Sunday, November 2, 2025

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AvioClub Val Vibrata: brevetto per dieci

Posted by admin On Dicembre - 4 - 2015 Commenti disabilitati su AvioClub Val Vibrata: brevetto per dieci

Dal 27 luglio al 7 settembre 2015, dieci ragazzi dell’Istituto Tecnico Aeronautico “Antonio Locatelli” di Bergamo hanno frequentato e conseguito il brevetto di Volo da Diporto Sportivo all’avio superficie “Avio Club Val Vibrata” di Corropoli.

Questo brevetto è stato successivamente consegnato loro durante la cerimonia dei diplomi, che si è tenuta l’11 ottobre al teatro PalaCreberg di Bergamo.

Gli studenti Filippo Beccari, Benedetta Losa, Federico Giuzzardi, Riccardo Giambelli, Stefano Montini, Alessio Agolli, Omar Palamini, Filippo Drera, Federico Testini e Mattia Ventura hanno alloggiato per un mese nelle camere della scuola Istituto Virgo Lauretana (gemellata con la principale di Bergamo), a Grottammare: lì hanno potuto studiare e prepararsi per gli esami finali, passati egregiamente da tutti gli alunni, nonostante per due di loro non sia stato possibile conseguirlo come i loro compagni per una problematica relativa all’età: potranno ripresentarsi successivamente, dato che hanno già sostenuto l’esame teorico.

I ragazzi venivano scortati tutti i giorni dalle 8 alle 19, week-end esclusi, dalla scuola fino all’aviosuperficie dove frequentavano lezioni teoriche di diverse materie aeronautiche e, successivamente, passavano alle lezioni pratiche sui velivoli dell’Avio Club.

Erano divisi in due gruppi, denominati Alpha e Bravo, per gestire al meglio i voli e per far approcciare gli studenti all’utilizzo di due mezzi diversi, il P-92 Echo (80 cavalli) per il gruppo Alpha e il P-92 Echo Super (100 cavalli) per il gruppo Bravo.

Durante il periodo del soggiorno hanno effettuato quindici ore di volo, tra cui quattro voli da solista obbligatori prima dell’esame, e trenta ore teoriche, come regolamentato dall’Avio Club Italia, in modo da ottenere un’esperienza sufficiente per il volo a vista.

Nel convitto della scuola gli studenti erano supervisionati dal colonnello Vanni Scacco, già professore di Teoria del Volo e Circolazione della scuola di Bergamo, che si è assicurato il perfetto svolgimento delle attività e aveva la responsabilità sulle azioni dei suoi alunni.

I ragazzi sono rimasti pienamente soddisfatti di quest’esperienza, sia per essere riusciti a diventare piloti sia per essersi divertiti, nonostante il tutto abbia richiesto un notevole impegno a livello di studio.

Riccardo Giambelli, 3D T

 

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Il nostro “Corriere” sul podio nazionale

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Il nostro “Corriere” sul podio nazionale

Passione, costanza e un pizzico di fantasia: sono questi gli elementi che hanno permesso al “Corriere dell’Aeronautico”, e quindi a tutti noi, di vincere il premio nazionale “Giornalista per un giorno”, organizzato dall’Associazione Nazionale Giornalismo Scolastico e arrivato ormai alla XIII edizione.

Il riconoscimento è stato istituito infatti nel 2003 dall’attuale presidente di Alboscuole, Ettore Cristiani, con lo scopo di promuovere e valorizzare il giornalismo nelle scuole italiane. All’edizione 2014/15, la XII, hanno partecipato ben 1921 giornalini, di cui 737 di licei e istituti superiori: sono numeri da capogiro, che si ripetono e aumentano di anno in anno.

Il nostro periodico ha aderito al concorso inviando una copia del numero pubblicato a maggio 2015 e la comunicazione ufficiale della tanto ambita vittoria è pervenuta lo scorso settembre. Il premio verrà consegnato il prossimo 26 aprile 2016 a Chianciano Terme, in occasione del Meeting nazionale di Giornalismo Scolastico.

L’ottenimento di questo riconoscimento evidenzia come una squadra di giovani ragazzi, con impegno e dedizione, oltre che fiduciosa nelle proprie capacità e nella collaborazione di tanti studenti della scuola intera, sia del Liceo che del Tecnico, possa conseguire risultati di un certo livello. Inoltre è importante ricordare il fondamentale ruolo svolto dallo spirito di sacrificio: nessuno probabilmente immagina quante ore noi “giornalisti” abbiamo dedicato e continuiamo a dedicare alla preparazione e alla stesura di ogni numero del nostro amato periodico. Infine desideriamo ringraziare voi tutti che continuate a sostenerci leggendo i nostri articoli, seguendoci  anche direttamente sul sito web del “Corriere dell’Aeronautico”, e vogliamo anche ricordare che qui, su queste pagine, c’è spazio per tutti e per ogni argomento.

Lorenzo Leoni, 4A Ls

 

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Un giorno sul palcoscenico

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Un giorno sul palcoscenico

Erano le sette e mezza, era tardi. Troppo tardi.

Quella mattina neanche feci la mia solita colazione a base di cornetto alla nutella, la tensione si faceva sentire. Arrivai al Creberg che erano le otto e mezza, trenta minuti prima dell’inizio della cerimonia. Il professor Vanni Scacco mi aspettava fuori dai camerini col suo tradizionale burbero sguardo e, dopo averlo salutato, mi precipitai dietro le quinte per sbirciare dal sipario quanta gente ci fosse lì dentro: era pieno, tutto pieno! Ancora più agitato di prima scesi nel mio camerino per stare un po’ solo e pensare.

La paura più grande che avevo era quella di non essere capito, che il mio stile e il mio genere di musica non venissero apprezzati.

Non avevo mai cantato davanti a così tante persone: nelle feste di paese (di pomeriggio) le persone che si avvicinano al palco non sono mai più di una decina.

