Sunday, November 2, 2025

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L’Aeronautico in pole a BgScienza

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su L’Aeronautico in pole a BgScienza

BergamoScienza: un evento in cui tutte le scuole mostrano le proprie eccellenze, e tra queste anche l’Istituto Aeronautico.

Si è svolta anche quest’anno, infatti, sul Sentierone di Bergamo, il 3 e il 4 ottobre, la mostra “Scuole in piazza” nel contesto di BergamoScienza, durante il quale ogni scuola mostra il meglio dei suoi esperimenti, delle proprie esperienze e l’eccellenza degli istituti stessi. Per la nostra scuola è stato un grande successo: nonostrante il tempo non molto clemente il nostro stand è stato, a detta degli organizzatori, il più visitato tra quelli presenti.

L’Istituto Locatelli ha presentato i suoi esperimenti più belli e interessanti esperimenti inventati dal professor Ferdinando Catalano: l’ascensore di Einstein, per dimostrare la gravità; il problema della scimmia e del cacciatore, per dimostrare il problema del moto dei proiettili; e infine la forza di Coriolis.

Vi erano poi dei “giochi” come “cogli l’attimo”: il cercare di prendere il secondo esatto nel quale rilevare il flash di una lampadina; e ancora la pila umana, che serviva per misurare l’acidità del PH della pelle.

Adesso aspettiamo solamente il prossimo anno per scoprire quali nuovi esperimenti sensazionali vorrà presentare il prof per la prossima edizione.

Guido Pedone, 2B Ls

 

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A lezione con l’ètoile Fracci

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su A lezione con l’ètoile Fracci

Era il 23 ottobre quando, per la prima volta, le ragazze del liceo coreutico hanno incontrato la più grande e intramontabile icona della danza classica, Carla Fracci.

Come tutti i giorni sono arrivate a scuola e, alle 8,05, le lezioni sono iniziate: ma i professori si sono accorti che dentro ognuna di loro c’era qualcosa di strano, da una parte quell’immensa voglia di ballare ma dall’altra anche quell’angoscia di sbagliare, di non essere adeguate, di non essere all’altezza.

Le ragazze erano tesissime: i visi, le espressioni e i comportamenti facevano trasparire le loro emozioni, le ansie e le paure. E infatti, le ragazze della classe seconda, prima del loro incontro con Carla Fracci, per cercare di smorzare un po’ la grande tensione, si sono anche confrontate con quelle più grandi per sapere come fosse andata la loro lezione e quali correzioni avesse fatto.

Una volta preparato trucco e parrucco, le ragazze sono entrate in sala per riscaldarsi, fare stretching e rilassarsi prima di quella che si profilava come un’intensa lezione.

Quando l’Etoile è entrata, in sala si è creata una situazione di imbarazzo ma nello stesso tempo di felicità e incredulità: tutte le ragazze sono rimaste in posa fissando stupefatte e disorientate l’icona della danza classica e, ancora tremanti, hanno iniziato la lezione durante la quale Carla Fracci correggeva e faceva vedere a livello pratico il giusto movimento, dando consigli alle allieve che sono rimaste colpite dal fascino e dall’eleganza con cui lei mostrava i passi. Al termine della lezione, le allieve del Liceo Coreutico e l’insegnante, lusingate di aver svolto un lezione di danza con Carla Fracci, hanno concluso la giornata compiaciute e soddisfatte.

Un venerdì che sembrava essere un giorno qualunque si era trasformato poi in una giornata indimenticabile, densa di emozioni. Alcune altre allieve hanno raccontato al quotidiano L’Eco di Bergamo: “Quasi non credevamo ai nostri occhi: Carla Fracci in persona che ci faceva lezione. E non standosene seduta a guardare, magari anche con un certo distacco. Anzi. Non ha perso un solo esercizio, un solo passo e ci ha seguito in tutto e per tutto”. La stessa ballerina, intervistata dal quotidiano locale dopo una delle lezioni alle ragazze del Coreutico, ha dichiarato: “Questo liceo potrebbe diventare una sorta di “vivaio” di giovani talenti. Vivaio da cui partire per dare vita a una compagnia di danza, naturalmente legata al teatro Donizetti”.

Beatrice Limonta, Andrea Valongo, 2A Lc

 

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Italia: 100 anni fa la Prima Guerra

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Italia: 100 anni fa la Prima Guerra

Esattamente un secolo fa il nostro Paese entrava nella Grande Guerra. Il 24 maggio 1915, l’Italia dichiarava guerra all’Austria-Ungheria a fianco di Francia, Gran Bretagna e Russia. Inizialmente chiamata “guerra europea”, con il coinvolgimento delle colonie dell’Impero britannico e di potenze extraeuropee, come gli Stati Uniti d’America e l’Impero giapponese, prese il nome di “Guerra Mondiale” o “Grande Guerra”.

Si trattò infatti del più grande conflitto armato mai combattuto fino alla Seconda Guerra Mondiale, per non parlare della carneficina costata al popolo italiano oltre 600.000 morti e un milione di feriti.

Particolarità di questo conflitto furono le modalità innovative con le quali venne combattuto. Inizialmente si presentò come una battaglia dell’800: tedeschi, austriaci, russi, francesi e britannici entrarono in battaglia seguendo istruzioni tattiche ispirate ai conflitti ottocenteschi. Poi però le nuove armi tecnologiche, la leva e un formidabile apparato industriale si allearono per cambiare radicalmente le nuove regole, le tattiche e le strategie belliche. I copricapi piumati, le uniformi variopinte, i cavalli ed i cavalieri lasciarono il posto agli elmetti di ferro, ai camion, ai tank, alle mitragliatrici, ai sommergibili, agli aerei.

