Punto di forza della nostra scuola, da sempre è il suo fondatore e nostro preside Giuseppe Di Giminiani, che anche nei momenti più difficili non ha mai smesso di spronarci e incitarci a combattere e resistere. Durante lo scorso lock-down, separato a forza da tutti noi studenti, ogni mattina ha aggiunto ai suoi compiti anche quello di far visita virtuale a tutte le classi, collegandosi in Meet per un saluto a studenti e docenti, e anche con questo nuovo anno scolastico non s’è perso d’animo: anche diviso tra l’istituto Locatelli di Bergamo e la “scuola sorella” di Grottammare, non ha mai fatto mancare la sua vibrante presenza. Perfino quando anche lui è risultato positivo, improvvisamente, al temuto Covid-19: ma l’affetto della sua grande famiglia scolastica gli ha fatto superare anche questo scoglio. “Il vostro comandante ha vinto anche questo nemico, anche questa battaglia è superata”, ha tuonato ridendo dai monitor di diverse classi nei giorni scorsi. Lo abbiamo voluto intervistare.
Preside, è un anno difficile quello che si prospetta, tra cambi continui delle norme nazionali e regionali e realtà di tutti i giorni. Come la vede?
Credo che questo anno scolastico sarà molto difficile e che quello in cui ci troviamo ora, in particolare, sia il periodo peggiore. Sono amareggiato perché penso che questa situazione si sarebbe potuta evitare se non avessero trascurato la scuola questa estate e, soprattutto, se avessero trovato nuove soluzioni per quanto riguarda i mezzi di trasporto.
La nostra scuola sta gestendo bene la situazione: diversamente da molte altre in città le lezioni stanno proseguendo senza interruzioni e a pieno ritmo. Qual è il segreto?
Noi siamo stati da sempre un gruppo molto unito, una squadra, e credo che sia stato questo il segreto. Infatti i miei ragazzi hanno capito immediatamente l’esigenza di dover andare avanti, ed è anche grazie al loro grande spirito di appartenenza se è stato possibile per noi attivare da subito la didattica a distanza, sia lo scorso anno che ora.
Cosa ne pensa della didattica a distanza? Lo scorso anno ci ha permesso di lavorare bene mentre tante scuole erano ferme.
Da noi la didattica a distanza funziona, ma purtroppo solo per quanto riguarda la distribuzione di nozioni. Certo, ogni professore riesce a svolgere le proprie lezioni come a scuola, ma in questo modo, a causa della distanza, credo e temo che non si riescano a trasmettere gli stessi valori importanti per la crescita educativa e l’affetto.
Lei vive in convitto coi ragazzi, a stretto contato: come hanno reagito a tutte le nuove regole, quando ancora si poteva stare in presenza?
Il convitto è un luogo importante in cui ho sempre vissuto: penso sia giovevole per la crescita dei ragazzi. Infatti gli alunni hanno la possibilità di conoscersi e di passare molti momenti insieme, svagarsi e crescere in gruppo. Chiaramente quest’anno non è stato possibile per loro stare insieme come gli anni precedenti, tuttavia hanno accettato le regole non vedendole come un limite bensì come un segno di rispetto dei confronti del prossimo.
E a scuola?
Per quanto riguarda la scuola il discorso è lo stesso. Anche se alcune delle nuove regole sulla sicurezza sanitaria sono molto rigide, loro non hanno avuto troppi problemi ad accettarle.
Abbiamo visto che le novità però non sono solo le regole: sono arrivati nuovi docenti e, soprattutto, nuovi aiutanti in presidenza, nuovi vicepresidi. Qual è il loro ruolo?
Sì, è vero. Da quest’anno ho introdotto due nuove figure cosa che mi permette di affidare loro la parte burocratica, così che io possa occuparmi più del benessere dei ragazzi e dei professori.
Anche a livello strutturale stiamo cambiando, la nuova palazzina ormai ha preso forma: a che punto siamo con i lavori?
È tutto pronto ormai, e l’inaugurazione è stata fissata per il giorno dell’open day scolastico. Questa nuova palazzina non è stata però pensata per far sì che la scuola ospiti più classi o più alunni, ma per comodità. Infatti grazie a questa possiamo allargare gli uffici e i laboratori, e in più sarà possibile ospitare gli alunni più grandi (di quarta e quinta) nelle nuove stanze del convitto.
Pensiamo al futuro, nel breve termine: riusciremo a terminare l’anno in serenità? Cosa può dire a noi ragazzi in questo momento così particolare?
Personalmente credo di sì, penso che in primavera migliorerà la situazione, soprattutto se renderanno disponibile un vaccino. Per quanto riguarda i miei ragazzi raccomando loro di stare attenti e di seguire sempre le regole, anche se scomode.
Un messaggio per proseguire al meglio, nonostante il Covid-19?
Il messaggio è quello di dare il massimo nonostante le difficoltà che ognuno di noi riscontra ogni giorno a causa di questa realtà. So che alcuni professori fanno fatica a trasmettere come vorrebbero valori attraverso la didattica distanza, ma il mio augurio è quello che insieme agli alunni riescano comunque a passare un periodo sereno.
Roberto Scalvini e Camilla Shnitsar, 4 A Scientifico