Avevo la bocca secca, e non riuscivo a stare fermo. Facevo stretching, riscaldavo la voce e mi ingozzavo di propoli e caramelline alla menta. Il tempo non passava mai.
A un tratto mi ritrovai Scacco davanti al camerino, il dito puntato sull’orologio. “Bonanno, forza che è tardi! E andiamo!” Era ora di andare.

Partì l’intro, e io ero terrorizzato. Poi appena iniziai a cantare la mia canzone tutto sparì. Non vedevo più niente. So soltanto che mi sentivo a casa, nel posto dei miei sogni.

Io, una mia canzone, il microfono e il palco: il paradiso, insomma. La canzone finii, e mi applaudirono fortissimo.

Tanti mi dissero che era stata la canzone più bella di tutta la cerimonia. Mi intervistarono e conobbi grandi artisti che stimavo da tempo dietro le quinte.

Dopo l’esibizione mi sono andato a prendere un caffè con Andrea. Nel percorso per andare al bar, mi hanno fermato in tantissimi facendomi complimenti, e infatti qualche lacrimuccia dopo mi è scesa.

Ringrazio di cuore tutti, e spero in futuro di potervi regalare emozioni con i miei nuovi progetti. Naturalmente il mio più grande grazie va al preside per l’opportunità che mi ha dato: ha dimostrato una fiducia smisurata nel farmi aprire questa cerimonia, per lui molto importante.

Il mio sogno è quello che un giorno io possa diventare un cantautore, e che riesca a trasmettere emozioni attraverso le mie note e le mie parole. Non mi arrenderò mai, perchè la musica farà sempre parte di me.

Matteo Francesco Bonanno, 3A T

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Radio Locatelli è in onda

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Radio Locatelli è in onda

Radio Locatelli è un progetto nato da un’idea di Manuel Malfer, alunno che frequenta la 2A Tecnico, e che oggi coinvolge diversi alunni dell’Istituto Aeronautico.

In particolare la radio viene gestita attualmente da due alunni, ovvero Manuel Malfer e Arturo Leyva, che collaborano con altri 15 membri per ottimizzare il processo di crescita di questo progetto innovativo.

L’obbiettivo è chiaro e semplice: ovvero divulgare a più persone possibili diverse notizie; per ora è presente  sul Web (www.radiolocatelli.com) e su tutti i dispositivi mobili (Android e Ios) mediante una app, ma i ragazzi stanno lavorando sodo per trasformare la radio anche in FM, per essere sempre presenti.

Il centro operativo, con tutte le strumentazioni, è stato ricavato all’interno di un’aula dell’Istituto Aeronautico “Antonio Locatelli” di Bergamo ed è finanziato dal dirigente scolastico, che una volta di più ha dimostrato di credere nei suoi studenti.

Il progetto si viene ad aggiungere, tra l’altro, a quelli avviati negli scorsi anni: tra questi la collaborazione con SeilaTv con programmi televisivi, le previsioni del tempo trasmesse via web dall’aula di Meteorologia  da parte degli studenti e, infine, il “Corriere dell’Aeronautico”, il giornale della nostra scuola. Progetti per portare i ragazzi nel mondo e il mondo a loro.

 

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L’Aeronautico in pole a BgScienza

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su L’Aeronautico in pole a BgScienza

BergamoScienza: un evento in cui tutte le scuole mostrano le proprie eccellenze, e tra queste anche l’Istituto Aeronautico.

Si è svolta anche quest’anno, infatti, sul Sentierone di Bergamo, il 3 e il 4 ottobre, la mostra “Scuole in piazza” nel contesto di BergamoScienza, durante il quale ogni scuola mostra il meglio dei suoi esperimenti, delle proprie esperienze e l’eccellenza degli istituti stessi. Per la nostra scuola è stato un grande successo: nonostrante il tempo non molto clemente il nostro stand è stato, a detta degli organizzatori, il più visitato tra quelli presenti.

L’Istituto Locatelli ha presentato i suoi esperimenti più belli e interessanti esperimenti inventati dal professor Ferdinando Catalano: l’ascensore di Einstein, per dimostrare la gravità; il problema della scimmia e del cacciatore, per dimostrare il problema del moto dei proiettili; e infine la forza di Coriolis.

Vi erano poi dei “giochi” come “cogli l’attimo”: il cercare di prendere il secondo esatto nel quale rilevare il flash di una lampadina; e ancora la pila umana, che serviva per misurare l’acidità del PH della pelle.

Adesso aspettiamo solamente il prossimo anno per scoprire quali nuovi esperimenti sensazionali vorrà presentare il prof per la prossima edizione.

Guido Pedone, 2B Ls

 

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Gnecchi, stunt-woman a Roma

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Gnecchi, stunt-woman a Roma

Ogni ragazzo ha qualche sogno, più o meno facile da realizzare, ma con perseveranza e credendoci si può avverare: Maria Gnecchi, ex studentessa del liceo Aeronautico “Antonio Locatelli”, ne è un esempio.

Il suo sogno fin da bambina era quello di diventare una stuntwoman, ovvero lavorare come controfigura nei film: un sogno avveratosi dopo aver concluso il liceo. Maria, infatti, frequenta da ormai due anni la scuola Stunt Concept International Academy di Roma, dove ha la possibilità di studiare e praticare tutto ciò di cui necessita per diventare una stuntwoman a tutti gli effetti.

Affiancata dall’insegnante Claudio Pacifico, famoso stuntman italiano che ha recitato in diversi film come Pirati dei Caraibi, Prince of Persia e Il Padrino, l’ex alunna dell’Aeronautico sta intraprendendo la strada cinematografica, grazie alla quale ha già avuto ingaggi, come nel film Inferno, ovvero il terzo episodio della saga de “Il Codice da Vinci”, dove insieme ad altri allievi ha interpretato una pattuglia di carabinieri per effettuare “precision driving” a bordo di automobili e moto.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla pratica di vari sport come danza classica e moderna, equitazione e sci, che le hanno permesso di avere un vantaggio in parte del suo lavoro come controfigura; un altro punto a suo favore è stato il liceo “Antonio Locatelli”, grazie al quale ha avuto la possibilità di studiare gli strumenti aeronautici e la meteorologia, avendo quindi una conoscenza aeronautica non indifferente per ingaggi ad alta quota.