Anche l’aria divenne un campo di battaglia: queste “macchine volanti” furono il simbolo di un grande progresso. Il loro contributo alle operazioni militari infatti si rivelò subito fondamentale nelle missioni di ricognizione per osservare il nemico oltre le linee, scoprire i suoi movimenti e sfruttarne gli errori.

Questa ventata di modernità coinvolse anche la popolazione femminile  che, durante questo conflitto, ebbe un ruolo di primo piano. Benché la donna venisse per lo più rappresentata come infermiera e dama di carità, non dobbiamo dimenticare che la manodopera femminile fu impiegata in quei lavori sino ad allora svolti da uomini: negli uffici, nelle fabbriche, nelle industrie tessili, persino nella produzione bellica e in quella agricola.

Sebbene siano trascorsi cento anni il ricordo del sacrificio dei caduti in guerra rimane sempre vivo, come ci ricorda la campana dei caduti di Rovereto che, ogni sera al tramonto, con i suoi cento rintocchi vuole rivolgere un monito di pace universale.

Riccardo Bernocchi, 1B Ls

 

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Censura: riflettiamoci un po’ sopra

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Censura: riflettiamoci un po’ sopra

Dopo gli anni in cui veniva letta la posta altrui, venivano cancellate intere parti di libri prima che venissero pubblicati, ci dicono che la censura è stata abolita. Sottolineo il termine “ci dicono”, perché non tutto ciò che dicono avviene davvero.

Abolizione non è una garanzia, abolizione è una parola detta da un bugiardo: ci sono le stesse possibilità che sia vera oppure falsa, e tu non saprai mai con certezza quale sia l’opzione vincente.

Le testate giornalistiche, le emittenti televisive e radiofoniche ormai sono monopolizzate da pochi, noi siamo nelle mani di pochi: loro scelgono cosa farci sapere e cosa no, loro scelgono che tipo di pasta farci mangiare, siamo persone libere ma incatenate.

Ma la vera censura non scritta avviene nella nostra mente, il nostro pensiero è il nemico peggiore; prima di esprimerci anche senza accorgercene la nostra mente filtra tutto attraverso gli ideali a cui fin da piccoli siamo stati abituati.

La censura c’è ancora, la causiamo noi e la causano altri, a discapito di tutti. Non vi è più libertà di parola, non vi è mai stata. Neghiamo l’umanità a noi stessi.

Marcello Colombi, 1A Ls

 

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Imparare dal passato: in latino

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Imparare dal passato: in latino

In hac schola multae linguae latinae magistrae me multos errores facere dicunt scribendo.

Me pudet pigetque, sed ego miser discipulus sum qui romanam historiam et linguam amat et se delectat cum latino.

Hodie de iuventute dissertare volo: non tota malae mentis est, nam multi ingenii acumen habent.

Iuvenes qui in Mediolano aedificia distruxerunt post universalis ostensionis initium malum exemplum sunt et nos, iuvenes, bonum sequi debemus: a linguae latinae scriptoribus mores maiorum cognoscimus.

 

In questa scuola molte insegnanti di lingua latina mi dicono che faccio molti errori scrivendo. Mi pento e mi vergogno, ma sono un umile studente che ama la storia e la lingua romane e si diverte con il latino. Oggi voglio discutere della gioventù: non è tutta di mente cattiva, infatti molti hanno argutezza d’ingegno. I giovani che hanno distrutto edifici a Milano dopo l’inaugurazione di EXPO sono un cattivo esempio e noi, o giovani, dobbiamo seguire il buono: dagli scrittori di lingua latina impariamo i buoni comportamenti degli antichi.

Attilio Di Penne

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Gauss: quando l’aritmetica diventa gioco

Posted by admin On Marzo - 13 - 2015 Commenti disabilitati su Gauss: quando l’aritmetica diventa gioco

Il quadrante di un orologio ha dodici numeri distribuiti lungo il perimetro di una circonferenza. Al numero dodici dovrebbe seguire il numero tredici, però ciò che facciamo è cominciare a contare da capo. Questa operazione la compiamo ogni giorno quando osserviamo l’orologio, dato che per distinguere le ore che precedono al mezzogiorno da quelle che lo seguono è abitudine continuare a contare partendo da dodici. Ad esempio quando ci riferiamo alle 17,00 intendiamo che equivale alle “5 del pomeriggio”, per cui in questo senso sappiamo che il numero 17 appartiene alla stessa “classe” del 5. Partendo da qui, ciò che Gauss ci propone sono diversi orologi o, più precisamente, diversi quadranti. Ad esempio, un orologio che abbia solo 5 ore ci darà una tavola di questo tipo:

 

1 2 3 4 5
6 7 8 9 10
11 12 13 14 15
16 17 18 19 20
21 22 23 24

In questo modo, in base al criterio che abbiamo stabilito in precedenza, possiamo affermare che il numero 17 fa parte del gruppo del 2 o, parlando con maggiore proprietà, che appartiene dalla “classe” del 2. È facile stabilire a che classe appartiene un qualunque numero. Prendiamo ad esempio il 18: dovremmo far compiere 3 giri al nostro orologio di 5 ore per arrivare a 15 e poi cominciare di nuovo fino ad arrivare al numero 3, stabilendo così che appartiene alla classe del 3. Questo equivale a dividere 18 per 5 e calcolare il resto della divisione che è 3. Questa operazione è molto pratica quando si ha a che fare con numeri molto grandi. Se vogliamo sapere a che classe appartiene il numero 40.248, lo divideremo per 5, il che darà un quoziente di 8.049 e un resto di 3; pertanto 40.248 appartiene alla classe del 3. Siccome i multipli del 5, dividendoli per 5, danno tutti resto 0, quello che si fa è chiamare 0 la classe del 5, perciò la tavola precedente risulterà essere:

0 1 2 3 4
5 6 7 8 9
10 11 12 13 14
15 16 17 18 19
20 21 22 23

Potremmo dire che 17 equivale a 2, però una uguaglianza come 17=2 potrebbe creare confusione, e perciò si usa scriverla nella forma 17≡2. Manca un dato: che tipo di orologio stiamo usando. In questo caso specifico è un orologio nel quale ci sono solo cinque numeri nel quadrante, e lo indicheremo ponendo a destra mod 5, così l’espressione precedente risulterà definitivamente nel seguente modo: 17≡2 (mod 5). Questa espressione corrisponde a dire che 17 e 2 sono equivalenti in modulo 5. Come era d’abitudine all’epoca, Gauss usava il latino per i suoi scritti scientifici, motivo per cui adottò il vocabolo modulo. Grazie a questo “gioco” nacque quella che attualmente conosciamo come aritmetica modulare, uno degli strumenti più potenti della teoria dei numeri.

Mirko Mondini,  diplomato 2014

 

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Studiare con iPad: pro e contro

Posted by admin On Marzo - 13 - 2015 Commenti disabilitati su Studiare con iPad: pro e contro

Non si è ancora capito se è un bene o un male usare la tecnologia per studiare e per imparare nelle classi. Stiamo parlando dell’iPad. Infatti, adottato ormai da quasi tutti i presidi delle scuole di Bergamo, è stato una grande rivoluzione nel campo dell’apprendimento.

In esso sono presenti molte funzioni, forse perfino troppe, che fanno nascere molti pro e contro su questo nuovo mezzo di apprendimento: l’iPad è molto utile per gli studenti di questa generazione tecnologica  sicuramente perchè alleggerisce dal peso dei libri e, con le sue numerose funzionalità, favorisce  lo studio. In effetti esistono applicazioni che permettono di poter prendere appunti con il minimo sforzo, dimenticandosi completamente dei vecchi quaderni. Inoltre non si ha più il peso e l’ingombro dei libri che, soprattutto nelle scuole superiori, sono sempre più grossi e voluminosi: al loro posto esistono App molto semplici da utilizzare che permettono di visualizzare i libri acquistati direttamente sull’iPad, e lasciando la possibilità di prendere appunti, sottolineare e evidenziare come se si stesse trattando di un vero libro, di carta e inchiostro.

Esistono però, come in tutte le cose, caratteristiche che possono essere considerate anche negative.  Infatti l’iPad viene considerato anche una fonte di distrazione che distoglie l’attenzione degli studenti, proprio per via delle sue numerose funzioni, dai libri attraverso per esempio l’accesso a Internet e di conseguenza ai social network. Da qualcuno è anche visto come una possibile causa dei danni alla vista, provocati dal continuo fissare lo schermo che porta all’indebolimento della retina.

Positivo quindi o negativo il suo impiego? Una risposta comune a tutti non c’è: ciascuno può trovare la propria.

Ludovico Zaccaria, 2B Ls

 

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Al meteo per un giorno: è BgScienza

Posted by admin On Dicembre - 6 - 2014 Commenti disabilitati su Al meteo per un giorno: è BgScienza

BergamoScienza è un festival di divulgazione scientifica, che nel mese di ottobre coinvolge giovani provenienti da tutta la provincia, e anche quest’anno il nostro Istituto ha colto la palla al balzo, proponendo l’iniziativa “Meteorologo per un giorno”, con la coordinazione della professoressa Margherita Epinati. Sotto la guida del professor Daniele Izzo, i ragazzi di quarta liceo hanno dedicato tempo e passione al compimento di tale progetto, dando l’opportunità a due scolaresche al giorno di cimentarsi nel mondo  – sconosciuto e affascinante – della meteorologia. L’obiettivo era informare e sensibilizzare sulle caratteristiche fondamentali e l’importanza vitale dell’atmosfera.

Ogni visita è stata avviata da una presentazione in aula conferenze; superato un primo momento di diffidenza, i bambini si sono lasciati travolgere poi dalla curiosità, dato che venivano affrontante tematiche a dir poco avvincenti, come la pericolosità della radiazione solare, le aurore boreali e il campo magnetico terrestre. Il passo successivo era portare ogni classe in laboratorio, dove i ragazzi di quarta effettuavano alcuni esperimenti avvalendosi di un compressore. I bambini hanno rivolto domande pertinenti e sono rimasti estasiati davanti agli effetti che gli oggetti subiscono in seguito alla variazione di pressione. Infine, ogni visita si concludeva con la registrazione di alcune previsioni nell’aula “Meteo”.

Dopo una breve introduzione a cura del professor Izzo, in cui veniva spiegato loro come, attraverso i modelli matematici, si giunge alla previsione del tempo, i giovani si improvvisavano meteorologi televisivi. L’emozione era percepibile mentre parlavano, ma ciononostante il loro sorriso sulle labbra esprimeva un’immensa felicità. BergamoScienza è l’espressione dell’imparare divertendosi e il nostro Istituto ha contribuito alla manifestazione stimolando nei bambini il desiderio di conoscere le leggi che regolano il nostro pianeta.

Lorenzo Leoni, 3 A Ls

 

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“L’ultimo attimo”: Pagnoncelli primo

Posted by admin On Dicembre - 6 - 2014 Commenti disabilitati su “L’ultimo attimo”: Pagnoncelli primo

Emozioni per l’ambiente”: questo il tema della sesta edizione del premio letterario “I Racconti del Parco”, e il primo classificato nella sezione dedicata alle scuole secondarie superiori è uno studente proprio del Liceo Scientifico Aeronautico “Antonio Locatelli”.

