza con la Russia nel campo tecnologico e nella corsa allo spazio.

I complottisti hanno fondato le loro affermazioni su alcuni “errori” nelle fotografie, di cui gli ingegneri della NASA non si sarebbero accorti, mentre altri ritengono che le foto siano state modificate in laboratorio. Però se le foto fossero state scattate in appositi set cinematografici, non vi sarebbe stato alcun bisogno di ritoccarle in seguito, ma sarebbe bastato farne delle altre. C’è da dire che è vero che le foto sono state ritoccate, ma solo una volta ritornati sulla Terra e allo scopo di migliorarle per poi mostrarle a tutto il mondo. Infatti, le foto originali non sono andate perse: è ancora possibile vederle on-line. Sempre dalle foto, si nota la bandiera sventolare, ma questo sarebbe stato impossibile, perché sulla Luna non c’è vento. Ma nessuno tra scienziati, ingegneri e astronauti ha mai sostenuto che quella bandiera si stesse muovendo: semplicemente, quando è stata scattata la foto, la bandiera non era stata completamente distesa, ma era rimasta immobile dopo che l’astronauta aveva lasciato la mano.

Un altro elemento che ha fatto insospettire i complottisti è stato che le ombre di Armstrong e di Aldrin non fossero parallele: questo secondo loro era la prova che nello studio vi erano più fonti di luce artificiale, ma i sostenitori di questa tesi non hanno badato al fatto che il fenomeno avviene anche sulla Terra, quando il sole è basso. Inoltre l’effetto potrebbe essere stato incrementato da una distorsione dell’immagine, a causa della tecnologia del tempo. Loro, però, hanno cercato ogni minimo dettaglio che potesse mostrare la messa in scena e sono arrivati persino a sostenere la presenza di una lettera “C” su uno dei massi: in realtà quella “C” è probabilmente un detrito che si era depositato durante la copia, infatti non compare nessuna lettera sulla foto originale.

Tutte le riprese sono state effettuate nello spazio, mancano fenomeni evidenti sulla Terra: la polvere, all’avvicinamento del Rover, schizza in tutte le direzioni formando dei cerchi, non delle nubi come sarebbe accaduto se fossero stati sulla Terra, e la tecnologia del 1969 non permetteva di modificare con certi effetti foto e video, quindi i video sono stati davvero girati sulla Luna, anche perché  ricreare il vuoto sulla Terra in uno spazio chiuso come un set cinematografico e addestrare anche i membri del set a operare in un certo modo sarebbe stato comunque molto difficile, costoso e avrebbe richiesto troppo tempo.  Nelle foto, inoltre, non vi sono evidenti tracce delle orme degli astronauti o delle ruote del Rover, ma solo perché sulla Luna vi è un sottile strato di polvere, che non permette di lasciare buchi profondi, inoltre il veicolo era già di suo molto leggero e spesso per curvare era sollevato dagli astronauti stessi.

I complottisti hanno anche identificato il regista della messa in scena in Stanley Kubrick, che sarebbe stato contattato dal governo degli Stati Uniti per la sua esperienza nelle riprese con effetti fantascientifici. Un esempio è 2001: Odissea nello spazio. Il regista è noto proprio per la sua cura nei dettagli, quindi sembra strano che abbia commesso errori così tanto importanti nelle riprese, a meno che l’abbia fatto volontariamente. In effetti sono stati identificati dei “messaggi nascosti” nel film The Shining, sempre di Kubrick, con cui sembra avrebbe voluto comunicare al mondo la falsità dell’allunaggio, non potendone parlare chiaramente.

La più grande domanda che rimane è come, seguendo le teorie dei complottisti, la NASA avrebbe potuto organizzare un progetto dal costo così grande, con il coinvolgimento di migliaia di persone semplicemente per un set cinematografico, e come avrebbe potuto assicurarsi che nessuno avrebbe mai denunciato la bugia dell’accaduto.

A mio parere, negare l’allunaggio non significa solo mettere in discussione una tappa epocale della storia, ma soprattutto sminuire il lavoro di decine di migliaia di tecnici, scienziati, ingegneri che hanno dedicato la loro vita e tutte le loro conoscenze a questo grande progetto, che ad alcuni è costato anche la vita, come all’equipaggio di Apollo I, morto  a causa di un incendio in cabina. Personalmente credo che Neil e Buzz siano andati veramente sulla Luna; sarebbe stato troppo difficile mantenere il segreto e, se fosse stato come affermano i complottisti, che per la maggior parte sono inesperti e si basano solo su particolari di alcune immagini che come abbiamo visto prima sono stati ampliamente chiariti, non mi spiego come mai non ci sia ancora una indicazione tecnica e scientifica che affermi senza ombra di dubbio che sia stata tutta una messa in scena.

Ettore Colpani, 2 A Tecnico

 

Condividi questo articolo:

F-16 Falcon, storia da record

Posted by admin On Marzo - 13 - 2021 Commenti disabilitati su F-16 Falcon, storia da record

L’F-16 “Falcon”, conosciuto oggi come “Viper”, è un caccia multiruolo monomotore ed è il velivolo militare con più unità in servizio al mondo, ben 3000, comprese le versioni meno aggiornate. Nel 2014 la Lockheed Martin, impresa aerospaziale, ha mostrato l’ultima versione della vipera: l’F16V Block 70/72, che dovrebbe restare in servizio fino al 2050.