Tutto ciò le ha permesso di seguire la filosofia dell’insegnante Claudio: “Uno stuntman deve arrivare ad avere un’impostazione fisico – mentale che gli consenta di essere competente in tutte le situazioni e consapevole della tecnica in ogni settore”.

Nel frattempo Maria si trova a Roma, che è per lei una scoperta in positivo, essendo una città che, nonostante i suoi mille difetti e cliché, permette comunque di scoprirne la propria bellezza intrinseca e sparsa nelle vie e di avere maggior possibilità di ingaggio, essendo la patria di film anche stranieri, ambientati nella nostra capitale.

Anche se non è da molto tempo che Maria Gnecchi si trova in questo settore lavorativo, si metterà in moto anche all’estero in breve tempo, perché vuole lanciarsi nel futuro e fare esperienza ma senza dimenticare le persone che l’hanno cresciuta è formata, dando così a tutti un esempio di vita.

Pietro Daminelli, 4A Ls

 

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Della Tratta: a Oxford per il futuro

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Della Tratta: a Oxford per il futuro

Dopo aver sfiorato il massimo dei voti all’esame di maturità lo scorso luglio, Davide Della Tratta ha deciso di mettere in pratica il proprio “sapere” recandosi nella celebre città universitaria di Oxford. L’obiettivo? Conseguire la certificazione di conoscenza della lingua inglese IELTS per avere in seguito l’opportunità di ottenere il brevetto di volo MPL con la compagnia aerea Qatar Airways. Il Corriere dell’Aeronautico non ha perso tempo e immediatamente si è mobilitato per conoscere ogni singola emozione e particolare della sua avventura oltre Manica.

Perché hai deciso di raggiungere Oxford per conseguire l’IELTS?

L’ho fatto per due motivi: primo è una città universitaria, dove è possibile confrontarsi con  le maggiori culture del mondo e l’ambiente è sviluppato per meglio adattarsi alle esigenze di uno studente della mia età. Secondo, l’IELTS è un esame sviluppato mediante l’utilizzo della lingua inglese; pertanto solo in Inghilterra potevo trovare le usanze linguistiche e gli accenti che meglio si adattavano al test.

Come si caratterizza una tipica giornata di studio? Quali materie stai affrontando?

Le giornate sono calme. Vivo in College e le classi sono fuori dalla porta della mia palazzina. Gli orari variano a seconda delle materie che decido di seguire. Nel corso di lingua c’è una materia principale a scelta tra “Inglese generale” e “Preparazione agli esami” che occupa la maggior parte delle ore settimanali; poi ci sono due materie, sempre a scelta, dette “SPIN”, come grammatica, comunicazione e matematica.

Conseguita la licenza, quali sono le opportunità di lavoro?

Una volta conseguito l’IELTS lo utilizzerò per accedere a una scuola di volo inglese, dove potrò ottenere il brevetto MPL. In seguito  punterò a compagnie di grande prestigio, ma, se ciò non dovesse avvenire, in fondo ciò che conta veramente è volare.

Ora cambiamo argomento, raccontami della città.

Oxford è una città dal grande fascino, ricca di edifici storici e di aree verdi. Gli inglesi sono conosciuti nel mondo per essere “cordiali”. Tutte le volte, infatti,  che scendo dall’autobus devo ringraziare l’autista e un “per piacere” o un “grazie” mancato è ricambiato con un’occhiataccia. La “Full English”, come è chiamata la colazione inglese, personalmente mi soddisfa, sebbene la qualità degli ingredienti non sia quella italiana. Infine ho potuto apprezzare la vita notturna di Oxford la notte di Halloween; qui è una festa alquanto sentita, molti ragazzi erano travestiti e le discoteche colme.

In conclusione, quali valori hai acquisito grazie a questa esperienza? Consiglieresti un’avventura all’estero?

Ciò che più sto apprezzando di questa esperienza è la consapevolezza di stare facendo qualcosa per il mio futuro; sono qui per uno scopo, e desidero perseguirlo con ogni mezzo. Infine consiglierei vivamente un’esperienza all’estero: fatela almeno una volta nella vita! Inoltre, se avrete la possibilità di impiegare almeno più di un mese in un’avventura così, vi sorprenderete nel provare come, col passare del tempo, la nuova società in cui vivrete e che trovavate strana all’inizio, vi sembrerà non solo normale, ma addirittura familiare e amichevole.

Lorenzo Leoni, 4A Ls

 

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Epinati: in Inghilterra da studente

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Epinati: in Inghilterra da studente

Una vera e propria vacanza all’estero o una sessione estiva di studio per potenziare le proprie competenze linguistiche in inglese? Il dubbio è lecito e viene spontaneo, sentendo i toni entusiastici di Margherita Epinati, docente di storia dell’arte all’Istituto Aeronautico “Locatelli”, mentre racconta del periodo passato, quest’estate nel sud dell’Inghilterra e, più esattamente, a Bath. Si tratta di una cittadina molto viva e ricca di cultura, dove si possono trovare appunto i “bagni” di epoca romana da cui prende il nome (bath in inglese significa appunto bagno); oltre tutto proprio qui si trova anche la casa della famosa scrittrice inglese Jane Austen.

“L’esperienza è stata molto entusiasmante – racconta la nostra docente – Ho frequentato una scuola accademica, dove seguivo le lezioni rigorosamente tutte in lingua inglese, con professori ovviamente madrelingua”. Lezioni in inglese, ma multietniche, come tiene a precisare: “I miei compagni di studi provenivano da svariate nazioni: dalla Russia, dalla Spagna, dalla Cina e dal Giappone, ma la maggior parte arrivavano comunque dall’Asia”. Terminata la frequentazione delle lezioni, per ottenere la certificazione relativa, dovrà ora sostenere un esame finale in Italia.