Si tratta di Amedeo Pagnoncelli, studente della 2^B Liceo, che ha partecipato con un suo scritto intitolato “L’ultimo attimo”.

In effetti in questa edizione del concorso (promosso anche quest’anno dalla Regione Lombardia) era prevista la possibilità di partecipare indifferentemente con una fotografia o un racconto, uno scritto, “per dare forma alla propria creatività, ma soprattutto per condividere la responsabilità e la consapevolezza ambientale”. L’idea del settore fotografico è nato in effetti dalla constatazione di come i giovani usino la tecnologia per condividere esperienze ed emozioni.

Ricordate queste ultime anche nel tema della mostra, che vuole proprio sottolineare la forza  delle emozioni  regalate da carta, penna e immagini che parlano della natura.

Mutato il nome, resta l’obiettivo del premio: “È sempre  più necessario che insieme all’importanza della tutela del verde cresca nei giovani la consapevolezza dell’essere cittadini attenti e responsabili verso tutto ciò che li circonda”, spiegano i responsabili.

Le premiazioni dei primi classificati (c’erano anche la sezione per scuole medie inferiori e per adulti) sono state fatte il 26 settembre.

 

L’ultimo attimo

Una lacrima di rugiada mi scivola sulla foglia scura e ondulata, insinuandosi nelle venature, viaggiando lenta, fresca, per poi cascare senza fare rumore sul terreno.

Mi sveglio così: solleticato dai raggi del sole di una tiepida mattina primaverile, pronto ad accogliere uccellini e roditori, ansiosi di preparare la loro dimora.

Presto un picchio plana su una delle mie braccia e zampetta fino ad arrivare al mio corpo, inizia a pungermi delicatamente la pelle, quasi a farmi un tatuaggio. Uno scoiattolo poi, arrampicandosi, raggiunge una breccia nel tronco e la riempie di cianfrusaglie rumorose, immagino siano i miei frutti, li dispone ordinatamente: sta accumulando le provviste per il prossimo inverno. Una mamma volpe, in compagnia dei suoi cuccioli, passa per quel tratto di bosco, tra le mie calde radici potranno essere protetti, al sicuro, qui i volpacchiotti possono essere nutriti e allevati amorevolmente, lontano da qualsiasi pericolo, per questo motivo li invito. Il loro pelo rosso mi accarezza, sono contento, felice.

Un’auto sfreccia sul provinciale, mi calpesta i piedi, sento dolore. Tutto torna normale, di nuovo normale, di nuovo normale… quel paradiso, che aveva rappresentato il mio passato, ora non c’è più, ora solo smog, traffico, trambusto.

Qualcuno mi ha incastrato, qualcuno ha voluto farmi uno scherzo, burlarsi di me, qualcuno ha voluto uccidermi, anzi, peggio, avrei preferito concludere la mia esistenza quando ero ancora felice.

Ora sono soggiogato dall’asfalto, non riesco a respirare e quasi nemmeno a mangiare, il catrame mi ha schiacciato le radici, cerco di farle uscire, ma non ce la faccio, è troppo duro. Le mie foglie sono appassite, ormai il pigmento verde scuro che contraddistingueva queste mani è sparito e non tornerà più. È da molti giorni che se ne è andato ed il mio respiro si fa sempre più affannoso. Sto perdendo forza, potere, sto morendo…

di Amedeo Pagnoncelli, 2 B Ls

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Fontanella: prove tecniche di latino

Posted by admin On Dicembre - 6 - 2014 Commenti disabilitati su Fontanella: prove tecniche di latino

Hodie loquimur de Phontanella, pulchrum oppidum apud Sub Montem.  Multa loca amoena in collibus Bergomensibus sunt, sed ego maxime amo hunc parvum vicum qui habitatus est a paucis incolis viventes in villis. Vinum ibi factuum atque cibum localem gratum faucibus manducant, in primis in optimis tabernis. In Phontanella est ecclesia magni momenti, dedicata Sancto Aegidio, quae aedificata fuit media aetate et multa opera habet.  Ergo Phontanella omnis visitanda est, quod locus amoenius est prope a nostris aedibus!

Daniele Pinotti, 4 B Ls

Oggi parliamo di Fontanella, bella località vicino a Sotto il Monte.  Ci sono molti luoghi piacevoli sulle colline bergamasche, ma io tra loro prediligo soprattutto questo piccolo  borgo, che è abitato da poche persone che vivono in “ville”. Si mangia con gioia cibo locale e vino fatto sul posto, in particolare in ottime trattorie. A Fontanella c’è una chiesa di grande importanza, dedicatya a San Egidio, che fu edificata nel Medio Evo e contiene molti capolavori.  Perciò Fontanella, che è un luogo attraente vicino alle nostre case, dovrebbe essere visitata da tutti!

 

 

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Matematica: fine a se stessa?

Posted by admin On Dicembre - 6 - 2014 Commenti disabilitati su Matematica: fine a se stessa?

Sicuramente in molti di voi si sono posti la domanda in senso inverso, ossia “A che serve la matematica?”. Certamente un ingegnere vi risponderebbe che senza la matematica i ponti (è un banalissimo esempio) non starebbero in piedi e crollerebbero o durante la loro costruzione o dopo la loro ultimazione. Non tutti però siamo interessati a costruire ponti e certe domande non ci vengono neppure in mente. Quando però accendiamo il computer o il telefono, lì sì che ci interessa che la matematica faccia il suo “sporco” lavoro, ossia fare centinaia di migliaia di conti al secondo, ed è proprio questo quello che fa il processore: fare in modo che tutti gli algoritmi (basati su formule matematiche) funzionino correttamente e ne permettano il corretto funzionamento.

