Il Coronavirus ha cambiato, da alcuni mesi, la nostra vita quotidiana e anche il nostro modo di fare scuola, che ha dovuto essere reinventato mediante una forma chiamata DAD: didattica a distanza. È stato necessario attivarsi affinché a ogni alunno venisse garantito, anche in tempo di pandemia, il diritto allo studio.
La didattica a distanza consiste nell’effettuare lezioni via web, registrate o in diretta, da parte dei docenti verso gli alunni, ognuno nella propria abitazione. Questo per evitare assembramenti e rispettare le misure restrittive per prevenire i contagi. Questo nuovo modo di fare lezione ha evidenziato aspetti positivi e negativi da parte di entrambe le figure coinvolte.
Un aspetto positivo per tutti è stata la sicurezza, il non essere esposti a fonti di possibile contagio. Avere la possibilità di rimanere tra le mura domestiche, in un ambiente familiare e confortevole, senza dover soggiornare ad esempio in convitto, lontano da casa.
Un aspetto negativo invece è stata, ad esempio, la mancanza saltuaria di connessione a Internet, con la difficoltà a capire o farsi capire in caso di segnale debole o assente. Altro aspetto negativo, soprattutto, è stata poi l’impossibilità di stabilire un contatto umano tra le due parti, importantissimo per una relazione vera, per crescere e maturare come persone.
A volte, con la DAD, ci si trova a dover parlare e relazionarsi con il tablet, dove non tutti sono visibili. Per un professore, costretto a fare lezione a una classe senza sapere chi partecipi e chi no, deve essere frustrante. Un insegnante, senza avere il controllo diretto sui suoi studenti, non ha la certezza di quanto possano essere realmente preparati in caso di verifiche o interrogazioni.
La DAD ci ha però aiutato a mantenere il rispetto per gli orari, le regole per prendere la parola, a rimanere impegnati a fare qualcosa anche se costretti a stare in casa. Per i più sfortunati tuttavia, con fratelli e genitori impegnati su altri dispositivi, c’è stata la difficoltà aggiuntiva di trovare uno spazio in casa solo per sé, senza essere disturbati. Un altro punto debole è stata la difficoltà a mantenere a lungo l’attenzione. Rispetto a una lezione normale in presenza, è più difficile rimanere concentrati. È possibile inoltre che possano subentrare disturbi, sia negli studenti che negli insegnanti, dovuti a una sovraesposizione ai dispositivi, come mal di testa o disturbi alla vista.
La DAD è stata preziosa per trasmettere i contenuti delle diverse materie, ma fare scuola non significa solo imparare qualcosa: la scuola è un mondo fatto di gesti, risate, battute divertenti, condivisione di momenti come un pranzo, un intervallo, un viaggio in autobus. Tutte cose che potremo ricordare quando saremo grandi e che una DAD non potrà mai sostituire.
Lorenzo Cerretti, 2 A Tecnico