Al di là dello studio, la professoressa Epinati ha fatto molte esperienze positive: “Ho provato ad esempio l’opportunità di condividere la stanza con persone di cultura diversa e dover comunicare per forza con loro in lingua inglese, l’unica in comune che ci permetteva di capirci”.

Un po’ meno gratificante forse l’impatto col cibo inglese che, come risaputo, non sarebbe il top, ma nemmeno – puntualizza lei – da buttare: “Cucinate dagli inglesi le loro pietanze sono tutto un altro discorso”.

L’esperienza è sicuramente da ripetere, ma la cosa che l’ha colpita di più è stata la varietà di culture presenti con cui si è dovuta confrontare parlando in lingua inglese, oltre al fatto di ritornare studente

Durante il fine settimana la professoressa ha visitato varie città vicino a Bath e, una volta finito il corso, si è fermata per visitare altre regioni, come la Cornovaglia e il Galles.

Marco Ravani, 3A Ls

 

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A lezione con l’ètoile Fracci

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su A lezione con l’ètoile Fracci

Era il 23 ottobre quando, per la prima volta, le ragazze del liceo coreutico hanno incontrato la più grande e intramontabile icona della danza classica, Carla Fracci.

Come tutti i giorni sono arrivate a scuola e, alle 8,05, le lezioni sono iniziate: ma i professori si sono accorti che dentro ognuna di loro c’era qualcosa di strano, da una parte quell’immensa voglia di ballare ma dall’altra anche quell’angoscia di sbagliare, di non essere adeguate, di non essere all’altezza.

Le ragazze erano tesissime: i visi, le espressioni e i comportamenti facevano trasparire le loro emozioni, le ansie e le paure. E infatti, le ragazze della classe seconda, prima del loro incontro con Carla Fracci, per cercare di smorzare un po’ la grande tensione, si sono anche confrontate con quelle più grandi per sapere come fosse andata la loro lezione e quali correzioni avesse fatto.

Una volta preparato trucco e parrucco, le ragazze sono entrate in sala per riscaldarsi, fare stretching e rilassarsi prima di quella che si profilava come un’intensa lezione.

Quando l’Etoile è entrata, in sala si è creata una situazione di imbarazzo ma nello stesso tempo di felicità e incredulità: tutte le ragazze sono rimaste in posa fissando stupefatte e disorientate l’icona della danza classica e, ancora tremanti, hanno iniziato la lezione durante la quale Carla Fracci correggeva e faceva vedere a livello pratico il giusto movimento, dando consigli alle allieve che sono rimaste colpite dal fascino e dall’eleganza con cui lei mostrava i passi. Al termine della lezione, le allieve del Liceo Coreutico e l’insegnante, lusingate di aver svolto un lezione di danza con Carla Fracci, hanno concluso la giornata compiaciute e soddisfatte.

Un venerdì che sembrava essere un giorno qualunque si era trasformato poi in una giornata indimenticabile, densa di emozioni. Alcune altre allieve hanno raccontato al quotidiano L’Eco di Bergamo: “Quasi non credevamo ai nostri occhi: Carla Fracci in persona che ci faceva lezione. E non standosene seduta a guardare, magari anche con un certo distacco. Anzi. Non ha perso un solo esercizio, un solo passo e ci ha seguito in tutto e per tutto”. La stessa ballerina, intervistata dal quotidiano locale dopo una delle lezioni alle ragazze del Coreutico, ha dichiarato: “Questo liceo potrebbe diventare una sorta di “vivaio” di giovani talenti. Vivaio da cui partire per dare vita a una compagnia di danza, naturalmente legata al teatro Donizetti”.

Beatrice Limonta, Andrea Valongo, 2A Lc

 

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Open Day all’Istituto Aeronautico

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Open Day all’Istituto Aeronautico

Come ogni anno, per il 28 novembre, l’Istituto Aeronautico “Antonio Locatelli” ha organizzato un ”Open Day”. Lo scopo è quello di far visitare la scuola agli studenti di terza media che devono scegliere dove iscriversi l’anno successivo, in modo da far loro conoscere al meglio le prospettive e i mezzi che la scuola offre.

Durante la mattinata gli alunni dell’Istituto si prepareranno all’arrivo dei genitori delle possibili future matricole, decidendo il ruolo che ognuno dovrà svolgere. Nel primo pomeriggio di quel giorno arriveranno a scuola le famiglie che, dopo aver parcheggiato seguendo le istruzioni di alcuni ragazzi in veste di addetti, saranno accompagnate nelle aule.

In ogni classe è presente una lavagna LIM collegata alla sala conferenze, dove il preside Giuseppe Di Giminiani e alcuni suoi collaboratori presenteranno la scuola alle famiglie. Ai ragazzi che abitano lontano da Bergamo, e che quindi saranno nel caso costretti ad abitare nel Residence, sarà chiesto di recarsi in aula conferenze: qui sempre il preside spiegherà ai ragazzi e ai rispettivi genitori come funziona il convitto.

Dopo la riunione le famiglie saranno accompagnate nella visita dell’Istituto da dei ragazzi che spiegheranno l’utilizzo dell’aula meteo, il simulatore di volo, il simulatore della Torre di controllo e risponderanno a tutte le domande e le curiosità dei visitatori.

Ci sarà anche la possibilità di entrare nel laboratorio di fisica: qui un professore spiegherà agli interessati i progetti creati dagli studenti durante l’anno scolastico precedente.

Finito il tour della scuola gli alunni accompagneranno ogni famiglia in segreteria dove i genitori potranno compilare i moduli di preiscrizione. L’Open Day si conclude circa alle 19. Gli interessati al convitto potranno inoltre recarsi a Madone per vedere le camere, la sala da pranzo, la sala svago, la sala studio, il campetto da calcio e la palestra dove vivono i ragazzi.

Qualche giorno dopo la presentazione della scuola inizieranno i colloqui con il preside che sceglierà chi prendere nella scuola: ogni anno sono infatti circa 120 le iscrizioni accettate.