La matematica nel personal computer però è un po’ “diversa” da quella tradizionale (sebbene le operazioni di somma e prodotto valgano sempre). Infatti il pc sfrutta principalmente due sistemi di numerazione: quello in base due (0,1) e quello in base sedici (0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, A, B, C, D, E, F). Il primo sistema di numerazione è usato fondamentalmente per lo svolgimento dei calcoli. La cifra binaria prende il nome di bit (binary digit) e sono multipli di 2. Dopo il bit è stato introdotto il byte che è una sequenza generalmente di 8 bit ed è l’unità fondamentale per la decodifica di questi ultimi, è in grado di assumere  possibili valori (da 0 a 255). Il sistema di codifica UNICODE (16 bit), sviluppato nel ’91 per poter codificare più caratteri in modo standard e permettere di sviluppare caratteri estesi (greco, cirillico) ha qualcosa come 65.536 caratteri. Non è però questa la sede e sicuramente gli insegnanti di informatica saranno molto più competenti e vi potranno dare informazioni più precise di queste. Il secondo sistema di numerazione invece è molto più complesso da usare ed è generalmente impiegato dagli ingegneri informatici per creare software, siti internet e altro. Valgono anche qua le operazioni di somma e prodotto, ed è interessante notare che il sistema esagesimale (HEX) corrisponde a quattro cifre binarie, a due byte e a un numero binario di quattro cifre.

Quando poi iniziamo a navigare in Internet l’aritmetica modulare (branca importantissima della matematica) permette che tutte le informazioni siano criptate e sicure.

Un algoritmo base che risale al 300 a.C. è l’algoritmo di Euclide che permette, una volta impostato, di calcolare il massimo comun divisore (MCD): è interessante perché noi lo utilizziamo inconsciamente molto frequentemente, per esempio quando qualcuno ci chiede che giorno sarà il 27 del mese, piuttosto che quale giorno sarà Natale quest’anno. Ovviamente l’algoritmo non si limita solo a questi piccoli esempi, ma anche a cose ben più articolate: sta alla base della crittografia dei dati e permette che solo le persone con le quali siamo in connessione possano interpretarli e decifrarli (generalmente questa sicurezza è rappresentata dall’ https://, ossia l’HipeText Transfer Protoclol over Secure Socket Layer). Ovviamente l’Algoritmo di Euclide è solo una minima parte della crittografia e ci sono altri algoritmi molto più complessi che permettono la protezione dei nostri dati, tuttavia mi sembrava carino portarvi questo esempio.

Vediamo quindi che la matematica, non è proprio fine a se stessa, e che ci viene spesso in aiuto (permette che i malintenzionati non ci rubino il codice di sicurezza della carta di credito tanto per dirne una) e dovremmo cercare di averla un po’ più a cuore sebbene ci stia antipatica.

Mirko Mondini, neo diplomato

 

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Premio D’Andrea: tre studenti vincono

Posted by admin On Maggio - 31 - 2014 Commenti disabilitati su Premio D’Andrea: tre studenti vincono

Lo scorso 7 febbraio, giorno dedicato dalla Regione alla memoria dei caduti delle forze dell’ordine, si è tenuta al Centro Congressi papa Giovanni XXIII la 7a edizione della premiazione in memoria del maresciallo della polizia Luigi D’Andrea, morto eroicamente in servizio nel 1977 e premiato con la medaglia d’oro al valore civile. Nel corso della manifestazione, oltre a premiare alcuni poliziotti per il loro servizio, si è svolta anche la premiazione di un concorso di scrittura nelle scuole, a cui il “Locatelli” ha partecipato vincendo tre dei cinque attestati (la scuola tra l’altro ha sempre sostenuto, proprio per i valori etici in comune l’associazione D’Andrea). L’evento è nato per volontà di Gabriella Vitali, vedova di D’Andrea e presidente dell’associazione in sua memoria, delle due figlie e di un gruppo di amici che si sono prefissati il compito di “onorare la memoria di chi ha donato la vita in nome di altissimi ideali”.

Vitali ha voluto dedicare un applauso alle mogli dei due marò, facendo sentire la sua vicinanza: “La sofferenza non è solo quando muore qualcuno, ma anche quando c’è una tortura psicologica come quella che vivono loro da due anni”, ha detto. Nel pomeriggio sono stati premiati cinque esponenti delle forze dell’ordine e due civili che si sono distinti per le loro azioni da eroi di ogni giorno: si tratta rispettivamente di Massimiliano Severi, Agostino D’Agostino, Marco Bennati, Carlo Musti, Marcelo Serapilha D’Horta, Jacopo Caccia e Nicola Bertasa.

Del “Locatelli” sono stati invece premiati gli studenti Federica Castellini (5A liceo), Federico Fagiani (5B liceo) e Alberto Mazzola (5B tecnico): ognuno di loro è stato chiamato sul palco e ha ricevuto una medaglia per il suo scritto (“Per il valido elaborato, che esprime magistralmente la sensibilità delle nuove generazioni nei confronti dei valori etici di una società civile”).

Nel corso della giornata è stato presentato anche il libro “Sbirro morto eroe”, che racconta le ultime ore di vita del maresciallo e del suo collega Renato Barborini, addentrandosi nelle fitte trame del processo per, come dice l’autore Maurizio Lorenzi, “distinguere gli eroi dagli impostori”: dalla vendita di ogni volume un euro verrà devoluto all’associazione per sostenere iniziative di carattere sociale e di impegno etico.

Davide Benedetti, 3B Ls

 

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Alitalia e Etihad: in latino

Posted by admin On Maggio - 31 - 2014 Commenti disabilitati su Alitalia e Etihad: in latino

In questi giorni si parla molto di Alitalia, che è una compagnia aerea italiana di grande importanza. Infatti aveva troppi lavoratori e operava così tante rotte inutili che gli aerei erano sempre vuoti: i dirigenti di Alitalia hanno preferito la loro ricchezza alla salvezza dell’azienda. Nel 2008 il presidente del consiglio Silvio Berlusconi tentò un’ardua opera, fondando una nuova società, ma fu inutile.