Dopo la fine della guerra del Vietnam, l’Air Force rimase sorpresa dalla estrema agilità dei Mig 17, 19 e 21, che diedero filo da torcere agli F4 Phantom, altro capolavoro aeronautico. Nonostante i caccia americani abbiano avuto un leggero vantaggio sui velivoli vietnamiti di produzione sovietica, gli americani avviarono studi su un nuovo caccia per contrastare in dogfight i velivoli sovietici. Il progetto ebbe già inizio nel corso della guerra, nel 1969, e dopo 3 anni vennero presentati due prototipi: General Dynamics YF-16 (l’attuale F-16) e il bimotore Northrop YF-17 Cobra (progetto da cui si ricaverà l’F18 Hornet). Dopo qualche mese di valutazioni e test, il primo prototipo ebbe la meglio entrando in produzione nel 1974. I suoi compiti erano di complementare gli F-15 Eagle entrati in servizio nel 1976 e di opporsi ai Mig sovietici.

Ciò permise un enorme vantaggio sul dogfight, grazie alle virate strette del Falcon, che possono arrivare fino ai 9G.

Il programma di distribuzione internazionale

All’inizio del 1978 alcuni paesi europei e del Medio Oriente erano alla ricerca del sostituto del F-104 Starfighter e dei vecchi caccia in dotazione. La General Dynamics, prima azienda produttrice del Falcon per l’USAF, diede inizio ai primi contratti di vendita internazionale. Le prime versioni A (monoposto) e B (biposto) Block 1, 12 e 15 vennero consegnate entro il 1982 per Belgio, Olanda,  Danimarca e Israele, aggiungendo le versioni migliorate A+ e B+ per Indonesia, Venezuela, Pakistan, Taiwan, Thailandia e Portogallo tra il 1989 e 1995. La seconda “ondata” di vendite fu dalla metà degli anni Ottanta fino al 2010, con le versioni avanzate C/D Block 30, 40/42 e 50/52, che garantivano radar più potenti e agilità migliorata. I primi paesi che ottennero questi velivoli furono Israele, Egitto, Corea del Sud quindi a fine anni Novanta anche Grecia, Turchia, Taiwan, Bahrein, Oman, e Giordania. All’inizio del nuovo millennio l’Italia ordinò i nuovi Eurofighter, ma nell’attesa l’Aeronautica Militare dovette prendere in prestito dal 2003 fino al 2012 i Falcon versione A/B avanzati dell’USAF. Gli F-16 si stanziarono nel 5° (Cervia), 41° (Sigonella) e 37° stormo (Trapani). In totale a giorno d’oggi sono ben 25 Paesi a usufruire il Viper, ottenendo il record di servizio in più nazioni.

Gli F-16 e gli attuali conflitti: le aggressive “Vipere di Erdogan” e la tensione Cina-Taiwan

Negli ultimi anni gli F-16 turchi sono protagoniste di numerosi episodi di crisi politiche, come l’abbattimento da parte di due Viper turchi di un cacciabombardiere SU-24M russo, a novembre 2015. altra questione la crisi diplomatica tra Grecia e Turchia che, negli ultimi vent’anni, hanno visto spessissimo i rispettivi caccia impegnati sul mar Egeo in continui intercettazioni e ingaggi, a volte finiti male, come lo scontro di un F-16 greco e uno turco che ha portato la morte del pilota ellenico. Lo scorso agosto, 4 Viper e due F-4 Phantom turchi si sono sfidati con sei F-16 greci non molto lontano dall’isola di Rodi. Dall’altra parte del mondo, a Taiwan, le tensioni tra “le due Cine” non si placano, e il governo di Taipei per mantenere una difesa convincente qualche anno fa ha ordinato i nuovi F-16 Block 70/72 per contrastare i caccia cinesi, come i J-10, J-11 e Su-35.

La ultima evoluzione del Viper, grazie all’F-22 e F-35

La Lockheed Martin ha sviluppato la nuovissima versione del caccia multiruolo, il Block 70/72, ma cosa ha in più dei precedenti Falcon? I nuovi F-16 sono dotati dei più avanzati radar a scansione elettronica AN/APG-83 AESA, sviluppati all’inizio per i caccia di quinta generazione F-22 Raptor e F-35. Ciò permette di avere una maggiore precisione e rilevamento degli obiettivi aerei e terrestri. Il velivolo dispone anche di un datalink avanzato (collegamento dati di comunicazione direzionale) usato solo dai velivoli furtivi.

Il multiruolo ha rispetto ai suoi precedenti “compagni” una vita strutturale aumentata del 50% (un totale di 12 mila ore rispetto alle 8 mila base) e un sistema automatico di prevenzione di collisione al suolo (GCAS). È integrato anche un nuovo computer di bordo, GPS e sistema di visione notturna. Ciò lo rende al momento il caccia più avanzato tecnologicamente della quarta generazione, con listino prezzo di 65 milioni di dollari a unità. Le ordinazioni di Marocco, Taiwan, Bahrein, Slovacchia e Bulgaria permetteranno al Viper di volare per altri 30 anni e forse anche di più, prestando così la bellezza di oltre 75 anni di servizio.

Alberto Julio Grassi, 3 A Scientifico

 

Condividi questo articolo:

F-104, pregi e difetti del mito

L’F-104 è uno dei più famosi e, secondo molti, il miglior aereo di sempre. Il suo sviluppo risale ai primissimi […]

Covid? A loss of million jobs

The severe decline in air traffic caused by the Covid-19 pandemic, followed by a slow recovery, will result in a […]

Las avispas españolas

Han pasado casi 2 años desde que la US Navy retiró del servicio todos los cazas F/A-18 versiones C/D. Todavía […]

L’Apolli XI una bugia?

Lo sbarco sulla Luna del 1969  è stato uno degli avvenimenti più importanti della storia. Sono stati gli americani Neil […]

TAG CLOUD

POPULAR