Sara Lucia Zappulla, 2B Ls

 

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Diplomi per Zeppelin I: è festa

Posted by admin On Dicembre - 2 - 2015 Commenti disabilitati su Diplomi per Zeppelin I: è festa

L’11 ottobre 2015 si è tenuta la consueta cerimonia di consegna dei diplomi dell’Istituto Aeronautico “Antonio Locatelli”. La giornata è stata dedicata alla ricerca per le malattie rare e, per il quarto anno consecutivo, la madrina della cerimonia è stata la presentatrice Maria Teresa Ruta, affiancata dal colonnello Vanni Scacco, docente della scuola.  Cinque le classi premiate: due frequentanti il Liceo Scientifico e tre l’Istituto Tecnico, tutte appartenenti al corso Zeppelin 1. La cerimonia, alle presenza delle autorità, è stata aperta quest’anno da Matteo Bonanno, alunno frequentante la 3AT, che ha cantato un brano inedito realizzato da lui stesso: numerosi gli applausi rivolti allo studente, che si è esibito sul palco.

Successivamente sono state consegnate le “spalline” ai ragazzi del primo anno, anch’essi appartenenti al corso Zeppelin (2º).

Numerosi gli artisti presenti, tra cui il comico Enzo Iacchetti, il più apprezzato dal pubblico. Tra gli altri artisti che si sono esibiti il cantautore Gregor Ferretti, le cantanti Simonetta Spiri e Roberta Pompa che, dopo essersi esibite in un assolo, hanno realizzato un duetto dedicato alle donne con la canzone “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia.

Era presente alla cerimonia anche il cabarettista marchigiano Massimo Carestia che ha divertito il pubblico con il suo spettacolo comico.

Molto apprezzato è stato anche l’intervento del plurivincitore di canoa Antonio Rossi.

Immancabili sono stati i balletti delle ragazze frequentati il Liceo Coreutico, diretto da Carla Fracci: le ballerine si sono infatti esibite con due coreografie differenti, una classica intitolata “La leggerezza dell’essere” ideata dalla docente Elena De Laurentiis e una di tipo contemporaneo intitolata “Connection” a cura della professoressa Marta Ottolenghi.

La cerimonia è stata allietata anche dalla presenza della fanfara dei bersaglieri.

Ortensia Delia, 4A Ls

 

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Premio al “Corriere dell’Aeronautico”

Posted by admin On Settembre - 11 - 2015 Commenti disabilitati su Premio al “Corriere dell’Aeronautico”

Il nostro giornale scolastico, “Il Corriere dell’Aeronautico“, ha vinto il premio nazionale “Giornalista per un giorno 2016” organizzato dall’Associazione Nazionale Giornalismo Scolastico.

Il nostro periodico ha partecipato inviando copia dell’ultimo numero pubblicato a maggio 2015 e proprio in questi giorni è arrivata la comunicazione ufficiale del risultato ottenuto.

Il prestigioso riconoscimento verrà consegnato nel corso del Meeting 2016 di Giornalismo Scolastico, il 26 aprile 2016 a Chianciano Terme.

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Fracci al Coreutico: esperienza di vita

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Fracci al Coreutico: esperienza di vita

È ormai da qualche anno che l’Istituto Locatelli ha avviato anche l’indirizzo Coreutico: l’arte della Danza inserita nella scuola, per imparare e affinare le proprie tecniche e capacità sotto la guida di abili insegnanti, tra i quali ora si aggiunge anche Carla Fracci,  ballerina di fama internazionale, che assume così la direzione artistica del liceo Coreutico e sarà presente in sede ogni settimana. Ma cosa vuol dire essere una ballerina?

L’utilizzo della parola ballerina spesso viene associato a qualcosa di superficiale, semplice e a volte squallido. Questa passione, invece, è considerata uno degli impegni più dignitosi e faticosi al mondo: ci si deve dedicare tutta la vita, giorno dopo giorno, partendo da quando si è bambini.

Il lavoro dei danzatori inizia solitamente davanti a immense pareti di specchi che li accompagnano durante il loro percorso. Questa implacabile e intensa esposizione quotidiana ha un forte effetto su quella che si definisce la propria immagine di sé; al contrario di quanto credono in molti, tanto tempo passato a ispezionarsi allo specchio non favorisce il narcisismo o la vanità: i danzatori si osservano con uno sguardo allenato a essere critico, competitivo e comparativo.

Fare la ballerina nella maggior parte dei casi è ritenuto semplice, approssimativo soprattutto durante le esibizioni, mentre è espressa leggerezza, delicatezza, si giudica il lavoro compiuto; solo pochi comprendono. In realtà dietro le quinte si nasconde un mondo composto da energia, movimento, forza, impegno ma soprattutto sacrificio. Attraverso la danza si sviluppa la bellezza del corpo, si ingentilisce l’animo e si acquisiscono armonia ed eleganza interiore ed esteriore. Purtroppo ancora oggi, in Italia, la danza non è considerata da tutti un’arte vera e propria: questo per la scarsa informazione che anche la televisione non contribuisce a fornire.

L’impegno è fondamentale per chi segue quest’arte, poiché senza di esso non si raggiunge alcun risultato. Il sacrificio è implicito nel percorso di ogni aspirante danzatore, che deve porre la passione davanti a molte cose nella propria vita: il divertimento, il tempo per gli amici e a volte la famiglia. Il termine “sacrificio” non implica malumore o fatica: per chi danza è un bisogno e i bisogni non pesano. Ogni ballerino deve sapere trovare dentro sé la gioia, il motivo per cui continuare e mantenere vivo questo senso di felicità e appagamento nel corso del tempo: può nascere da un piccolo progresso, da una coreografia che si riesce far propria o più semplicemente da come si esterna il proprio amore e la propria dedizione per quest’arte.

Se si riesce a coltivare e custodire la gioia che si ha dentro, si è anche capaci di trasmetterla al prossimo, non solo sul palco ma anche nella vita di tutti i giorni; la danza libera molte emozioni e “comunicare” è la parola chiave nella vita di ogni artista.