Ora il ministro dei trasporti Maurizio Lupi vuole vendere Alitalia agli arabi: la compagnia chiamata “Etihad” degli Emirati Arabi Uniti la sta per acquistare e ciò può essere positivo per evitare il fallimento. Tuttavia gli abitanti di Milano non sono contenti, infatti anche Etihad non vuole volare dall’aeroporto di Malpensa poiché esso è più lontano da Milano rispetto all’aeroporto Enrico Forlanini, sebbene sia più piccolo.

Daniele Pinotti, 3B Ls

In his diebus multum loquatur de Alitalia, quae magno momento “societas aeria” italica est. Nam ipsa laboratorum multitudinem habebat et tanta itinera inutilia conficiebat ut machinae volantes semper vacuae essent: Alitaliae domini  preposuerunt suas divitias societatis saluti. In 2008 imperator Silvius Berluscones conatus est opus arduum, cum novam societatem conderet, sed inutile fuit. Nunc vecturarum minister Mauritius Lupi vendere Alitaliam arabibus vult: societas appellata “Etihad”, ab Phylarchiarum Arabicarum Confoederatione, eam emptura est et id potest esse bonum ad decoctionem reiciendum. Tamen Mediolani incolae non laeti sunt, enim quoque Etihad non vult ab Malpensa aerio portu volare quoniam illud est longius ab Mediolano quam Henricus Forlanini aerio portu, etsi  parvior est.

 

 

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Un giorno da comparse

Posted by admin On Maggio - 31 - 2014 Commenti disabilitati su Un giorno da comparse

Un “volo” nel mondo della televisione e tra le “stelle” del video per gli studenti dell’Aeronautico, comparse d’eccezione nel cortometraggio “La fine” nelle riprese effettuate in Città Alta ad aprile.

“È stato straordinario girare quella scena perché ho visto negli occhi della gente la voglia di far parte di questo progetto e di lasciarsi affascinare dall’atmosfera magica che respira sul set di un film”: a dirlo il regista Ruben Antonio Perez Beccerill, di origine messicana ma bergamasco di adozione, a margine delle riprese del corto, proprio a commento della presenza degli studenti.

In effetti, nella scena girata all’interno del Teatro Sociale di Bergamo, nella bella cornice di Città Alta, compaiono numerosi ragazzi delle scuole cittadine, tra i quali anche una trentina di studenti dell’Istituto Aeronautico “Antonio Locatelli”, che hanno così potuto vedere di persona non solo la produzione di un film, ma anche i vari attori. Tra questi era presente Alessio Boni.

Il regista al termine delle riprese ha dichiarato: “Bergamo è una città meravigliosa ed è tutta da scoprire. Penso al fascino delle Mura di notte, teatro di una folle corsa in Ferrari guidata dal protagonista o alle stanze intrise di  storia di Palazzo Terzi. Ora lavoreremo per ottenere un risultato di assoluta qualità”.

Filippo Bonetali, 4A Ls

 

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La grammatica viva: note d’uso

Posted by admin On Maggio - 31 - 2014 Commenti disabilitati su La grammatica viva: note d’uso

Sui libri di grammatica c’è tutto, ma ho deciso di scrivere questo articolo perché sempre più spesso ci dimentichiamo della punteggiatura, senza la quale non riusciremmo a comunicare correttamente. Vediamo qualche segno.
Iniziamo con il primo: il punto. Questo simbolo grafico molto utile indica, generalmente, una pausa lunga e segna un cambio di argomento oppure l’aggiunta di informazioni diverse sullo stesso argomento; nel caso in cui si volesse dare maggiore enfasi a ciò che segue, è buona norma andare a capo. Sempre e comunque, dopo il punto c’è l’obbligo della lettera maiuscola, ed è bene anche metterlo quando scriviamo le sigle (O.N.U., F.A.O., etc.) .

Il secondo è la virgola. Secondo uno studio, questo simbolo è uno fra i più (ab)usati nel mondo della punteggiatura e serve a indicare una pausa breve. Non dobbiamo pensare che sia una pausa reale o un respiro: è lo strumento grafico che ci permette di segmentare il testo di una frase nelle sue componenti, per organizzarne la struttura. È il più libero fra tutti e viene usato con una certa autonomia seguendo il sentimento di chi scrive. Un vecchio errore-orrore era la virgola dopo la congiunzione e anche il buon vecchio Dante e il caro Manzoni ne facevano un uso elevato. La virgola e la congiunzione “e” servono sia a mettere in evidenza l’elemento (parola, frase) che con la congiunzione si vuole inserire, sia a dare un ritmo sostenuto al testo.

Il terzo simbolo è quello forse più strano e meno amato: il punto e virgola. Quis est? Boh, pochi, pochissimi di noi credo che sappiano davvero a che cosa serva tant’è che sta sparendo sempre di più dalle nostre vite (ma è così necessario?), dalle composizioni scolastiche, dalle tesine e dalle relazioni, e perfino dagli articoli di giornale e da tanta letteratura contemporanea. Per non parlare poi del Web, dove il punto e virgola pare non avere mai acquisito la cittadinanza. Tuttavia la grammatica ci ricorda che indica una pausa intermedia fra il punto e la virgola: anche questo segno è legato alla personalità di chi scrive, ma soprattutto alla sua capacità e competenza, poiché generalmente si fa davvero molta fatica a capire quando inserirlo. Spesso risulta più facile spezzare le frasi con un bel punto fermo o una virgola: discriminante.

