Ci sono conflitti che hanno segnato il destino degli uomini; ci vengono insegnati, raccontati e vengono commemorati, come le due Guerre Mondiali. Ci sono guerre, però, che sono state dimenticate e che passano inosservate ogni giorno.
Sono scontri in corso ora, di cui nessuno parla, nemmeno i nostri adorati mezzi di comunicazione di massa. Sembrano realtà molto lontane dalla nostra, eppure, secondo i dati raccolti nel 2016, dei 67 stati attualmente impegnati in guerre nove sono Europei. Anche l’Africa, che è molto vicina a noi, è piena di scontri violenti. In effetti il continente africano è proprio il più bellicoso: sono infatti 29 gli stati oggi impegnati in scontri. Tra loro Egitto, Libia, Nigeria, Congo, Somalia. Nelle Americhe sono sei i Paesi interessati, tra cui Venezuela, Brasile, Colombia e Messico. In Asia invece sono 23. In totale il numero di milizie-guerriglieri e gruppi terroristi-separatisti-anarchici coinvolti arriva a 800.
Sono numerosi i fattori che comporta una guerra: terrorismo, fame, paura, morti silenziose… Il silenzio: deve fare più male di una pallottola nel cuore. Anche se i Paesi coinvolti in conflitti sono tanti e alcuni importanti e conosciuti, i mass media non si esprimono: mai un articolo o un servizio.
La verità è che i “forgotten conflicts” non importano alle grandi potenze poiché non sono direttamente coinvolte e perché la maggior parte di questi stati non hanno importanti risorse. È scandaloso che nel XXI secolo questo rimanga un argomento tabù. Incredibile la disinformazione. Incredibile che oggi esistano ricorrenze come “la giornata Mondiale della Pace”; dobbiamo ammetterlo: la nostra è ipocrisia, ignoranza, sovrumana indifferenza, altro che Pax Romana.
Ma è mai esistita una società non ipocrita? Da sempre l’uomo è così, soprattutto quello potente, cui è riservato il podio nella scala sociale. Si cura solamente del danaro e del suo benessere. Il mondo non è mai cambiato e anche ora, lontano dai nostri occhi e dalle nostre videocamere, c’è qualcosa che non sappiamo – e vogliamo – immaginare: morti, fame e povertà. Eppure anche noi ci siamo passati. Questo però è per noi un ricordo troppo lontano, lontano quanto i Paesi che tutt’ora stanno lottando per la pace.
Camilla Shnitsar, 2 A Scientifico