Chiara Salvi, 4A Liceo Coreutico

 

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Scuola e divisa: binomio che premia

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Scuola e divisa: binomio che premia

di Ortensia Delia, 3A Ls – 

Stare a scuola (facendo conferenze a noi studenti) e allo stesso tempo vestire la divisa di un Corpo importante e impegnativo come la Guardia di finanza? Si può, e un uomo in particolare ce lo dimostra ogni giorno: all’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli ci parla di diritto informatico, ma nella vita di tutti i giorni lui, Mario Leone Piccinni, 45 anni, è tenente colonnello comandante del nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle di Lecco, specializzato in polizia economico  finanziaria, nella lotta alla criminalità e ai computer crimes. Lo abbiamo intervistato.

Tenente colonnello Piccinni, sappiamo che fin da bambino ha sempre avuto la passione per il mondo delle forze di polizia, ma questa passione da cosa è nata?

Penso la passione derivi dal fatto di essere cresciuto vedendo mio padre in divisa: era un maresciallo dei carabinieri.

Gli anni dell’Accademia, presumibilmente, sono stati molto complessi. Quali sono stati i più difficili e cosa l’ha spinta a continuare questo percorso così tortuoso?

I primi due anni in Accademia sono stati i più difficili; una volta entrato in Accademia passi dalla sfera protettiva e dalla comodità della famiglia a un contesto in cui vieni seguito dagli istruttori in maniera costante durante tutte le fasi della tua giornata e della tua vita. È  una situazione che si fa risentire a livello caratteriale e che ti segna; proprio per questo, molti soffrono e nel primo anno circa il dieci per cento dei ragazzi che sono riusciti a entrare in Accademia poi abbandona il corso. Ciò che mi ha spinto a continuare sono state la passione e la speranza di poter fare qualcosa di importante per gli altri. Inoltre diventa una sfida con te stesso, perché vuoi dimostrare che puoi farcela.

Qual è stata l’esperienza più difficile che ha incontrato nel suo lavoro?

L’esperienza più difficile dal punto di vista personale è sempre il distacco dalla mia famiglia, da mia moglie e dai miei figli: accade ogni volta che mi assegnano un nuovo comando lontano da casa o mi  capita di dover andare fuori per indagini. Dal punto di vista lavorativo invece, ogni cosa ti segna profondamente, devi sempre aspettarti di tutto. Quando lavori su dei criminali ti aspetti il peggio e sai a cosa stai andando incontro, ma il peggio è quando ti rendi conto che la criminalità è ovunque: lavorando nel reparto sanità, ad esempio, ho visto molta corruzione, a discapito dei più deboli, dei bambini, degli anziani… È qui che ti rendi conto che la criminalità non ha colore, non ha nazionalità e non la riconosci da come è vestita. L’esperienza più difficile in assoluto è stato il periodo in cui ho comandato l’aliquota antimmigrazione clandestina in Puglia, nei primi anni 2000; è stata un’esperienza provante soprattutto dal punto di vista personale perché ho visto situazioni di vita che mi hanno sconvolto: madri che abbandonavano i loro stessi figli, genitori che pensavano prima a se stessi e solo dopo ai figli, dando precedenza al proprio istinto primitivo di sopravvivenza; ragazze straniere che venivano ingannate e portate in Italia da uomini con la speranza di trovare lavoro e che si ritrovavano invece sul nostro territorio sfruttate come prostitute.

E l’esperienza più bella?

L’esperienza più bella, invece, si ripete ogni volta che riesco a aiutare dei genitori di fronte a problematiche dei loro figli, quando riesco a intervenire prima che il minore finisca in situazioni sbagliate a opera di criminali quando vengono adescati ad esempio su internet.

Lei, nella sua carriera lavorativa, ha mai fatto finta di non vedere, di non sentire o di non sapere? In caso contrario, ritiene che a volte sia utile farlo?

No, rispetto a situazioni gravi assolutamente no. Bisogna però fare delle differenze: non intervengo di fronte a situazioni che possono essere tranquillamente risolte senza bisogno di azioni drastiche o comunque ricomposte tra le persone eventualmente coinvolte. Di fronte a situazioni gravi o che magari coinvolgono minori non ho invece alcuna remora a intervenire.

Una domanda più leggera: cosa pensa del famigerato “fascino della divisa”?

Penso che tale fascino sia dovuto principalmente a un discorso di sicurezza e di protezione che viene trasmesso dall’uniforme, non è quindi un approccio grafico ma un approccio idealizzato.

C’è qualcos’altro che vorrebbe condividere con noi, comandante Piccinni?

Spero di avervi trasmesso, oltre all’aspetto tecnico e giuridico, anche un obiettivo e la voglia di seguirlo in maniera determinata e seria. Spero di avervi indirizzato a coltivare le vostre passioni in maniera consapevole e cosciente, perché basta veramente poco per rovinarsi la vita. Spero di avervi spinti a credere in voi stessi e a vivere la vostra età con un pizzico di occhio al futuro, investendo su voi stessi.

 

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Premio D’Andrea: Aeronautico sul podio

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Premio D’Andrea: Aeronautico sul podio

Anche quest’anno, i ragazzi delle  classi quinte dell’Istituto Aeronautico “Antonio Locatelli”  hanno partecipato al concorso indetto dalla vedova di  Luigi D’Andrea, in onore del marito: il maresciallo D’Andrea era stato assassinato dal pluripregiudicato Renato  Vallanzasca dopo che lo aveva fermato presso il casello  autostradale A4 di Dalmine il 6 febbraio del 1977.

Tra i numerosi studenti che hanno partecipato al  concorso, il primo posto è stato assegnato a Davide  Della Tratta, frequentate la 5ªA liceo scientifico, premiato per il suo elaborato. Alla cerimonia di premiazione erano presenti molte  figure importanti e istituzionali, tra cui Giorgio Grasso, comandante della  Squadra Mobile di Bergamo.