Vi do un consiglio: leggete le regole che prevedono l’utilizzo di questo simbolo e, quando avete un po’ tempo, provate ad esercitarvi nell’uso (ovviamente senza esagerare).

Mirko Mondini, 5A Ls

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Aspiranti piloti e scrittori: premiati

Posted by admin On Giugno - 12 - 2013 Commenti disabilitati su Aspiranti piloti e scrittori: premiati

Aspiranti piloti con il cuore ricco di sentimenti e emozioni. Daniele Pinotti, 2B Ls, e Pietro Daminelli, 1A Ls, si sono aggiudicati rispettivamente il secondo e terzo posto al contest letterario proposto dal Festival della Cultura. Entrambi  hanno saputo cogliere lo spirito del progetto nato per dare ai giovani  l’occasione di tradurre in parole il loro mondo ricco di emozioni.

“Le emozioni – ha sottolineato in apertura della gara il pianista Claudio Angeleri, sul palco del Centro Congressi con la band musicale che ha eseguito le musiche fonte di ispirazione per i molti ragazzi e adulti presenti –  spesso nascono proprio dall’ascolto di un brano musicale o dal semplice sentirsi parte del mondo. Con tutti i desideri, i conflitti, le gioie e le aspirazioni che questo comporta”.

Il mondo dei giovani è fatto anche, o forse solo, di immediatezza, di “qui, adesso e subito”, per questo il contest prevedeva di condensare un gesto così impegnativo come quello della scrittura in uno spazio di tempo limitato.

Spazio dunque ai ricordi e alle emozioni per Daniele Pinotti e all’introspezione un po’ sofferta per Pietro Daminelli.

Tiziana Sallese

 

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Marco Pedemonti al Matepristem

Posted by admin On Giugno - 12 - 2013 Commenti disabilitati su Marco Pedemonti al Matepristem

Intuito e logica sono ciò che serviva per partecipare ai “Campionati Internazionali di Giochi Matematici” dell’università Bocconi (Matepristem) e il nostro Istituto ha dimostrato di possederli, tanto da partecipare alla finale di Milano.

Il concorso è cominciato il 16 marzo scorso al collegio vescovile Sant’Alessandro con la fase provinciale: i concorrenti che si sottoponevano al test dovevano rispondere a una decina di domande logico-deduttive entro due ore; i vincitori potevano gareggiare alla finale italiana di Milano sfidando i partecipanti di tutta la penisola, e quindi la finale internazionale a Parigi contro persone provenienti da tutto il mondo.

L’Istituto Aeronautico non poteva certamente tirarsi indietro e una numerosa rappresentanza della scuola ha preso parte al concorso: le classi prime nella categoria C2, le seconde, terze e quarte nella L1 e infine le quinte nella L2. Nei primi 25 posti della sezione L1, alla finale provinciale, sono risultati presenti ben 7 studenti dell’Aeronautico: Luca Fabbiano, Tommaso Bragazza, Federico Fagiani, Michela Dileo, Chiara Agazzi, Angelica Barcella e Mattia Di Prima , rispettivamente al 25°, 23°, 21°, 18°, 11° e 9° posto.

L’alunno che ha però stupito tutti è stato Marco Pedemonte di 1A liceo scientifico, che è riuscito a pieno diritto anche ad aggiudicarsi la finale di Milano, arrivando tra i primi sei nella categoria C2.

Il nostro campione confessa di non essersi nemmeno preparato in vista della gara: trattandosi di esercizi logici non srevono allenamento o studio della matematica. “Non ero affatto agitato, la possibilità di potermi confrontare con altre persone è stata molto interessante e la prova si è rivelata più facile di quello che mi aspettavo”. Quanto a Milano ammette che “sarà più difficile accaparrarsi i primi posti e non sono sicuro di vincere, ma mi sento fiducioso”. Il risultato è arrivato nei giorni scorsi, e purtroppo non ha portato Marco a Parigi: il suo risultato sarà però uno stimolo a far meglio nel 2014.

Davide Benedetti, 2A Ls

 

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Il prof diacono: Paolo Crespi

Posted by admin On Giugno - 11 - 2013 Commenti disabilitati su Il prof diacono: Paolo Crespi

Chi mai l’avrebbe detto, nella nostra scuola abbiamo un Paolo “Diacono”. No, non il monaco e storico longobardo che studiamo nei libri di storia, ma il professor Paolo Crespi, docente di circolazione aerea.

Pochi sanno che lui non solo si destreggia tra simulatori di volo e torri di controllo, ma anche in un tempio Evangelico.

Il nostro insegnante, infatti, è di religione protestante, e riveste il ruolo di diacono nella “Chiesa dei Fratelli”, un ramo della chiesa Evangelica con più di 160 mila fedeli in Italia, organizzati in 213 templi, uno dei quali a Lallio, in terra bergamasca. Paolo Crespi “esercita” al tempio di Concorezzo, Monza, e lì svolge ogni ruolo necessario (si ritiene “servo della Chiesa”): dal tagliare l’erba al predicare, dato che non esiste tra i protestanti una figura simile al prete cattolico che ne abbia la facoltà esclusiva.

“Mi sono convertito a 24 anni – racconta l’ex controllore di volo – Mio padre era evangelico, tuttavia mi ha sempre lasciato libertà di pensiero anche perchè mia madre era invece cattolica. Con i miei figli ho fatto altrettanto, li mandavo al catechismo cattolico la domenica e alla scuola di preghiera al nostro tempio: la religione è un fatto personale”.

Quali sono le differenze sostanziali tra la religione cattolica e quella evangelica? Per esempio il battesimo, che “deve avvenire in età adulta, deve essere una testimonianza di fede e non un ingresso nella chiesa, quello di ritenersi cristiani è un impegno che dipende solo dalla fede personale”, o la Comunione, “che non crediamo diventi davvero il corpo di Cristo con la consacrazione, ma resti un simbolo, ossia solo pane”. Matrimonio, Cresima, Ordine, Unzione degli Infermi e Confessione per la Chiesa dei Fratelli non sono da considerarsi sacramenti, in quanto non istituiti direttamente da Gesù. La Chiesa Evangelica si basa solo sulla Bibbia, non possiede un Magistero come la Chiesa Cattolica che interpreta i brani biblici, e ritiene il culto dei Santi “una forma di idolatria, perchè siamo chiamati tutti a esser santi e a presentarci di fronte al Signore senza intercessioni”.

Per quanto riguarda il rapporto con i cattolici, Paolo Crespi ci dice che fino agli anni ’50 del secolo scorso gli evangelici erano discriminati come eretici, ma, dopo l’apertura del Concilio Vaticano II i contatti si sono fatti molto amichevoli, tanto che il nostro professore è un abituè anche dell’oratorio del suo paese, oltre al fatto che organizza incontri tra pastori protestanti e preti cattolici.

Daniele Pinotti, 2B Ls

 

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La 2D con l’Eurofighter Typhoon 2000

Posted by admin On Giugno - 11 - 2013 Commenti disabilitati su La 2D con l’Eurofighter Typhoon 2000

Sembrava che fosse un giorno di scuola come tanti altri, e invece il professor Giuseppe Di Giminiani entrò a sorpresa in classe e annunciò che per noi c’era la possibilità di compiere una visita di istruzione a Firenze.

A causa del ritiro di una terza, la scelta da parte del preside era infatti ricaduta su una seconda: la nostra, grazie al buon comportamento in classe durante le lezioni.

Mercoledì 3 aprile, di prima mattina, siamo quindi partiti dalla scuola alla volta di Firenze. Dopo un lungo ma entusiasmante viaggio, siamo arrivati a destinazione: il nostro alloggio si trovava in Piazza della Repubblica, proprio al centro della città.

Il giorno seguente, ovviamente, visitammo il centro storico di Firenze: da Ponte Vecchio a Santa Maria Novella e Santa Maria del Fiore.

Nel pomeriggio, sotto una leggera pioggia, siamo andati a Pisa dove abbiamo goduto di due ore di tempo a nostra disposizione per vedere la città.

Venerdì 5 era però il giorno che tutti aspettavamo, ovvero quello destinato alla visita al 9º gruppo del 4º stormo di Grosseto, base dell’Eurofighter Typhoon 2000.

Appena arrivati ci hanno accolti in una sala dove un pilota fresco di accademia ci ha illustrato le specifiche tecniche dell’aeromobile. Il breafing è stato interrotto per la partenza di due velivoli, poi rimandata a causa del vento troppo forte, anche se il personale ci ha assicurato che in caso di emergenza sono operativi con ogni condizione meteorologica.

La parte più interessante è stata naturalmente quando abbiamo potuto vedere da vicino l’aeromobile.

Ritornati nel tardo pomeriggio all’albergo, eravamo esaltati perché quella sera la professoressa che ci accompagnava ci avrebbe portati in discoteca: quella serata fu – manco a dirlo – la migliore.

La mattina successiva, con la tristezza in cuore e tanta sonnolenza, siamo dovuti partire per tornare a casa. Facendo tappa a Siena, siamo arrivati a Bergamo in tarda serata.

Nicholas Bandera, Alessandro Barola, Marco Bortolato, Ruggero Brambilla e Andrea Duci, 2D

 

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Francesco Nullo: al 150° l’Aeronautico

Posted by admin On Giugno - 11 - 2013 Commenti disabilitati su Francesco Nullo: al 150° l’Aeronautico

Uno dei Mille, capo di un gruppo di animosi decisi a partire in aiuto alla Polonia contro la dominazione russa, fu un soldato prode e fortunato, tanto da sembrare invulnerabile: è Francesco Nullo, patriota e militare italiano, che morì il 5 maggio 1863, restando un simbolo di grande lotta.

L’Aeronautico Locatelli il 4 maggio al teatro Donizetti ha assistito a una celebrazione per il 150° della sua morte: l’obiettivo era sensibilizzare i ragazzi alla storia italiana, alle loro origini, e in particolare  far conoscere la figura di Nullo, eroe bergamasco, ed evidenziare il legame tra l’Italia e la Polonia.

L’evento ha avuto inizio con una presentazione degli elaborati del concorso di disegno di alcuni istituti bergamaschi e polacchi, con il ritratto del soldato, quindi è seguito un coinvolgente e divertente video fatto da alcuni ragazzi della scuola media Francesco Nullo di Bergamo, che evidenziava come quasi l’80% dei bergamaschi non conosca il condottiero, nonostante siano dedicati a lui vie, scuole e monumenti a Bergamo.

Subito dopo un racconto, con licenze poetiche, della storia di Nullo vista dalla fidanzata Celestina Belotti: colui che piantò il primo tricolore a Palermo nel 1860, che guidò 600 uomini a Cracovia contro i fronti russi, infine colui che, pur  colpito al cuore, cercò invano di rialzarsi sull’argine pronto ad affrontare le fucilate russe; un uomo pronto a combattere “per la nostra e la vostra libertà”, orgoglio di due patrie, Italia e Polonia.

Il colonnello Francesco Nullo, che tra gli italiani “eroi e pazzi – disse il comandante e principe russo Szachowskoi – verrà sempre ricordato fiero ed eterno a cavallo, pronto a sfidare il fuoco”.

Morena Serapilha D’Horta, 4A Ls

 

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