I lavori presentati dagli studenti erano di vario tipo: alcuni alunni hanno presentato disegni realizzati da loro stessi a mano, altri invece si sono cimentati in lavori di tipo multimediale, mentre gli  studenti del nostro Istituto hanno partecipato al concorso  presentando dei temi svolti sotto la consegna della  professoressa Mariella Valenti. Proprio con un lavoro di questo tipo Davide si è aggiudicato il gradino più alto del podio; qui di seguito  alcuni stralci tratti dal suo scritto.

“Non si possono chiamare “Missioni di pace” quelle che calpestano i diritti umani –  ci dice Davide – Quelle  che vanno contro la volontà del popolo stesso, che  pagano il nemico per fornirgli un alibi. Argomentazioni  basate sull’apparenza, spesso infondate, mosse contro  i governi da fondamentalisti e anarchici, sempre più  spesso da persone annebbiate da una visione troppo  egoista dell’uomo”. Conclude poi con una frase ragionata e condivisibile:  “D’altronde la guerra è diventata un gioco, per ricchi,  ma pur sempre un gioco”.

Ortensia Delia, 3A Ls

 

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Premio in Fisica: alla Cattolica

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Premio in Fisica: alla Cattolica

Una quasi vittoria nel campo della fisica per gli alunni dell’Istituto Aeronautico Antonio Locatelli: la nostra scuola si è infatti classificata al secondo posto nel concorso indetto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia “Catturare la fisica con l’ottica”.

Il nostro video, visibile sul sito www.fisicainlaboratorio.it, tratta di esperimenti realizzati proprio nel nostro laboratorio e riguardanti fenomeni dell’ottica metereologica come i miraggi, la spiegazione del perché la luce al tramonto e all’alba viene rifratta e il brillio delle stelle. Questi esperimenti sono stati presentati da due degli alunni della 1aB liceo scientifico, Sara Lucia Zappulla e Guido Pedone, mentre la presentazione è stata affidata a Fabio Bianchessi, della classe 5aA liceo; il montaggio e le riprese sono stati affidati invece agli alunni della classe 1aA tecnico: Piacentini Antonio e Malfer Manuel.

Il nostro professore di fisica, Ferdinando Catalano, ha curato la presentazione della parte riguardante la spiegazione del fenomeno della rifrazione della luce e la stesura della relazione scritta sugli esperimenti.

La premiazione, che si è svolta nella sala polifunzionale dell’Università Cattolica di Brescia, ha visto premiati, oltre al nostro istituto, anche il Liceo Aselli di Cremona (primo classificato) e l’Istituto Perlaca (terzo classificato).

In questo concorso erano in palio 1000 euro per il primo classificato, 600 per la scuola che si è posizionata nella classifica al secondo posto e il terzo classificato 400. Tutti questi fondi sono stati donati ai vincitori sotto forma di buono per l’acquisto di apparecchiature per il laboratorio di fisica ritirabili presso le due ditte sponsor. Inoltre i video delle  prime dieci scuole sono anche stati trasmessi in televisione su reti locali bresciane e sulle reti associate all’Università.

Il nostro preside, Giuseppe Di Giminiani, è stato molto lieto della vittoria e ci ha invitati a partecipare ancora nei prossimi anni al concorso in maniera da poterci qualificare al primo posto nella prossima edizione.

Nella speranza di poter vincere il primo premio alla prossima edizione ci accontentiamo del secondo posto e aspettiamo le nuove apparecchiature che il professor Catalano ha deciso di acquistare con la nostra vincita.

Guido Pedone, 1B Ls

 

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Bevilacqua sul podio a “conGiulia”

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Bevilacqua sul podio a “conGiulia”

Venerdì 8 maggio si sono tenute le premiazioni del concorso “Un gancio in mezzo al cielo. Storie di speranza”, organizzato dall’associazione conGiulia  onlus, costituita dai genitori e da alcuni familiari e amici di Giulia, una ragazza di 14 anni colpita da grave malattia che non è riuscita a superare. Nel 2009 (due anni prima di morire) Giulia aveva vinto il primo premio al concorso letterario “I Racconti del Parco”.

L’8 maggio sono stati presentati i lavori vincitori per le varie categorie (testo letterario, performance, arti grafiche) e per i diversi ordini di scuola (primarie, secondarie di primo e secondo grado): tra loro, secondo classificato nel gruppo letterario per la scuola superiore di secondo grado, Matteo Bevilacqua, studente del primo anno al nostro Liceo. Ecco il suo scritto.

 

Concerto di emozioni

 Ricordo la scorsa estate in vacanza.

Ora è tutto finito, punto, stop!

Mi sento a un passo dalla fine e ormai ci corro incontro perché non ho scelta, la mia vita è in mano a un male, al male, che fare?

Prego, non so se sono ascoltato, prego più forte, urlo, non ho voce…

La mia anima è senza voce.

Sono a terra, voglio sprofondare, non ci riesco. E’ l’ennesima volta in sette giorni, i sette giorni più enfatici della mia vita, di sempre della storia.

Stavolta mi inginocchio, prego.

Più forte ancora, più forte…

Mi fermo. Respiro.

Improvvisamente sento una luce che mi illumina dentro, mi vedo dentro.

Il paradiso è a un passo da me, quasi lo tocco… Rido.

Rido come non mi sembrava di ridere da secoli, quasi mi sembra di non aver mai riso.

Mi sento un volpacchiotto nella tana, al caldo, vicino alla madre. Mi rassicura.

Guardo il sole, lo amo. Tocco le lenzuola del letto, sono candide come la neve che imbianca la pianura. Profumano di fiori di primavera.

Mi rendo conto che gli uccelli cantano, come hanno sempre cantato e l’acqua del torrente scorre gorgogliante tra le rocce.

La vita, solo la mia vita mi può dare ciò. Mette in mostra la bellezza come un pavone, sfoggia le piume dai colori sgargianti.

Solo lei mi fa provare dei sentimenti, belli e brutti.

Ciò che vedo, ciò che ho davanti è lo spettacolo della vita.

 

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Vivere insieme in Convitto: un’occasione

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Vivere insieme in Convitto: un’occasione

Convitto, un’opportunità per tutti. Come sappiamo la nostra scuola è una delle poche in Italia ad avere un convitto privato. Questo rappresenta soprattutto un’occasione per frequentare ragazzi da tutta la nazione e conoscere le loro diverse tradizioni. Nel convitto si vive tutti insieme, in camere singole, doppie o per quattro persone.

Al mattino due pullman partono dal convitto fino alla scuola e il contrario succede al pomeriggio, quanto, terminate le lezioni, veniamo riaccompagnati fino a “casa”. Dopo il viaggio di ritorno, siamo liberi di giocare nel campetto, lavarci o semplicemente rimanere in camera a leggere, studiare, ascoltare musica.. Insomma, quel che vogliamo.

Chiedendo il permesso, si può anche uscire per andare all’oratorio o negli altri luoghi di svago presenti a Madone. Tutti sono comunque obbligati a rientrare prima delle sette, poiché a quell’ora si cena. Ecco perché è vietato arrivare in ritardo o portare con sé cellulari, regole che si uniscono alle altre varie norme da rispettare per mantenere la calma e un po’ di disciplina.

Alle otto circa il preside Giuseppe Di Giminiani, che abita praticamente insieme ai ragazzi, da’ il permesso di salire.

Sempre chiedendo l’autorizzazione si può stare fuori dalle camere fino alle dieci e mezza, ma non c’è un orario entro il quale si debba dormire: beninteso, a patto che non si faccia troppo rumore.

La cosa più dura per molti è il risveglio, quando si avrebbe voglia di ritornare a letto per dormire ancora un po’. Ma state tranquilli, il sonno si può recuperare durante le ore di lezione: però non ditelo ai prof!

Sara Lucia Zappulla, 1B Ls

 

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Cena in Convitto: rito di condivisione

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Cena in Convitto: rito di condivisione

In convitto la cena è un momento di condivisione e di unione dove ognuno parla della propria giornata, si ride e si scherza. Già dai tempi antichi la cena (coena) aveva assunto questa connotazione particolare.

Ci si sedeva a tavola, o meglio sul triclinium all’epoca dei romani, alle 16 e iniziavano a giungere gli ospiti. Gli abiti erano eleganti e, accompagnati da musiche, danze e canti, i festeggiamenti si protraevano fino all’alba. Inizialmente tutto si svolgeva nell’atrio ma, con l’ingrandirsi delle case, nacque la stanza da pranzo, che è poi arrivata fino ai nostri tempi. Anche da noi in Convitto.

Al tempo la coena era un rito molto complesso: gli ospiti erano annunciati dai nomenclator, i servitori cambiavano le tovaglie a ogni portata e vi era addirittura un numero perfetto di commensali! Nove o multipli di nove fino a un totale di trentasei commensali, disposti ciascuno secondo un ordine ben preciso.

Ogni banchetto, simile alle nostre tavolate, eleggeva un sovrintendente, detto triclini arca, che aveva il compito di scegliere i vini e, in aggiunta, anche decidere la proporzione da utilizzare tra vino e acqua.

Vi erano prima gli antipasti, poi le primae mensae e le secondae mensae. Oggi tutto questo ha subito una grossa evoluzione, ma i valori fondamentali non sono stati tralasciati: ecco perché ancora adesso la cena in convitto è soprattutto un momento di incontro tra tutti noi studenti.

Matteo Bevilacqua, 1B Ls

 

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Italia: 100 anni fa la Prima Guerra

Posted by admin On Giugno - 8 - 2015 Commenti disabilitati su Italia: 100 anni fa la Prima Guerra

Esattamente un secolo fa il nostro Paese entrava nella Grande Guerra. Il 24 maggio 1915, l’Italia dichiarava guerra all’Austria-Ungheria a fianco di Francia, Gran Bretagna e Russia. Inizialmente chiamata “guerra europea”, con il coinvolgimento delle colonie dell’Impero britannico e di potenze extraeuropee, come gli Stati Uniti d’America e l’Impero giapponese, prese il nome di “Guerra Mondiale” o “Grande Guerra”.

Si trattò infatti del più grande conflitto armato mai combattuto fino alla Seconda Guerra Mondiale, per non parlare della carneficina costata al popolo italiano oltre 600.000 morti e un milione di feriti.

Particolarità di questo conflitto furono le modalità innovative con le quali venne combattuto. Inizialmente si presentò come una battaglia dell’800: tedeschi, austriaci, russi, francesi e britannici entrarono in battaglia seguendo istruzioni tattiche ispirate ai conflitti ottocenteschi. Poi però le nuove armi tecnologiche, la leva e un formidabile apparato industriale si allearono per cambiare radicalmente le nuove regole, le tattiche e le strategie belliche. I copricapi piumati, le uniformi variopinte, i cavalli ed i cavalieri lasciarono il posto agli elmetti di ferro, ai camion, ai tank, alle mitragliatrici, ai sommergibili, agli aerei.

Anche l’aria divenne un campo di battaglia: queste “macchine volanti” furono il simbolo di un grande progresso. Il loro contributo alle operazioni militari infatti si rivelò subito fondamentale nelle missioni di ricognizione per osservare il nemico oltre le linee, scoprire i suoi movimenti e sfruttarne gli errori.

Questa ventata di modernità coinvolse anche la popolazione femminile  che, durante questo conflitto, ebbe un ruolo di primo piano. Benché la donna venisse per lo più rappresentata come infermiera e dama di carità, non dobbiamo dimenticare che la manodopera femminile fu impiegata in quei lavori sino ad allora svolti da uomini: negli uffici, nelle fabbriche, nelle industrie tessili, persino nella produzione bellica e in quella agricola.

Sebbene siano trascorsi cento anni il ricordo del sacrificio dei caduti in guerra rimane sempre vivo, come ci ricorda la campana dei caduti di Rovereto che, ogni sera al tramonto, con i suoi cento rintocchi vuole rivolgere un monito di pace universale.

Riccardo Bernocchi, 1B Ls

 

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